mercoledì 27 aprile 2011

Verdena live - Scegli me



Diciamo che non sono propriamente un fan della musica itagliana.
Soprattutto di quella nuova, contemporanea.
Diciamo anche che l'ultimo (ormai non più fresco di stampa) album dei Verdena, WOW, mi era stato subito sulle balle per due motivi:
1) l'estremo hype che lo circondava, che ha portato la blogosfera a incensarne le doti forse ancora prima di ascoltarlo
2) l'estrema lunghezza, che con una produzione più oculata avrebbe potuto essere almeno dimezzata per dare alle stampe un grande lavoro anzichè uno sbobbone discontinuo come invece è stato.
Andando avanti però qualcosa dei Verdena mi ha preso, diciamo che adesso sono nella fase in cui li guardo con sospetto ma anche con aspettative.
Il panorama della musica mondiale l'è quel che l'è.
Quello della nuova musica itagliana, as usual, peggio. Salviamo Teatro degli Orrori, Baustelle, Luci della centrale elettrica, Shout, Massimo Volume. Poi è finita eh.
Quindi perchè non sperare che i maturati Verdena possano giocare un ruolo di primo piano?
La musica pare esserci, la passione pure. Sui testi ho delle notevoli riserve ma insomma non si può essere troppo di palato fine di questi tempi. E poi santiddio la musica itagliana vive da sempre troppo di testi e troppo poco di musica, quindi benvenga un ragionevole sovvertimento.
A voi il pezzo di apertura dell'ultimo lavoro, questa "Scegli Me" che non sfigurerebbe in effetti in un lavoro inglese o americano. In una next big thing d'oltremanica. Perchè negare che i Verdena potrebbero avere un futuro international se trovassero un produttore serio e cantassero magari anche in inglese?
A voi la scelta, valutate se scegliere loro o un gruppazzo qualsiasi di NME.

domenica 24 aprile 2011

SIMPLE MINDS Come avrebbe potuto essere la storia

Il doppio album dei SIMPLE MINDS del 1981, curiosamente diviso in due dischi intitolati "Sons and fascination" e "Sister Feelings Call", resta un esempio insuperato di desiderata abbinato al miraggio.
Un lavoro di portata immensa che partiva dalle ceneri del punk e s'innestava senza però scendervi troppo nella new wave più cupa e glaciale.
Cosa salvava i Simple Minds dal non ritorno del dark? Il loro estremo romanticismo. Lo stesso che li porterà pochi anni dopo all'autodistruzione perchè come diceva anche (e un tantino "pelosamente") Brian May ...too much love will kill you....! 
Però la magica situazione (artisticamente parlando) che a me piace definire "bilico" consentì a Jim Kerr e soci di produrre almeno tre album grandiosi: Empires and Dance, il duetto citato a inizio post e il conclusivo immenso epitaffiale New Gold Dream.
Nessun lavoro di nessun gruppo coevo dei Minds è all'altezza di questa roba.
Peraltro eccessivamente contestualizzata e storicamente collocata.
Nel senso che oggi dischi di questo tipo sarebbero enormemente superflui, ma allora erano fondamentali per capire dove ci si stesse trovando, un pò come Dylan e Who negli anni '60 che a risentire oggi certi pezzi ti viene un pò da ridere ma a sentirli nel 1965 erano immensi.
Gli anni '80 insomma così sputazzati furono annunciati da dischi come questi qua.
E quindi quando presero la piega dei lustrini molti storsero bocca, gengive e tonsille.
Avrebbero potuto essere il decennio fondamentale del secolo e invece partiti a mille andarono progressivamente in vacca.
Un pò come i Simple Minds, un pò come tutti noi.
Vi sparo qualche pezzo a caso sperando che ci siano tra i pochi udenti alcuni IGNARI a cui questo post possa servire.
Gli amici con cui I usually agree with sentiranno della ridondanza, ma tant'è. Per una volta voglio mandare ai posteri qualcosa di utile.
See you later e buona pasqua a tutti.

martedì 19 aprile 2011

Le mille facce degli Scorpions - The Zoo


Per molti gli SCORPIONS (probabilmente il gruppo tedesco di maggior successo commerciale di sempre) sono quelli delle stucchevoli ma efficaci power ballads (Always somewhere, Wind of change, Holiday, Still Loving you......).
Oppure quelli del pop-aor metal della metà degli anni '80.
Tantissimi non conoscono il periodo "freak" dei '70 quando il grandissimo chitarrista Uli Jon Roth dava al loro sound una dimensione onirica e psichedelica pur all'interno di un solido impianto hard rock. Credetemi album come Fly to the rainbow e In Trance meritano assoluta attenzione.
Ci vorrebbero giorni per parlare della storia di una delle band più controverse del mondo hard&heavy.
Sicuramente la svolta "metal" di fine '70 (un'altra incarnazione della band) segnò un passaggio non indifferente, con l'ingresso dell'ottimo solista Matthias Jabs che pareva un Maiden o un Priest per immagine e tipo di impostazione e che dette un grande contributo a spostare il posizionamento della band a fianco della "new wave of british heavy metal" (quando invece i ragazzi erano usciti discograficamente parlando più o meno insieme a Zeppelin e Deep Purple). E con il songwriting di Rudolf Schenker (il fratello pazzo ma sano di Michael) ai massimi livelli.
Ci furono molto bocche storte tra i fan della prima ora ma gli Scorpions volenti o nolenti iniziarono a vendere camionate di dischi anche in USA e a riempire stadi e palasport ovunque.
Almeno un paio di album si salvano ancora.
Tra questi il possente Animal Magnetism, con cover inquietante e lasciva di studio higpnosis, che contiene pezzi hard/heavy di ottima caratura come questo torrido (e vai di aggettivo) hard blues con tanto di vocoder.
THE ZOO.
Da ascoltare.
E poi torniamo alle cose di oggi eh, ma un salto nella propria memoria non guasta mai.

venerdì 15 aprile 2011

Low - Try to Sleep (OFFICIAL VIDEO)


OK, l'hype può iniziare davvero.
Nuovo album, nuovo singolo.
Canzone eccellente (qualche reminiscenza di La Fata di Bennato ma non credo che Alan la conoscesse), video hitchcockiano (suggerisco di attendere il finale....) perfettamente in linea con il mood della band.
Alan e Mimi s'inseriscono di diritto nelle grandi uscite del 2011.
E la Subpop, se possibile, guadagna ancora punti.

sabato 9 aprile 2011

Blondie. Heart of Glass at The Midnight Special


Dei BLONDIE si è detto tutto e il contrario di tutto (me compreso).
Di Deborah Harry di più.
Io continuo a considerarli una grandissima band sospesa tra pop, punk, rock and roll, new wave e dance music, in un magico equilibrio che li ha resi, francamente, unici.
Non ci sono stati gruppi simili ai Blondie prima, ce ne sono stati molti dopo, anche senza la cantante donna eh.
La canzone è strafamosa ma la metto perchè l'ho sentita ieri sera come soundtrack di una pubblicità (e bravi i creativi che l'hanno scelta.....).
E poi continua a girarmi in testa l'idea sempre più consistente che forse, tra i tanti padrini che gli sono stati affibbiati, non era ancora venuto in mente che i Blondie di Debbie Harry e Chris Stein (senza nulla togliere ai validissimi Clem Burke, Jimmy Destri, Nigel Harrison e Frank Infante) erano i veri genitori adottivi degli Strokes, oggi fuori con un album anni '80 come "Angles" pieno di rimandi.

lunedì 4 aprile 2011

Nome e Cognome Band (Steve Miller)

Scrivere della Steve Miller Band (a proposito vi siete mai chiesti perchè tanti gruppi si chiamino così? Per vanità del leader o per scarsa fantasia? Pat Travers Band, Greg Kihn Band, Tom Robinson Band, J. Geils Band, Sensational Alex Harvey Band....) è semplice e difficile assieme.

Semplice perchè in Italia la conoscono in tre e quindi anche se spari cazzate nessuno se ne accorge. Difficile per lo stesso motivo perchè non ti si fila nessuno.

Gran parte della (poca) popolarità italica deriva loro dall'essere stati utilizzati come soundtrack da svariate pubblicità. Se non ricordo male Levis...Che poi oggi come oggi il metodo migliore (commercialmente parlando) di lancio di una canzone è quello, insieme all'utilizzo come colonna sonora di un serial di successo tipo dr. house o grey's anatomy o la cazzo di serie dei film sui vampiri teen ager. E pensare che una volta la migliore promozione erano i concerti...

Insomma com'è come non è, la STEVE MILLER BAND è il classico act che suona americano fino al midollo e che si sposta come una spoletta tra blues, rochenroll e country con estrema naturalità e regolarità.

I lavori sono spesso simili, a volte più brillanti altre meno. Piacevoli, non rivoluzionari, comunque dignitosi. La professionalità è indubbia e c'è anche del carattere che li distingue da millemila gruppi come loro.

I tre principali asset su cui basano la popolarità mondiale sono inequivocabilmente THE JOKER (con la deliziosa slide del leader), ABRACADABRA (la maggiore hit single che andò anche un pò ruffianamente in discoteca e fece veramente il giro del mondo) e JET AIRLINER (la più tradizionalista e rochenrolle del trio, grande e misconosciuta canzone).

Non sapendo decidermi ve le cuccate tutte e tre e magari vi viene voglia di apprfondire un pò, un Greatest Hits di Steve non dovrebbe mancare in nessuna discografia.....