domenica 28 novembre 2010

Deboli di cuore


I metallari "duri&puri" odiano le power ballads.
Ma io mica sono un "duro&puro" eh.
Sono sempre stato uno dal cuore debole.

Abbiate pietà gente, con questi qua ci sono cresciuto.
Sangue del mio sangue, piume delle mie piume.
Non posso rinnegare e non lo farò mai.
Have a nice night.

JUDAS PRIEST - ANGEL

lunedì 22 novembre 2010

The Rain Song (+ grandi)

Non c'è canzone migliore per finire la serata, una delle cose più grandi che uno dei gruppi più grandi di tutti i tempi ci abbia donato.
Peraltro in uno dei più grandi concerti che abbiano mai suonato (quello famoso del 75 a Earls Court).
Buonanotte a todos.

sabato 20 novembre 2010

Reason to live


Tempo fa si parlava di AOR (Adult Oriented Rock) con dovizia di nomi e particolari, outing e sberleffi.
Quello che non si disse allora è che accanto ai big del genere (Journey, Toto, Reo Speedwagon, Styx, Ambrosia, Autograph e compagnia bella) possiamo tranquillamente mettere anche i KISS.
Sì proprio loro. Non mi stancherò mai di ripetere che la band di Paul Stanley e Gene Simmons, al di là dell'evidentissima fame di soldi che ne ha sempre guidato le scelte cosidette "artistiche", era in grado di fare qualunque cosa in ambito Rock. Dall'heavy metal più sparato (Asylum e Creatures of the night) al glam rock (Rock and roll over), al disco-rock (Dynasty), al pop rock (Unmasked, Made in the shade), allo street (Dressed to kill), al Sabbath Rock (Kiss, Hotter than hell).
Ma anche appunto AOR.
Questo pezzone (mi pare del 1986) è a tutti gli effetti un pezzo AOR.
Tastierone dominante, voce estesa, assolo pirotecnico, incedere cadenzato.
Potrebbe essere una hit single dei Journey.
E invece c'è il vocione di Paul.
Cialtroni, folli, paraculi quello che volete.
Ma versatili oltremisura.
E sempre ai massimi livelli in tutto ciò che hanno suonato in quasi 40 anni di onorata carriera.
Ad salut.

giovedì 18 novembre 2010

It's Over - Michael Sembello

Della serie pop-snob 3.0 o non mi ricordo quale versione siamo arrivati vi posto un pezzo dimenticato da Dio e dagli uomini, quanto giustamente non so.

Michael Sembello, chitarrista turnista da studio di ottimo livello tecnico, è passato alla storia (....) per MANIAC, il pezzo guida di FlashDance, film di grande successo degli anni '80.

Soprattutto è passato alla storia per l'assolo contenuto in quella canzone, un piripacchio mica da ridere che ha fatto restare un paio di notti insonne con le cazzabubbole anche il buon Eddie Van Halen (un paio di notti e basta eh, che poi l'ha imparato e gli ha fatto un culo così).

Però il buon Michael, sulla scia del successo di Maniac, pubblicò un discreto album che allora veniva classificato "easy listening", termine abbastanza vuoto ma che antesignava il pop-snob di harmonichiana e euterpiana memoria.

Niente di particolarmente valoroso, solo una manciata di canzoni scritte con sapienza e suonate bene con ottimi session men.

Tra queste segnalo la bossa nova lenta di IT'S OVER (mah, sarà bossa nova o mi sono inventato una stronzata?) pezzo che comunque si fa ascoltare e che potrebbe andare anche bene per tirare una bella riga sopra il blog.......

Hasta la victoria siempre.



it's over- Michael Sembello

martedì 16 novembre 2010

Elezioni

"non so se essere contento...o diffidare dei momenti in cui mi riprende la fiducia"

Un genio, un pensatore, un performer eccezionale che sapeva cogliere l'essenza delle cose e porgerla con garbo ironia e leggerezza. Volta per volta qualsiasi sua canzone torna attuale, ero indeciso tra questa e La libertà, poi il gran finale di Le Elezioni ha vinto, come sempre.
Capolavoro.
Buonanotte.
Clic.

domenica 14 novembre 2010

Non meniamo i CAN per l'aia

Parlando di "gruppi seminali" come non citare i CAN di Holger Czukay e Irmin Schmidt.
Stranamente tutti conoscono l'enorme influenza che i Velvet Underground ebbero sulla musica a venire, mentre pochi sanno dell'altrettanto enorme influenza sul rock detenuta dal gruppo teutonico (Colonia, per la precisione). Peraltro venuto alla luce dopo una frequentazione della factory di andy warhol e dei velvet underground stessi.
Compositori classici e musicisti di grande livello, Schmidt (quello colpito dalla scena di new york), Czukay (allievo di Stockhausen) e i loro validissimi partner (dal chitarrista Karoli ai vocalist Mooney prima e Suzuki poi) vollero credere che era possibile scrivere e suonare una musica nuova.
Io stesso ho scoperto i Can in grave (ma perdonabile, meglio tardi che mai) ritardo.
E sono tuttora poco avvezzo alle loro fasi più sperimentali, limitandomi ad apprezzare le cose più "commerciali".
Per cui non sono in tutta onestà in grado di spiegarveli a modo, augurandomi che tra voi ci sia qualche esperto in grado di indicarmi il miglior percorso possibile di "apprendimento-Can".
Sono solo in grado di porgerveli, di ricordarli.
Questa canzone, che ho in mente in loop da più di una settimana, dette anche luogo ad una cover da parte di uno dei tanti gruppi che li dichiarano tra le fonti d'ispirazione (sarebbero i Radiohead, scusate se è poco).
Il pezzo, bellissimo, intensissimo, è THE THIEF.


Can - The Thief

mercoledì 10 novembre 2010

Sangue sudore e lagrime

Lo ammetto candidamente, non è il mio pane.
Non ne so praticamente una mazza, di quelle robe lì del jazz rock e della fusion anche se negli scaffali riposano la mahavishnu, gli spyro gyra, i weather report e svariati altri nomi comprati sempre in momenti di "stanca" in cui sentivo che la "mia" musica non mi dava più stimoli. Belli di padella, grandi strumentisti, composizioni sopraffine ma tanta tanta tanta noia.
D'altronde, non sono un palato fine, perchè cercare di essere qualcosa di diverso?
Ma questo pezzo dei blasonati BLOOD SWEAT & TEARS (ancorchè detentori di un brand name tra i più belli di sempre) mi ha sempre intrippato.
Supergruppo pieno di nomi altisonanti figli e figliocci vari, attivo dalla fine dei '60, ci ha tramandato questa canzone superba adatta sia a fare la sigla di Domenica Sprint sia consentirti di dissertare con gli amici che ascoltano la musica colta senza fare la figura dell'analfabeta musicale.
La vocionissima di David Clayton-Thomas invade qualsiasi angolo della vostra pancia, i fiati vi portano su Marte e il ritmo sincopato del tutto vi dice che forse avete sbagliato a non considerare di approfondire altri territori musicali oltre ai vostri pascoli.
SPINNIN' WHEEL è da sempre devastante. Continua ad essere molto attuale e, al contrario di altre canzoni jazz-rock dell'epoca, affronta gli anni senza prendere la muffa.
Io, ogni tanto, col contagocce, me la sorbisco.
E poi ritorno sereno con la coscienza a posto alle mie tamarrate.
Halleluja, gente.


Blood Sweat & Tears - Spinning wheel

venerdì 5 novembre 2010

I Giorni del Boss

In questi giorni (desueti per lui) di red carpet i post su BRUCE SPRINGSTEEN impazzano.
I fan gorgheggiano e i detrattori rosicano.
Io sono un fan, ma non un fanatico. Come più volte ho detto non amo particolarmente il Boss ridondante caciarone e più epico.
Il "mio" Bruce è quello più intimo, riservato, nostalgico.
Ed oggi, per celebrarlo anch'io in questi giorni di festa in cui rinasce uno dei suoi capolavori (sto parlando di Darkness per i pochissimi che ancora non lo sapessero), vi posto due delle sue canzoni che ancora oggi, dopo decinaia e decinaia di ascolti, mi mettono i classici brividi sulla pelle.
Vuoi per le musiche indimenticabili, vuoi per i testi così vicini così toccanti.
A voi POINT BLANK e RACING IN THE STREET.
Qua indimenticabili in una romanticissima e antica (e eterna oserei dire) versione B/N.
Come non amare quest'uomo quando fa queste cose?






mercoledì 3 novembre 2010

C'è toscano e toscano

Chi mi conosce sa quanto io sia emotivamente legato a Francesco Nuti, a partire dai surreali esordi con i Giancattivi di Alessandro Benvenuti e Athina Cenci ed a seguire con alcuni film di interessante fattura e sufficiente scrittura come Io Chiara e lo Scuro o Caruso Paskowski.

Francesco poi ha deragliato, di testa e di fisico, ed è tuttora in bacino di carenaggio dopo incidenti di vario genere (il coma eccetera). Dicono si stia rigenerando a casa sua, e io francamente ci spero.

E vado a spiegarvi i perchè.

1) Francesco (e i Giancattivi) è stato espressione della toscanità migliore. Quella sardonica e cattivella ma anche surreale e brillante. Quella simpatica e fuori di testa. Quella teatrale e cinematografica più che televisiva. Quella che discendeva da Benigni e Carlo Monni e Novello Novelli e i teatrini off delle case del popolo. Non quella becera omologata e appiattita dei Carliconti e dei Giorgipanarielli (ahimè su Giorgio avevo più speranze, su Pieraccioni invece ancora non mi pronuncio definitivamente ma ormai i passi falsi superano di gran lunga quelli giusti).
Toscani che non fanno una buona pubblicità della Toscana al di fuori del Granducato. Che fanno diventare anche un pò antipatica quella cadenza che con Benigni aveva dilagato in ogni dove. Che fanno diventare strafalcione quel grado di creatività che accompagna ogni nostro gesto spesso alla ricerca dell'originalità.

2) Francesco è un grande cantante. Canta benissimo, davvero. Al di là delle cose ironiche (l'immortale Puppe a Pera....c'hai le puppe a pera pera pera pera pera) Francesco ha partecipato (ve ne eravate scordati?) al Festival di Sanremo e cantava regolarmente le main track dei suoi film.
Canzoni melodiche come GIULIA (o come MADONNA CHE SILENZIO C'E' STASERA o come LOVELORN MAN) che richiamano alla mente i passaggi più romantici dei suoi film o come SARA' PER TE (in concorso a Sanremo).
E ve le giro volentieri, queste due piccole cose calde e piacevoli, senza pretese e delicate come solo un comico un pò triste sa fare.



Giulia Francesco Nuti


Francesco Nuti: Sara' per te - E' Primavera [1991]

Ruby & Kaiser Chiefs

Loro probabilmente l'avevano già trombata nel 2006.
E non avevano rotto i coglioni all'umanità intera.
Addavenì baffone.