giovedì 27 settembre 2007

ADESSO BASTA

Basta. Mi ero ripromesso di non scrivere più niente a proposito di reunion.
Si stanno riunendo praticamente tutti e io non trovo nessun valido motivo per gioirne.
Si tratta perlopiù di bieche operazioni commerciali che al 99% dei casi (salvo solo i Police che mi dicono quasi più bravi di allora) si risolvono in penosi e tecnicamente modestissimi dejavu.
E allora che cacchio sei qui a parlarne, direte.
Perchè è ripreso il tormentone dei Queen.
Che dopo la contestatissima tourneè Queen + Paul Rodgers, pare usciranno con un disco di inediti da studio. Pare senza John Deacon. Pare anche, ma dopo i duetti di Nat King Cole con il resto del mondo sono pronto a tutto, senza Freddie Mercury.
E allora dico BASTA.
Capisco tutto.
I soldi, la noia, la voglia di uscire dalle tenute miliardarie per andare ancora un pò on the road a sfangare groupies e altro (vedi Sting "beccato" nel bordello di Amburgo).
I fatturati che calano impietosamente e la necessità di riempire le arene.
Capisco anche che purtroppo non ci sono più gruppi "planetari" che possano riempire la scena. U2 e REM forse sono stati gli ultimi dinosauri. Ma dopo di loro, senza voler togliere alcun valore ad artisti comunque bravissimi, non si sono viste più greatest rock'n'roll bands in the world.
Tranne, forse, Ligabue.
Ed allora, caro Freddie (uno dei pochi artisti per la cui morte mi sono commosso), anche se puttanate ne hai fatte tante anche te (e Caballè....), dammi una mano a faje dì de no.
Prestame er Ponentino più malandrino che c'hai.
Freddie nun fa lo stupido stasera.

lunedì 24 settembre 2007

hunter and the hunted

Ho molte loro canzoni nel cuore, però rigorosamente fino a (compreso) "Sparkle in the rain".
Questa è una delle mie preferite perchè viene dopo l'era glaciale di Sister feelings call e cade nel momento di maggior stato di grazia del gruppo.
Che, per inciso, quando era al top, fu il più grande gruppo emerso dalla bolgia new wave.
Sì, perfino sopra gli U2.
Capigliature a parte, aggiungerei.

Da segnalare il delizioso assolo di synth che nel disco fu suonato da Herbie Hancock.

mercoledì 19 settembre 2007

Un chitarrista troppo bravo per stare lì

Uli Jon Roth è stato il secondo chitarrista degli Scorpions. Praticamente il primo visto che Michael Schenker si involò con gli UFO subito dopo il disco di esordio.
Uli Jon Roth aveva (ed ha anche oggi che gira il mondo da fricchettone fuori tempo) stile, classe e personalità.
Una devozione per la chitarra che deriva direttamente da Hendrix ma dove aggiunge un tocco molto mitteleuropeo (leggasi gusto per la melodia) e porta avanti la storia dello strumento senza esserne un caposcuola ma rimanendone un ottimo interprete.
Gli Scorpioni, pur nel loro momento migliore (prima dell'invasione pop-metal degli USA ai tempo di Blackout e co.) gli stavano stretti.
Difatti Matthias Jabs, che l'ha sostituito, pur dotato di dita veloci, non gli arriva alle ginocchia sul metro della personalità.

Un mio tributo a Uli Jon chitarrista dimenticato nel tempo e nello spazio, ma tanto tanto piacevole da sentire ancora.

venerdì 14 settembre 2007

Kasa bian, Kasa bian per piccina che tu sian.....



Non crediate che viva fossilizzato nel passato.
Anzi.
Temo sinceramente che non torneranno i grandi momenti di un certo Rock.
Ma bazzico anche il presente, con qualche piccola soddisfazione.
Niente di eclatante, per carità.
Ma ogni tanto trovo qualche motivo di interesse anche nei contemporanei.
Secondo il principio ETERNO che anche i grandissimi hanno fatto le loro migliori cose da giovani, non vedo perché questo principio non si debba applicare anche alle giovani band di oggi.
In questo periodo mi stanno simpatici i KASABIAN.
Perché non sono spocchiosi.
Perché buttano lì una miscela di brit pop di cui sono evidentissime le matrici (Stone Roses, Weller, Oasis) ma che risulta spontaneo e non scopiazzato alla Fornaciari.
Pezzi come Club Foot o SLF o Processed Beats sono perfettamente inseriti sia nella tradizione sia nel mondo d’oggi.
E hanno “groove”. Molto groove. Forse grazie ad un ottimo bass player di cui non so manco il nome.
Che li pone anche vicini al movimento new rave, pur rimanendo a mio avviso rock oriented.
Quindi niente di nuovo ma qualcosa di estremamente energico e piacevole che consiglio a tutti per darsi una bella rinfrescata.
Alla prossima.
PS in alto a sinistra alcune loro canzoni.

lunedì 10 settembre 2007

Cose rassicuranti



Ognuno ha i suoi punti deboli.
Un ex metallaro, ex punkettaro, ex dark, ex_molte_ cose_pesanti come me lo sa meglio di chiunque.
Facile per un amante di Bob Dylan proclamarsi fan della Poesia.
Facile per chi ama i Beatles seguire l’onda del romanticismo.
Meno facile per quelli come me amare questo gruppo e soprattutto amare alla follia alcune delle loro canzoni, fra le più belle di sempre.

Questa “cosetta” (una via di mezzo tra un valzerino ed una ninna nanna) di meno di due minuti è un condensato di Bellezza e di Cuore senza paragoni.
Addirittura per me supera l'incantesimo generato da There is a light that never goes out.

La canzone esiste. E’ stata scritta cantata e suonata là da qualche parte, somewhere in England. Non me la sono sognata. E la mia immensa gratitudine al Moz e a Johnny per avermela data.

PLEASE PLEASE PLEASE LET ME GET WHAT I WANT

Good times for a change
See, the luck I've had
Can make a good man Turn bad

So please please please Let me, let me, let me Let me get what I want This time

Haven't had a dream in a long time
See, the life I've had
Can make a good man bad

So for once in my life
Let me get what I want Lord knows, it would be the first time Lord knows, it would be the first time
PS Qualora non fosse ancora chiaro, nei riquadri in alto a sinistra sotto "please please" ci sono alcuni filmati tratti dalla rete relativi al pezzo in questione, compreso una buona (anche se un pò troppo melò) versione dei MUSE.

mercoledì 5 settembre 2007

Fatti più in là




Ecco. Grazie ad Henry che mi ha messo la pulce nell'orecchio.

Adesso il "mistero" è spiegato.

Nel link soprastante, relativo al blog di Michael Anthony, il simpatico bassista spiega perchè non sarà in tourneè con i Van Halen nella loro prossima reunion.

I veri fan già sapranno che Wolfgang Van Halen (figlio 16-enne di Eddie e Valerie Bertinelli) sarà presto in tour con il padre, lo zio Alex e il recuperatissimo David Lee Roth come bassista della band.

Peccato che al buon Michael nessuno avesse detto nulla ufficialmente.

Eppure, nell'economia del sound dei VH, Micheal Anthony contava eccome.

Non solo per il suo potente e originale basso, ma anche per i backing vocals (tutti praticamente suoi e decisivi ad esempio in brani come Panama e Running with the Devil) e per partecipare attivamente al songwriting.

Vabbè, anche lui ammette che se avesse un kid di 16 anni forse ci penserebbe su.

Ma comunque non è bello essere scaricati così, dopo 30 anni di carriera assieme.

La spiegazione ufficiosa data dai nuovi VH?

Che Michael se ne andava in giro a fare tour con Sammy Hagar, secondo cantante della band dopo il primo abbandono di DLRoth.

Già. E che doveva fare mentre Eddie era impegnato a sconfiggere malattie e dipendenze varie?
Van Halen comunque (almeno per lo scrivente) nell'Olimpo.
Ma con uno schizzetto di fango in più sul bavero.