mercoledì 29 febbraio 2012

The Fray - How To Save A Life (Live Abbey Road 2009)


Sono anni che conosco questo pezzo, forse l'ho sentito in qualche serie tv (ok non resisto e scopro che è stato uno dei pezzi guida di Grey's Anatomy, a questo punto non so se il titolo del brano è casuale o pensato apposta per quella serie....), forse alla radio fatto sta che mi sono ritrovato spesso a cantarlo senza sapere di chi fosse prima di scoprire del tutto casualmente che si trattava di un blockbuster del 2006.
Devono molto a Rob Thomas/Matchbox 20 (soprattutto per l'uso della voce), ed anche alle piano-rock band inglesi come i dimenticati Keane o agli americani Train, per l'uso predominante del piano nella gestione della canzone
Ma nonostante THE FRAY non si siano mai più ripetuti su questi livelli, il pezzo resta bello intonso e vivido nel suo incedere pop, con un ritornello che si stampa in testa da subito e un finalino di batteria in coda che dà il tocco di classe definitivo alla canzone.
Non sempre si può essere band planetarie o meglio non sempre si può restare sul tetto del mondo per un periodo più lungo di un battito d'ali.
Ma si può sempre sperare di scrivere un bel pezzo come questo e restare nella memoria della gente.
Scusate se è poco.

domenica 26 febbraio 2012

Carlos Santana ft. Peter Green - BLACK MAGIC WOMAN/live


Questa è una delle 50 canzoni della mia vita, e l'affermazione vale sia per la versione originale dei Fleetwood Mac 1.0 (quelli senza Stevie Nicks e Lindsay Buckingham e senza Rumors) (non perchè Rumors sia da disprezzare ma perchè è totalmente un'altra cosa) sia per la versione contenuta in quel disco generazionale che fu Abraxas e che cugini, zii e amici ci hanno tramandato magari anche rompendoci i coglioni ma sempre con costrutto.
Lo stile asciutto e pre-Clapton di Peter Green (che insieme a Mike Bloomfield è uno dei due massimi chitarristi blues dalla pelle bianca ever) e lo stile latino e ridondante ma comunicativo di Carlos Santana si fondono qua in uno dei pochi duetti disponibili sul tema.
Inutile giudicare meglio/peggio, inutile dire si stava meglio quando si stava peggio il rock non morirà mai le canzoni di oggi sono quelle di ieri ricicciate ormai tutto è stato detto e il blues è fatto sempre nel solito modo e cazzate varie.
Il rock (in senso lato) è esistito esiste ed esisterà sempre in momenti come questo, in concerti suonati casualmente da qualche gruppo minore del passato o del presente o da qualche "maestro" in stato di grazia, in qualche band di periferia che metterà l'anima in quel che suona nel 2027 o in un maxi raduno di massa come le messe cantate di Donington, Reading, Coachella eccetera.
Il rock è puro spirito, ogni tanto discende dentro qualcuno senza un perchè e un percome. Magari anche a prescindere dal merito e dalla preparazione tecnica. Scende e basta. Nel momento in cui ti metti ad analizzarlo è già sparito.
A noi spetta solo acchiapparlo al volo quando lo intercettiamo e non farci troppe domande.
Fanculo. Prosit. Buonanotte e peace and love.

mercoledì 22 febbraio 2012

Le velleità dei Cani



Se c'è una cosa che mi ha ispirato Sanremo a parte il transito intestinale è l'andare a ripescarmi (altrove) le soluzioni musicali italiane che veramente valgono la pena e cercano di distinguersi dal piattume generale. Non c'è tantissima roba ma ogni tanto emergono cose interessanti e che "bucano" l'etere.
"Il sorprendente album d'esordio dei Cani" appunto de I Cani (uno dei titoli più ganzi ever), anche se non recentissimo, rappresenta ai miei occhi uno spaccato della nuova musica italiana che mi piace ascoltare di tanto in tanto in cerca di radici e di cose che si muovono.
Si vabbè, questo pezzo ricorderà un pò Battiato, il testo pur graffiante e generazionale non è profondissimo, l'arrangiamento in bilico tra indie rock e cantautorame poteva essere fatto meglio.
Ma I Cani (gruppo tuttora misterioso composto probabilmente da un singolo artista di cui ufficialmente non è noto il nome) hanno saputo farsi notare e siamo in attesa di vedere cosa combineranno al secondo disco (se fossi in loro lo intitolerei "L'attesissimo album della riconferma dei Cani" o giù di lì.....).
Salute!

lunedì 13 febbraio 2012

Prevenire è meglio che curare

Premesso che ADELE non è la mia "cup of tea" e che, nonostante le apparenze, il tenutario di questo postribolo resta assolutamente fedele alla rock culture, ecco premesso questo fatto dire che 21 di Adele non sia il disco dell'anno da poco concluso sarebbe a dir poco singolare.
Tutte-ma-proprio-tutte le charts mondiali l'hanno visto al numero uno, vende un numero di copie che sarebbe stato enorme anche negli anni 80, la sentiamo ovunque andiamo (supermercati, sale d'attesa dei medici, metropolitana) le sue canzoni ci inseguono fino a casa e lì guai ad accendere la radio.
E' un fenomeno mass-mediologico che tanto di cappello, a mio avviso realizzato con grande professionalità e bravura.
Spanne sopra le altre concorrenti che ancora si dimenano cercando di vendere musica con le curve e le pose hard.
Adele semplicemente non può. La sua "diversità" la obbliga a incidere buone canzoni.
SEMPRE IN AMBITO MAINSTREAM prima che qualcuno inizi a schifarla.
Se la gioca con Lady Gaga e Rihanna per dire, non con John Grant. Per capirsi.
Ecco, in questo contesto, c'è però una cosa che mi preme dire.
L'ho vista ai Grammy's (i vari servizi fotografici) molto male. Smagrita, con aria persa, quasi sofferente, messa giù come un fake di una bambola hollywoodiana un pò in carne.

E quindi lancio la mia richiesta di aiuto.
Magari non serve, ma attenzione a non spremere troppo il limone, altrimenti rischia di fare la fine di Amy e di Whitney.
E spero proprio che quel che resta dell'industria discografica abbia preso queste due "tragedie annunciate" come esempio, anche se in cuor mio ci credo poco.
Come dicevo nel titolo, PREVENIRE E' MEGLIO CHE CURARE.
O no?

martedì 7 febbraio 2012

NOSFERATU "Highway" e i misconosciuti gruppi degli anni 70

"Contrary to other bands produced by the famous Conny Plank (KRAFTWERK, GURU GURU and many others), NOSFERATU's musical career was very short and suffered of a lack of recognition by a larger public. Almost nothing is said about their history and the only thing we have from them is a fresh, enthousiastic, atypical jazzy rock album dominated by raw, aggressive guitars and progressive "folk" arrangements. NOSFERATU belongs to this kind of German bands who success to create a deep and trippy atmosphere thanks to fine moments of long instrumental solos, crossing with an original touch guitars to sax, flute and electric organs. The lyrics are sung in English and stay very strong. An enjoyable effort which can be compared with others "cult" German fusion items. Similar bands: DZYAN, XHOL, SAMETI, OUT OF FOCUS."

Mi sono imbattuto del tutto casualmente in questa roba qua.
Non so quando mi riavrete. Trip assoluto.
Rock teutonico anni 70 pieno zeppo di riferimenti, stili e oltre ogni genere.
Dietro Conny Plank (che poi sarebbe diventato produttore di successo con Kraftwerk e Ultravox 2.0).
Incredibile quanta roba buona non abbia potuto emergere o arrivare al successo.




venerdì 3 febbraio 2012

LONG COLD WINTER

Mai brano fu tanto coerente con la metereologia che stiamo vivendo, perlomeno da Firenze in su.
Qua a Milano non si riesce a tirare sopra lo zero, oggi c'è anche un pò di sole ma siamo inesorabilmente a -2° e la notte ci si asserraglia dentro casa che neanche l'assedio di stalingrado.
Ieri ho "tentato" di andare verso Firenze in treno ma a Bologna sono dovuto tornare indietro risucchiato nel Grande Gelo come da un'antica profezia lovecraftiana.
(tra parentesi ho visto ora il meteo e a Cefalù danno 16 gradi, porcauacca)

E allora che c'entrano i CINDERELLA di Tommie Keifer?
C'entrano eccome. Il loro pezzone che oggi vi propongo risente del mio stato d'animo attuale.
Un bluesaccio di quelli tristi, che discende in linea diretta dalla canzone rock che amo di più in assoluto, ovvero "Since I've been loving you" degli Zep.
LONG COLD WINTER è un gran pezzo, Tom Keifer una voce da paura e un discreto chitarrista.
I Cinderella però arrivarono nel momento sbagliato, paradossalmente quando i dischi di hard rock e heavy metal dominavano le classifiche di mezzo mondo.
(a proposito a volte penso all'epoca dello strapotere hard&heavy come al periodo in cui sulla terra dominavano i dinosauri, chissà quale meteorite ha abbattuto questo genere e perchè)

Furono confusi, i Cinderella, con la marea dei gruppazzi di glam metal imperanti (forse per le chiome cotonate?), e non riuscirono a farsi notare nel modo dovuto. Pur piazzando un paio di dischi ai piani altissimi, in realtà il loro mood troppo simile ai Grandi Padri e un pò meno simile alle canzonette pop metal dei Poison e dei Motley Crue non fu apprezzato quanto avrebbe meritato. Eppure erano un paio di spanne sopra la media del periodo, fidatevi.
Riuscivano, e lo dico per i miei detrattori, a fare anche incredibilmente a meno degli assoli a millemila l'ora, ripiegando su solidi solos di matrice seventies senza udite udite neanche un accenno di tapping.
E riuscivano a scrivere pezzi al limite del commovente, come questo.
Unico loro neo era indugiare su qualche power ballad di troppo, ma anche lì con più equilibrio e meno melassa del solito. E con l'unico obiettivo di dare al disco quel paio di pezzi giusti da far sdilinquire i romanticoni (es. la famosa e strappalagrime "Don't know what you got till it's gone").

Insomma se Long Cold Winter deve essere, almeno che sia quello giusto!