JOE JACKSON, un nome da cestista NBA in un corpo da englishman-in-new-york, è a tutti gli effetti e senza ombra di dubbio uno dei migliori Cantautori che la Gran Bretagna abbia mai avuto.
Camaleontico quanto basta per aver alimentato negli anni una platea di aficionados stratificata, variopinta e multicolore alla quale mi onoro di appartenere, eclettico a tal punto da ripudiare (e poi in parte recuperare) il genere che lo ha imposto all'attenzione del grande pubblico, dotato da madre natura di una sensibilità tale da permettergli di scrivere con assoluta scioltezza grandi canzoni di amore, taglienti pezzi post-punk e grandiosi pezzi post-jazz.
Ho perso un pò il filo dei suoi lavori ma recentemente un mio acquisto sbadato ed economico (Live at the BBC, 2 CD riepilogativi del periodo 77-83) ha riacceso i miei spotlight verso l'opera di questo grande e, in parte, misconosciuto artista.
Che deve gran parte dei suoi mancati riconoscimenti ad un difetto di incalcolabile potenza: essere (o perlomeno sembrare dato che non ho mai bevuto un caffè con illo) antipatico come un dito nel culo (direte che anche Dylan lo è, ma ciò non gli ha impedito di avere successo) (ma non saprete mai che successo avrebbe avuto Dylan se oltrechè enormemente bravo fosse stato anche simpatico) (per non parlare di DeGregori).
Difficile dire quale sia la sua signature-song, tante ne ha fatte di belle.
C'è chi predilige le dure e taglienti “I'm the Man” o “Look Sharp”.
C'è chi ama il pop di “Is she really going out with him?” o le cadenze jazzy di “You can’t get what you want (till you know what you want)"”.
C'è chi sottolinea l'espressività raggiunta in tutto l’album-capolavoro che è Night and Day (quello dedicato a Cole Porter, dove albergano pezzi titanici come “Breaking us in two”, “Steppin'out”, “A Slow song”).
Io che spesso cerco di innamorarmi di pezzi meno famosi e roboanti, forse per non dover dividere il mio cuore con troppi altri, sono molto legato a questa ballata piano e voce che si chiama “Be my number two”, tutta dedicata al delicato ruolo dei “numeri due”.
Che oltretutto, come molte di Joe, ha un bellissimo testo.
E quindi VIDEO-OKE sia!!!
Halleluja.
mercoledì 8 aprile 2009
Be my number two
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14 commenti:
grazie Stè per aver ricordato Joe!!
Erano anni che pensavo al perchè nessuno se ne ricordasse, senz'altra risposta del fatto che era uscito di scena da un tot, e dunque era come non fosse mai esistito sebbene fino a metà degli '80 era sempre sulle copertine...
A me resta più di tutto quello di I'm the Man e Beat Crazy, nervoso e urlante poi, chiaro, Steppin' out, finchè ancora oggi mi domando come sia finito, e soprattutto perchè.
arc
Ehi Arc!
JJ è come un vecchio amico burbero e rompiballe che non si fa mai sentire.
Ma quando riappare s'illumina lo stereo.
Bravo Joe Jackson... pensare che inizialmente non lo sopportavo; ma per me è stato così anche per i Dire Straits, quando qualcosa andava pr la maggiore, era un buon motivo per detestarlo... ;)
....eccomi...in ritardo....se non ti dispiace dovrai condividere questa ballata anche con me!!!!
:)
lady frau mrs Marisa
dividiamo, dividiamo....ciao marisa!
quello che stavo cercando, grazie
La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu
good start
imparato molto
leggere l'intero blog, pretty good
imparato molto
good start
La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu
necessita di verificare:)
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