domenica 29 giugno 2008

Don Henley - Talking To The Moon

Take it easy.
E capite già in che territorio siamo.
Il bel canto, la bella musica, la vita che dipende da come gira il sole e da chi ti accompagnerà la nottata.
California, estate, Eagles.
Anzi DON HENLEY, per la precisione.
In uno dei suoi non rari momenti di grazia. Neanche troppo noto.
Per il rock "impegnato" ci saranno altre occasioni.
Halleluja.

In the hot september sun down in texas
Sucked the streams bone dry
Turned to roads to dust
In the sleepy little towns down in texas,
The shades are all pulled down;
The streets are all rolled up.

And the only thing that breaks the silence
Are the trucks a-passin by
Late at night on the front porch swing
You can hear their mournful sigh
And the lonesome weeping willow cries to the stars above
He was callin out for his lady love
Shes been gone so long

I was just talkin to the moon
Hopin someday soon that Id be over
The memory of you-too hard to hold

And the wind across the plains
Is all that now remains
And the night shakes loose the names
But they never quite go back the way they came

So, good-bye rodeo
Its a long, funny way for men to go
Never change
Never change at all

I was just talkin to the moon
Hopin someday soon that Id be over
The memory of you- too hard to hold on

I was just talkin to the moon
Hopin someday soon that Id be over the
Memory of you

giovedì 26 giugno 2008

HO VISTO COSE

Ho visto gli EAGLES che non osano più.
Ho visto i CREAM dal pasticcere.

Ho visto i POLICE tutti chiacchere ma non distintivo.
Ho visto i NEGRAMARO imbottigliati nel traffico.
Ho visto i KAISERCHIEFS e i FRANZ FERDINAND e gli ho detto: “eh, e i Bismarck, dove caspero gli avete messi?”
Ho visto i KRAFTWERK cose buone dal MONDWERK.
Ho visto i PERE UBU un pò alla frutta.
Ho visto i METALLICA un po’ arrugginiti sugli strumenti.
Ho visto i DURAN DURAN fare un concerto di venti minuti.
Ho visto i TOTO duettare con Cotugno (ok…ok….questa me la potevo evitare).
Ho visto i CHICAGO ripulire poi bene bene (eh vabbè, mica posso farle tutte pulite….).
Ho visto i NO DOUBT molto indecisi sul da farsi.
Ho visto i COMMODORES fare le guest stars su The Love Boat.
Ho visto i CURE dall’estetista (brutta, questa è bruttissima).
Ho visto PRINCE insieme ai QUEEN avviarsi verso Buckingham Palace con FERGIE THE DUTCHESS. Ad attenderli, PAOLO CONTE.
Ho visto i LYNYRD SKYNYRD e gli ho detto “’ndy cyzzy syynaty stysyry?”

Ho visto i VAN HALEN battere l’Italia 3 a 0.
Ho visto Ivana SPAGNA vincere, ma ai rigori.
Ho visto ALICE IN CHAINS e l’ho liberata.
Ho visto gli YES negare anche l’evidenza.
Ho visto i VILLAGE PEOPLE al Club Med.
Ho visto gli EUROPE e gli ASIA suonare a Pessano con Bornago. Supporter gli AMERICA.
Ho visto i NERI PER CASO. Eh..passavo di lì.

sabato 14 giugno 2008

judas priest-acoustic set

Se avete la pazienza di superare la tremenda sigletta di questa trasmissione in cui erano ospiti, vi attende una visione abbastanza curiosa dei Judas Priest (solo voce e chitarra acustica) alle prese con la versione ormai celeberrima della ballata di joanbaeziana memoria Diamonds and rust (ohibò!).
Nella cosmogonia del Rock Duro esiste un preciso consiglio di amministrazione di Divinità.
Rob Halford (qua in versione Fra' Martino campanaro, non più ossigenato -per forza è pelato- e con barbetta orientaleggiante) è una delle più osannate ed autorevoli.
Uomo timido, gentile e anche dichiaratamente gay (a riprova che l'ambiente metal è meno ottuso e reazionario di quel che si pensi ed a riprova che non sempre chi suona cose toste è obbligatoriamente un cazzone grezzone) resta a tuttoggi dotato di una delle più belle voci in circolazione.

Per farlo accedere a platee anche non-headbanger è necessario proporlo così.
In versione unplugged, sobrio, senza borchie e leather jacket.

Meno teatrale del solito, senza i consueti acuti spaccacristalli.

Ma intenso, preso, calato nel ruolo.

E che l'Olimpo del Rock Duro ce lo conservi il più a lungo possibile, nel suo ruolo.

Un Mito. In tutti i sensi.

Halleluja!

venerdì 6 giugno 2008

Sara Smile (forever)

In diretta da casa sua (!) un Daryl Hall privo del look cotonato anni '80 e soprattutto senza la compagnia di John "Franco Causio" Oates, sciorina in quattro e quattrotto uno dei pezzi pregiati della collezione di famiglia.

Quel "Sara Smile" (dedicato alla moglie e compagna di vita Sara Allen, coautrice di tante canzoni del duo Hall & Oates) che ancor oggi sta sospeso a metà tra la nostalgia e la tenerezza ma ci dice senza se e senza ma che l'uomo Daryl, al di là di una delle più belle voci bianche di sempre, ha anche una grande anima.

Halleluja.