giovedì 26 aprile 2012

KILLING JOKE

Esaurito il compito iconoclasta del punk, spuntarono quelli che facevano sul serio.
Agli albori degli anni 80 apparve o si consolidò un gruppo di band scevre dai simboli anarcoidi e nichilisti del movimento, piuttosto contestate da quelli della prima ora, ma vividamente proiettate nel futuro e vogliose di imporre la loro cifra stilistica di matrice dark. Dark in senso lato, non mi riferisco al filone della new wave che in Italia fu così denominato. Mi riferisco ad un certo modo di porsi, di creare immagini sonore e visive senza sorrisi e piuttosto passionali. Mi riferisco ad un certo tipo di musica potente, piena di riff ai limiti dell'hard rock, senza troppi sconti alla melodia. Una musica che veniva dal punk per allontanarsene e gettare le basi di una nuova era rock senza fronzoli ma di spessore.
Tre band portavano avanti questo discorso.
KILLING JOKE, BAUHAUS, STRANGLERS.
Tre band unite dal fil rouge dell'inquietudine. Uno strano sentimento lontano dalla malinconia dei gotici e lontano dalla furia dei punk, pur essendone stretto parente. A modo loro seppero mettere dei paletti sonori da cui sarebbe stato impossibile tornare indietro. Vogliamo chiamarlo post punk? Forse.
Di loro oggi metto i primi (avremo modo di riparlare degli altri due siatene certi), autori di uno dei più grandi "debut-album" di tutti i tempi, il self titled "Killing Joke" così compatto e livellato verso l'alto che ho difficoltà a sceglierne una. Direi REQUIEM o WARDANCE, le più famose ma non è nel mio stile mettere quelle che conoscono tutti. E allora "ripiego" su THE WAIT, un pezzo che dovrebbe far riflettere molti metallari sul vero senso della parola rock. E detto da me......
Alla prossima.

venerdì 20 aprile 2012

Una delle versioni migliori di A Forest (1992)



Non riesco a non emozionarmi ancora oggi, a 32 (!) anni di distanza da questo stupendo affresco sonoro, a 20 anni di distanza da questa esecuzione siderale con la formazione "allargata" del periodo della svolta pop, non riesco a togliere A Forest dalla lista delle mie canzoni da isola deserta, non riesco a sostituire i Cure con nessuna band "indie" venuta dopo di loro, non riesco a pensare a un altro che canti come lui.
E non è questione di essere un "passatista" è questione di pensare che di tizi come Robertino Smith il mondo della musica ce ne regali massimo uno ogni 30 anni. Forse anche di meno.
Grazie Lucien, per avermela fatta rientrare nelle ossa con il tuo post delle canzoni che ti hanno cambiato la vita.
Buon risveglio, è quasi l'alba.

lunedì 16 aprile 2012

Echo & The Bunnymen - The Killing Moon



In questo preciso istante questa canzone è tra le più belle che abbia mai sentito, seguita a brevissima distanza da The Whole of the moon dei Waterboys e da Here dei Pavement.
Sto tentando di trovare il filo conduttore ma forse è troppo tardi.
Ad ogni modo Ian McCulloch avrebbe potuto essere una supernova invece la sua parabola ha preso una piega diversa.....ma forse è meglio così.
Buonanotte e speriamo di rivederla, la luna, dopo giorni di nuvole pioggia vento e umido.

mercoledì 4 aprile 2012

Gomez - Get Miles


Qual è il problema dei Gomez da Southport UK? Probabilmente non essere mai stati trendy, non aver mai rappresentato seriamente una next big thing, non aver suonato low fi, non essere una bandiera troppo sbandierata del circuito indie. Insomma che cacchio ci stavano a fare in coda al brit pop degli anni 90 con quelle canzoni un pò psichedeliche? Non l'ha mai capito veramente nessuno ma loro sono andati avanti imperterriti senza mai raccogliere il meritato successo, in realtà presumo fregandosene perchè non hanno mai fatto ruffianate capaci di proiettarli in cima alle classifiche.
Conseguenza di tutto questo? Una delle band più sottovalutate di sempre.

GET MILES è il pezzo che preferisco di loro, ipnotico bluesy e un tantinello "in acido". Il primo pezzo del primo mitico album "Bring it on". Uno di quei dischi che hanno caratterizzato l'ultimo decennio del secolo scorso.
Chi ha raccolto oggi il loro testimone? Forse gli Spoon, un altro mio pallino.
Alla prossima.