venerdì 27 febbraio 2009

HIGHWAY COMPILATION

Ultimamente passo sempre più tempo sulle Autostrade.
E quindi perchè non offrirvi una mini HIGHWAY COMPILATION?
Una mini compilation da ascoltare e cantare a squarciagola sfrecciando a 130 km/h (di più non se pò dì). Una mini compilation rigorosamente R-O-C-K.
Iniziamo da un classicone-one-one. Il pezzone di Big Bill Broonzy che Eric Clapton ha sempre cavalcato nelle sue incarnazioni migliori (es.con i Derek and the Dominos): KEY TO THE HIGHWAY.

Proseguirei abbastanza in tema con la bella HIGHWAY SONG dei Blackfoot, un gruppo di Southern Rock falcidiato dalle solite (per il genere) morti premature ma ai tempi molto in palla. Il pezzo in questione è la classica ballatone strappalagrime tipica del rock sudista ma per quanto risaputa mette sempre il corazon in movimiento.


A seguire un buon pezzo di uno dei maggiori G.P.R. (Grandi Paraculi del Rock), il platinato Billy Idol (al secolo William Broad) con la sua rockeggiante e ancheggiante e paraculeggiante (appunto) BLUE HIGHWAY. Qua in versione live del 1987 con il fido Steve Stevens al guitaron. Solo audio ahimè.

E per concludere cosa manca?
No....Bob Dylan e il Boss saranno per un'altra volta. Mi ci vuole qualcosa di potente e al tempo stesso anthemico.
Pensavo ai vecchi Judas di Heading out to the Highway, ma è un pezzo minore della loro sterminata produzione.
E quindi chiudiamo con gli immarcescibili canguri, qua alle prese con un palco tutto da ridere, ancora alla ricerca della popolarità mondiale e con la original line up che comprendeva la voce maligna e deragliante del compianto Bon Scott (sì, Angus era già coi calzoncini corti).
HIGHWAY TO HELL degli Ac/Dc.
E che Dio ce la mandi buona! (nel senso del percorso) (non della tipa) (cioè insomma avete capito).


HALLELUJA!!!!!!

mercoledì 25 febbraio 2009

Mai come ora è un MAD WORLD....

Nel grande calderone della New Wave ad un certo punto tutti erano confusi con tutti.
Poi la "nuova onda" si infranse (infrangette? infrangè?) sulla spiaggia e certuni andarono in direzioni più oscure mentre altri approdarono a lidi più pop.
Tra i secondi ne spiccarono molti.
Tears For Fears probabilmente erano fra i più dotati.
Almeno tre dischi di ottimo livello: l'esordio di THE HURTING, il clamoroso bis di SONGS FROM THE BIG CHAIR (sì, quello con "Shout") e la conferma di SOWING THE SEEDS OF LOVE (tempo fa feci un post sulla splendida "Woman in Chains" cantata in duetto con Oleta Adams). Poi un lento ed inesorabile declino.
Nel primo lavoro, ancora non arrotondato su sonorità beatlesiane, veniva a galla l'anima più malinconica e l'enorme ego di Roland Orzabal (autore di quasi tutto il repertorio) non aveva ancora soffocato la delicatezza espressiva di Kurt Smith.
In questo senso la canzone di oggi rappresenta a mio avviso (assieme a "Pale Shelter") forse il miglior equilibrio mai raggiunto dalla band.
Prova ne sia che ancora oggi ogni tanto se ne esce qualche gruppo di ragazzini che ne fa una cover.
A voi l'ascolto.
Halleluja!


Tears For Fears - Mad World: Stereo Video

domenica 22 febbraio 2009

Blondie, in un modo o nell'altro

Deborah Harry ha avuto solo una grave colpa.
Ispirare Louise Ciccone a creare il personaggio di Madonna.
Per il resto Debbie e i suoi Blondie sono stati un grande gruppo.
Che nei rutilanti anni '80 ha avuto il merito di stare sempre al crocevia giusto: tra punk, rock and roll, new wave, dance, pop.
I Blondie come un diamante taglio amsterdam sfoggiarono mille facce sfavillanti, ognuna sostenuta dal clamoroso glamour di Debbie Harry. Non una grande voce, ma una grande presenza.
E dalla materia grigia di Chris Stein. Suo mentore e marito. Le cui disavventure di salute posero fine alla band.
E dalla notevole bravura degli altri componenti la band, sia tecnica (Clem Burke è uno dei migliori batteristi rock del decennio) che compositiva (Nigel Harrison e Jimmy Destri firmarono numerosi hit del gruppo).
Blondie offre a ciascuno di noi l'occasione per assecondare le proprie emozioni.
Vuoi un pezzo romantico ma sprint? ATOMIC!
Vuoi un pezzo algido in odor di new wave ma da ballare? HEART OF GLASS.
Vuoi un pezzo ipnotico e clubhouse? RAPTURE.
Vuoi un pezzo da spiaggia? THE TIDE IS HIGH.
Vuoi un pezzo duro e incazzoso per commentare il recente scempio di Sanremo?
ONE WAY OR ANOTHER!!!!!!
Appena è apparsa la Defilippa anche un Tommy cieco sordo e muto avrebbe capito chi avrebbe vinto.
Ma tant'è.
Questa è la televisione, questa è l'Italia.
Halleuja (senza punto esclamativo).


Blondie - One Way or Another (live)

mercoledì 18 febbraio 2009

The Cult - Rain (British TV Broadcast)

Un pezzo di culto da un gruppo di culto.
THE CULT non conobbe fortune migliori di questo pezzone granitico anni '80, se non forse con "She sells sanctuary".
RAIN dei CULT è un pezzo simbolo di fare rock nel decennio dei sintetizzatori.
RAIN dei CULT stava pericolosamente in bilico tra l'ala rock della new wave e il rock revival pre grunge.
Di lì a poco i CULT imboccarono la strada dell'hard rock a-la-led zeppelin, scendendo dal bilico e andando a sposare l'elettricità anni '70.
Ma perdendo in modo drammatico freschezza e originalità.
Vollero fare i Led Zeppelin senza averne lo spessore e persero anche ciò che avevano saputo fare di buono prima.
Una prece per i CULT.
Ma anche un riconoscimento a questo brano.
Uno spartiacque per capire come mai si uscì dal dominio della musica sintetica e pian pianino si tornò alla chitarra elettrica.
Un grande pezzo per una band che, colpa sua e solo sua, non seppe raccogliere in proporzione ai meriti.
E un inchino al modo di cantare tagliente di IAN ASTBURY ed al suo pard preferito alla chitarra BILLY DUFFY.
(Per dirla tutta i CULT sono ancora in giro, ma preferisco non sapere niente di ciò che stanno facendo......)
Here comes the RAIN e ovviamente.......halleluja!

lunedì 16 febbraio 2009

Black Sabbath - Heaven and Hell

Ok bon, post per "addetti ai lavori".
Voi tutti sapete (e se non lo sapete ve lo dico ora) che per me i BLACK SABBATH sono forse il gruppo più "influente" in ambito hard rock / heavy metal.
Nel senso che hanno posto le basi del genere e ne hanno determinato i confini ancor più di Deep Purple (più blues oriented con qualche venaturina di jazz) e Led Zeppelin (molto blues, molto folk).
Ma questo non è esattamente un post sui Black Sabbath.
E' un post sugli HEAVEN AND HELL.
Come dite? Heaven and hell è un album dei Black Sabbath? Certo, uno di quelli del "secondo periodo" ed anche dei meglio riusciti in assoluto. Ed anche un pezzone strafamoso? Sì certo, era dentro l'album omonimo. Ed è anche il video che vi ho postato oggi.
La formazione era: Ronnie James Dio (che aveva sostituito Ozzie portando un'altra impostazione, meno pazza e più accademica forse, ma di grande spessore tecnico), Tony Iommi ovviamente alla chitarra più cupa che si può, Geezer Butler al basso rotolante e Bill Ward alla batteria creativa.
Bill, con annosi problemi di fegato spappolato, fu poi sostituito da Vinnie Appice nel tour. Vinnie Apice fratello di Carmine, corposo batterista ex Vanilla Fudge, in band per anni con Rod Stewart, autore di Da Ya think I'm Sexy però plagiando un brasiliano, eccetera.

(Ehi, non trovate anche voi che scrivere di Rock nel 2009 sia come scrivere, con tutto il rispetto, nella Bibbia?)
(Vinnie, fratello di Carmine, nipote di ecc. fece un disco con Ciccio, discendente da Pippo, fratello di Caio e grande vocalist......)

Vabbè torniamo a noi.
HEAVEN AND HELL dunque, grande album della rinascita dei Sabs (conteneva Neon Knights, Children of the Sea, Heaven and hell....) ma anche grande supergruppo di oggi in procinto di registrare un nuovo disco.
Volete sapere i membri degli HEAVEN AND HELL?
Fermi tutti: Ronnie James Dio, Tony Iommi, Geezer Butler e Vinnie Appice (fratello di Carmine, nipote di pippo ecc. ecc.)
Ma che cazzo, perchè non si chiamano Black Sabbath porca della miseria vacca che così ci si capisce al volo???????????? Sarà mica Ozzie che fa ostruzione?
Halleluja!

venerdì 13 febbraio 2009

The Cure-Friday I'm In Love

Quale altro gruppo nella storia della musica ha saputo essere così cupo e introspettivo e al tempo stesso così spensierato?
I Cure sono come donne e motori, sono come la Vita.
E quindi quale migliore "introduzione" al San Valentino imminente?
Tutti insieme, KARAOKIAMOOOOOO!
Halleluja!


I don't care if Monday's blue
Tuesday's grey and Wednesday too
Thursday I don't care about you
It's Friday I'm in love
Monday you can fall apart
Tuesday Wednesday break my heart
Thursday doesn't even start
It's Friday I'm in love
Saturday wait
And Sunday always comes too late
But Friday never hesitate...

I don't care if Mondays's black
Tuesday Wednesday heart attack
Thursday never looking back
It's Friday I'm in love
Monday you can hold your head
Tuesday Wednesday stay in bed
Or Thursday watch the walls instead
It's Friday I'm in love
Saturday wait
And Sunday always comes too late
But Friday never hesitate...
Dressed up to the eyes
It's a wonderful surprise
To see your shoes and your spirits rise
Throwing out your frown
And just smiling at the sound
And as sleek as a shriek
Spinning round and round
Always take a big bite
It's such a gorgeous sight
To see you eat in the middle of the night
You can never get enough
Enough of this stuff
It's Friday I'm in love
I don't care if Monday's blue
Tuesday's grey and Wednesday too
Thursday I don't care about you
It's Friday I'm in love
Monday you can fall apart
Tuesday Wednesday break my heart
Thursday doesn't even start
It's Friday I'm in love

mercoledì 11 febbraio 2009

L'anima del Rock


Ultimamente dall'amico MrMontag prendo volentieri alcune ispirazioni.

Ad esempio, sul suo post dedicato a Paranoid Android, si è sviluppata una piccola disputa su chi tra Nirvana e Radiohead, abbia influenzato maggiormente la musica dei novanta.
Sul tema mi è venuta in mente, prima che un pensiero articolato (cosa del quale talvolta dubito fortemente di essere capace), una duplice immagine.

I Nirvana hanno risalito la rupe dove era andata a nascondersi l'anima del Rock, impaurita e indebolita dopo un decennio di bagordi tecnologici, l'hanno ri-presa subendo incurabili ferite nell'atroce salita, e ce l'hanno data in pasto nuda e cruda.

I Radiohead hanno ricevuto come in una staffetta l'anima del Rock dalle mani di Kurt Cobain e soci (come non dimenticare le indubbie influenze su Pablo Honey...) e l'hanno poi lanciata lontano lontano, come un giavellotto.
Poi gli sono corsi dietro più veloci di lei e l'hanno ripresa prima che cadesse a terra.

E adesso tutto il mondo attende di vedere cosa ne faranno.

Halleluja!

lunedì 9 febbraio 2009

Queensryche - Silent Lucidity (Live 1991)

Ci son gruppi destinati a non essere capiti.
I QUEENSRYCHE all'inizio vennero inglobati nel calderone "Metal", anche per colpa loro. Look, musicalità e impostazione sonora di pezzi come "Queen of the reich" non lasciavano molti dubbi.
Vennero però appuntati sui taccuini grazie alle eccezionali doti canore di Geoff Tate (a mio avviso uno dei primi 5 cantanti di sempre nel campo dell'hard rock) ed alle non comuni capacità di scrittura dei brani che - oh cazzo- erano effettivamente un pò più complessi di quelli dei Motley Crue (senza nulla togliere alla simpatica combriccola di cialtroncelli pitturati losangelina).
Seguirono prove discografiche sempre più fuorvianti per il critico medio abituato ad incasellare tutto come un postino.
Qualche album trovò anche la via delle classifiche ("Empire" da cui è tratta questa stupenda ballata), la musica si avvicinò spesso ai territori del progressive, le trame sonore di Chris De Garmo si fecero sempre più avviluppate.
Insomma roba da palati se non proprio finissimi, almeno un pò vellutati.
In più un deciso orientamento anche politico di protesta a completare un panorama di una band che non si è distinta solo per cazzo-figa-birra e akuna matata.
Rage for Order, Operation Mindcrime, Empire sono album che andrebbero mooooolto rivalutati.
Ma sul serio.
Halleluja e fate i bravi.

lunedì 2 febbraio 2009

Lynyrd Skynyrd - Simple man

No, non c'è il video.
SOLO la canzone. E il titolo.
SIMPLE MAN.
Una delle più belle ed emozionanti ballads dei Lynyrd Skynyrd.
Che voglio dedicare alla memoria di BILLY POWELL, recentissimamente scomparso.
Il tastierista originale della band.
A parte l'ovvio dispiacere il fatto mette a repentaglio la sopravvivenza stessa del gruppo nella sua versione attuale.
Le leggende dicono che ci fosse un patto in cui si stabiliva che la sigla "Lynyrd" potesse vivere on stage almeno finchè 2 membri dell'original line up fossero stati presenti.
Una cosa che ho scoperto anch'io pochi giorni fa.
Ora, l'unico superstite (nel vero senso della parola, visto che tra incidenti d'aereo e di moto e malattie sono veramente morti tutti....) è Gary Rossington, lead guitar con la Gibson.
Nel gruppo che gira adesso (e dovevano venire anche in Italia a Giugno, perciò sto in ansia) c'è anche Rickey Medlocke.
Leader degli ormai defunti Blackfoot (un nome non secondario nel rock sudista), attualmente chitarrista dei Lynyrd e in un lontanissimo passato (o in un'altra vita?) batterista dei Lynyrd alle prime armi.
Talmente scarso (alla batteria eh, che come cantante e chitarrista se la cava benino) che se ne andò per la disperazione.
E quindi non si sa se vale nel conteggio dei 2 membri originali di cui sopra.
La discussione sui forum dedicati alla band impazza.
Come andrà a finire?
Li vedremo in Italia o scompariranno per sempre come lacrime nella pioggia (sì lo so questa la dico sempre ma mai come ora mi capitano le occasioni)?
Ai posteri.
Per adesso un commosso R.I.P. a Billy Powell.
Che lassù in Paradiso (o laggiù all'Inferno?) starà già andando di jam session con Ronnie e con Allen e con gli altri cowboys.
Halleluja!
E buona canzone e tutti.