giovedì 29 novembre 2012

L'importanza dei Radiohead

La prima volta che esporto un post da Facebook a Rocksaloon, ormai il mondo va all'incontrario e dal piccolo commento si risale al ragionamento più ampio come i salmoni quando vanno a deporre le uova.....ad ogni modo parlavo con i miei amici come Thom Yorke e soci, qua al secondo album, parevano destinati a riscrivere le regole delle pop songs. 
Poi si sono rotti i coglioni quasi subito e hanno pensato con un filo di presunzione (ma neanche tanta eh) di riscrivere le regole della musica moderna definendo quello che sarebbe stato il sound del secondo millennio. High and Dry l'ascolterei in loop per ore, The Bends che lo contiene è bellissimo, magari non come Ok Computer, ma quasi. Però sono album quasi "normali" nella loro struttura. 
Col tempo, e con una certa fatica, ho imparato ad amare anche Kid A, che resta episodio incredibile e rivelatore. Dopo Kid A molta musica è cambiata. 
Io ci ho messo anni a metabolizzarlo, e con Amnesiac non ho ancora finito....ma sento che finirò per comprendere anche quello. 
Alla prossima non so se qua o su FB ma tanto, in tutta onestà, che differenza fa?

mercoledì 14 novembre 2012

Il gruppo del momento

Insomma la musica va avanti come dicono sempre quelli che non ci si può fermare a rosicare sempre sui pezzi della tua adolescenza.
E se la musica va avanti è anche grazie a gruppi che riescono a stare in buon equilibrio tra originalità e mainstream che di quelli troppo alternativi non se ne ricorda nessuno e quelli troppo mainstream è lo sputtanamento, come dicevano i grandi cochi e renato prima che renato iniziasse ad utilizzare anche il cognome (diventando meno alternativo e più mainstream, appunto).
A PLACE TO BURY STRANGERS vengono dal crogiolo alternativo di New York, che da almeno 4 o 5 anni sforna "next big things" in quantità industriale. Suonano un rock un pò alternativo ma anche no, pieno di riferimento sonori agli '80 meno lustrinati e qualcosa di noise e qualcosa di shoegaze, niente a che vedere con l'elettronica eccessiva o con i ritmi etnici brooklyn style.
Suonano belli tosti e il loro terzo album WORSHIP pare destinato a consacrarli definitivamente.
Qua uno dei pezzi migliori, secondo me, And I'm Up.

mercoledì 7 novembre 2012

L'omino di Tulsa

Amo quest'uomo.
Sì, un "pochino" anche Eric Clapton, ma mai come JJ Cale.
L'omino di Tulsa senza il quale molte "derive" (Knopfler e co.) del rock and blues non sarebbero mai esistite.
Senza il quale forse nemmeno la carriera solista di Clapton sarebbe mai decollata a livello mainstream.
L'omino di Tulsa è sempre stato schivo, avaro di mosse e di virtuosismi eppure tocca la chitarra come pochi e canta strascicato e biascicato come nelle migliori tradizioni del blues.
Ma è un antidivo per eccellenza, forse il più grande antidivo, assieme a Van Morrison e Leonard Cohen.
E in questo filmato, girato ad uno dei vari Crossroads Festival, amo il momento in cui JJ si gira tutto storto spalle al pubblico e lancia il solo di Eric con uno sminchiatissimo "Hey Clapton...." (della serie facce vede che sai fare).
Solo. I. Più. Grandi.
Goodnight everybody.