Il doppio album dei SIMPLE MINDS del 1981, curiosamente diviso in due dischi intitolati "Sons and fascination" e "Sister Feelings Call", resta un esempio insuperato di desiderata abbinato al miraggio.
Un lavoro di portata immensa che partiva dalle ceneri del punk e s'innestava senza però scendervi troppo nella new wave più cupa e glaciale.
Cosa salvava i Simple Minds dal non ritorno del dark? Il loro estremo romanticismo. Lo stesso che li porterà pochi anni dopo all'autodistruzione perchè come diceva anche (e un tantino "pelosamente") Brian May ...too much love will kill you....!
Però la magica situazione (artisticamente parlando) che a me piace definire "bilico" consentì a Jim Kerr e soci di produrre almeno tre album grandiosi: Empires and Dance, il duetto citato a inizio post e il conclusivo immenso epitaffiale New Gold Dream.
Nessun lavoro di nessun gruppo coevo dei Minds è all'altezza di questa roba.
Peraltro eccessivamente contestualizzata e storicamente collocata.
Nel senso che oggi dischi di questo tipo sarebbero enormemente superflui, ma allora erano fondamentali per capire dove ci si stesse trovando, un pò come Dylan e Who negli anni '60 che a risentire oggi certi pezzi ti viene un pò da ridere ma a sentirli nel 1965 erano immensi.
Gli anni '80 insomma così sputazzati furono annunciati da dischi come questi qua.
E quindi quando presero la piega dei lustrini molti storsero bocca, gengive e tonsille.
Avrebbero potuto essere il decennio fondamentale del secolo e invece partiti a mille andarono progressivamente in vacca.
Un pò come i Simple Minds, un pò come tutti noi.
Vi sparo qualche pezzo a caso sperando che ci siano tra i pochi udenti alcuni IGNARI a cui questo post possa servire.
Gli amici con cui I usually agree with sentiranno della ridondanza, ma tant'è. Per una volta voglio mandare ai posteri qualcosa di utile.
See you later e buona pasqua a tutti.
17 commenti:
Caro...), non saprei a quale delle categorie a cui ti rivolgi io possa appartenere...io considero i SIMPLE MINDS uno dei più Grandi Gruppi di tutta la Storia del Rock ed adoro tutti i loro album da quelli che hai citato via via fino all'89 incluso e non ho mai minimamente pensato ad alcun cedimento in tutto quel tempo...l'altra sera, come ti ho scritto via sms, ho guardato il dvd del Live Aid ed ancora una volta sono sobbalzato nell'ascoltare per la millesima volta l'allora inedita Ghostdancing...cosa vuoi che mi riguardino le critiche e/o gli "storcimenti" di naso di chicchessia?!?Grazie per questo regalo di Pasqua, spero che la pastiera ricambi almeno un po'!!
Il discorso - su questi signori - potrebbe essere lunghissimo, di sicuro è spinoso assai. Quoto quasi tutto, soprattutto lo slalom gigante di patimenti e vergogne che intrapresero già all'epoca del Nuovo Sogno Dorato (quello di entrare a Top Of The Pops assieme a Marylin, mi sa). Il trittico Empires/Sister/Sons è uno dei punti più alti di quella usualmente chiamata - per convenzione - new wave. Era il kraut glasvegiano spiegato alle masse, Gabriel e Hackett ringiovaniti, afro funk in candeggina. Peccato poi che, davvero, la fine dei Genesis la fecero eccome. Li amai tantissimo, è per questo che oggi li aborro, e parlarne è imbarazzante quanto una malattia venerea. Ma questi tre dischi...wow.
Li ho amati e idolatrati come penso nessuno. Ho visto come penso altri, il presagio della fine con "Don't You forget about me" e lo sbarco sul mercato U.S.A.. Ho tenuto stoicamente botta sino al 1989, come un amante tradito che non vuole rendersi conto che l'amore e' finito da un po', ed ho continuato ad acquistare i loro dischi (con un po' di vergogna) sino a Real Life del '91.
Ho detestato qualsiasi loro suono sino ai giorni nostri: ora, complice forse l'eta', ma piu' probabilmente a causa del desolante scenario musicale attuale, torno a volgere uno sguardo piu' benevolo ai velleitari tentativi di Jim Kerr di scrivere qualche buon brano.
Ma ho continuato imperterrito in tutti questi anni a spaccare i maroni ai vicini con ascolti come "Theme for great cities", "I travel" e "New Gold Dream".
Non ci riesco ad odiarli, li ho amati troppo.
Mi accodo ai commenti sopra. Li ho amati, e tanto, fino a "New Gold Dream", dopo hanno fatto la fine dei Genesis. Chissà se quelli a cui sono piaciuti dopo, sono tra chi li fischiò sonoramente al Parco delle Cascine a Firenze nel 1980, all'apertura del concerto di Lou Reed.
Infatuazione da primi anni '80 (con tanto di concerto a Bologna), poi dopo New Gold Dream li ho abbandonati totalmente.
Oh, tutti nostalgici!
Non pensavo questa affinità elettiva ecumenica... bene, per il sottoscritto erano apparsi con Empires, ricordo il martellamento di I travel, le ipnosi di Costantinople Line... Poi le ariosità
di Theme for Great Cities, tutta l'epica della modernità alienante e travolgente insieme.
Arrivò Someone Somewhere in Summertime e bisognava danzare "with tears in my eyes" come dicevano gli Ultravox, romanticismo a palate, struggimenti ma autentici... poi Sparkle in the rain puzza un po' di speculazione sui sentimenti, e il resto l'ho evitato, avevo altro da fare.
arc
Nostalgici?non mi sembra...anche perchè per me i Simple Minds sono eterni, quindi mi preservano dalla tentazione alla nostalgia...a meno che non si possa essere nostalgici di Beethoven!:)
Vada invece per l'ecumenismo(che sarebbe un valore...)e, visto che quest'anno è Pasqua per tutti i cristiani, quale LORO brano migliore?Meravigliosa versione live dell'89...Totonno presente 2 volte:
http://www.youtube.com/watch?v=Dx6FJdBiHsI
@totonno e prillo
voi due che parlate dei SM siete attendibili come me che parlo di Daviddino…..con la differenza che totonno è come il marito cornuto che non sa niente e che prillo è come il marito consapevole del tradimento che aspetta l’amante fuori per fargliela pagare…..:-)
@nudespoonqualcosa
benvenuto/a in questo postribolo, e non ti vergognare mai delle debolezze passate….in musica come in amor tutto è concesso.
@arc
eh amico mio per resuscitarti devo tirare fuori xtc e simple minds…..vabbè che siamo in periodo.
Su Sparkle devo dirti che l’ho sempre considerato un grande mezzo album. Ci sono pezzoni enormi (waterfront e upon the catwalk su tutti), una produzione grandissima come quella di Lillywhite ma alla fine manca quello spessore generale tipico della trilogia, come se “il fuoco” stesse finendo di bruciare..
@harmonica
lou reed alle cascine, è successo. Bisogna pur tramandarle queste cose, a chi crede che coachella e glastonbury siano gli eventi del secolo….
@lucien
allora siamo in cronologia…..io a dire il vero li ho seguiti per un altro po’ di tempo nella speranza che tornassero su quei livelli. Ma ovviamente era impossibile, quando sei stato sul tetto del mondo l’unica cosa che puoi fare è scendere. Più o meno dignitosamente.
Ma i SM non fecero da spalla a Petr Gabriel alle cascine?
Credo tu abbia ragione Totonno.
In effetti mancai quel concerto di Peter Gabriel (poi "recuperato" durante l'US tour) e i miei amici presenti mi dissero mirabilie anche dei Simple Minds.
A Lou Reed invece c'ero, ma arrivai a concerto iniziato passando.....ehm....per vie non consuete.
Ma non credo ci fossero supporters.
Probabilmente l'amico fiorentino harmonica ha confuso i due concertoni!!!
Quando vai sulla nuova onda caro Sté non posso esimermi. Sono assentabile sulle americanate e sugli americani in genere, tolti i Doors, Jefferson, Velvet e qualcos'altro... sempre che non si tratti degli '80 e successivi...
Riguardo Sparkle sono abbastanza d'accordo, buono a metà, suono ancora più potente di New Gold Dream grazie a Lillywhite ma metà dei brani più che suonare... rimbombano, appunto. L'altra metà invece credo valga tutta la restante produzione da allora a oggi.
arc
Su Lillywhite non mi trovate d'accordo, figlioli. Proprio per la magniloquenza e la pomposità del suono, li trasformà in pachidermi. alcune canzoni di Sparkle avrebbero potuto essere - parere personale, chiaro - più incisive senza tutto quel tump tump riverberato (due gonadi!) che lo attorciglia.
beh oddio se lillywhite è pomposo e magniloquente allora robert john mutt lange com'è?
:-)
War è meno pomposo di Unforgettable Fire, ad esempio.....
Secondo me Lillywhite è estremamente personale e tende a prevaricare i gruppi. Poi può piacere o meno ma lascia un segno profondo e indelebile. Un marchio di fabbrica inconfondibile. Ma è un concetto (quanto la produzione debba essere riconoscibile o invece lasciare estrarre il massimo dagli artisti senza brillare di luce propria) su cui potremmo discutere per ore....
Forse l'ho messa giù male, ergo: non trovate che il suo suono sia così 1983? Non è mai uscito da quelle pastoie, suona vecchio, datato e pure un tantinello ridicolo oggi. Imho, eh, intendiamoci. Comunque sì, davvero, l'ho sempre trovato pomposo, rispetto a 'quasi' tutti i suoi colleghi coevi. Spazio rubato per questioni di lana caprina, sorry.
PS Mutt però - tolto il singolo degli XTC - ha prodotto album da supermercati, no? ;)
Questioni di lana caprina?
Per me no, sono un appassionato di "produzione", penso che incida tantissimo sulle performance di un disco.
Sono d'accordo con te sul "datato" il suono lillywhite oggi è ormai nel dimenticatoio, però non l'ho mai trovato pomposo....
Mutt è uno da supermercati ma ha uan mano pesantissima.
Se penso a cose tipo Heartbeat City dei Cars o Back in Black degli AC/DC mi viene da pensare cosa sarebbe stato se lui non ci avesse messo le mani!!!
Fratello, intendevo 'questione di lana caprina' la soggettività degli ascolti. La ragione non abita da nessun parte (per fortuna), soprattutto in musica. Era funzionalissimo per l'epoca (beh, due anni circa) il Lilly, ma a mio giudizio credo sia stato una delle cause della bulimia che colpì Jim Kerr et sodali. Poi è - ripeto - questione di gusti, a me per esempio piaceva Zeus B.Held, ma riascoltato oggi fa sorridere.
Posta un commento