domenica 28 ottobre 2012

Hellapeppa! HELLACOPTERS!

"Musicalmente il gruppo si propone come un incrocio tra Mc5, Motörhead e Kiss." (cit. Wikipedia).

Con un incipit così come potevano, ex-post, non piacermi?
Svedesi, nati dalle ceneri degli Entombed (death metal) e dei Backyard Babies (guns and roses style + o -), gli HELLACOPTERS sono durati dalla seconda metà dei novanta alla seconda metà dei 2000.
E sono stati a tutti gli effetti alfieri del cosidetto rock and roll scandinavo di fine millennio, un non-genere che ha mietuto parecchie vittime tra le quali il sottoscritto.
L'incipit di wikipedia non è completamente esaustivo, as usual. Mancano i riferimenti alla tradizione (Kinks) e al Punk (sempre wikipedia li definisce garage punk). Ma un certo non so che di "dirty rock and roll" traspare a ragion veduta un pò qua e un pò là. Ci sono gli assoli, nervosi e brevi, ma nel punk gli assoli erano praticamente banditi.
Certamente meno hard rockers dei Turbonegro, glorioso gruppo norvegese assieme ai quali rappresentano ai miei occhi due diamanti grezzi che la musica anglosassone non ha.
Non mi sento molto da aggiungere, gli Hellacopters sono stati troppo diretti, un calcio in faccia e due pacche sul culo praticamente disco dopo disco. Vanno sentiti e visti. Per chi li conosce un piacevole refresh, per chi non li conosce un motivo in più per correre lassù al Nord. Dove osano le aquile del rock and roll.
Qua in un fumigante e grezzissimo live dei primi tempi, un audio da schifo abbinato ad un energia da paura, roba veramente da leccarsi i baffi.
See ya.

mercoledì 24 ottobre 2012

Ride On e un pò di dediche sparse


Dedicato a tutti quelli che.....continuano a pensare che gli AC/DC abbiano scritto una sola canzone nella loro ormai quasi quarantennale carriera.
Dedicato a Bon....uno dei grandi trapassati del Rock, uno scozzese catapultato in terra di canguri e geneticamente affezionato alla bottiglia, alle auto da corsa, alle belle donne, insomma un pieno di clichè che poi però lo senti cantare e capisci quanto sia stato unico e inimitabile, altro che clichè, che tu possa riposare in pace con la tua passione e con la tua gola riarsa.
Dedicato ad Angus.....che quando incideva questo mid tempo blues era ancora minorenne e aveva voglia di suonare dei veri e sentiti assoli di blues (non le due tre note che sparacchia da back in black in poi).
Dedicato a chi.....in quegli anni là, si perdeva tra trip cosmici e hard rock da stadio e sarebbe stato spazzato via in pochi mesi dall'esplosione punk senza sapere che laggiù in "the land down under" un paio di fratellini emigrati dalla Scozia ignari e assolutamente immuni a quanto succedeva in america e in britannia avevano già costruito uno stile che, volenti o nolenti, sarebbe andato contro le mode, contro i trend, contro tutte le previsioni. E sarebbe -ahivoi- durato più del prog, più dell'aor, più del punk.
Oh, i generi passano e loro invece sono ancora lì.
Buonanotte e RIDE ON, domani penseremo alle next big thing in arrivo da brooklyn o da sheffield.
 

domenica 14 ottobre 2012

no l'amore non è nel cuore, ma è riconoscersi dall'odore

Nel 1977 non avevo idea che la vita mi avrebbe portato a Milano e guardavo da lontano a questa grande metropoli con un misto di paura e di ammirazione. Erano anni bui e io da ragazzino non capivo molte cose, mi limitavo a registrare gli eventi e a dipingere nella mia mente una realtà possibile ma non sicura.
Anche se molto giovane ero stato conquistato da SUGO, album epocale di Eugenio Finardi del 1976 con molti musicisti degli Area a dar man forte, e dal singolo generazionale "Musica Ribelle" del quale ho già scritto in passato e che forse mi spinse sulla via del rock.
Non voglio ripetermi sulla grandezza di questa canzone pertanto salto un anno e vado a DIESEL, l'album che per noi ragazzini quattordicenni sembrò un tonfo della madonna. Ma come? Dov'era finita la ribellione sotto la cenere dell'album precedente? In una serie di canzoni più soft e riflessive, molte delle quali d'amore?
Eppure con gli anni Diesel ha riacquistato smalto, almeno agli occhi degli adolescenti di allora, visto che crescendo le pulsioni rivoluzionarie si sgonfiano e sale la ricerca di qualche certezza legata anche alla vita quotidiana.
In quell'album, che molti a torto giudicarono fiacco, c'era questa splendida canzone che resta a tutti gli effetti una delle migliori nel descrivere il rapporto di coppia.
NON E' NEL CUORE, di Eugenio Finardi, quando ancora credevamo che sarebbe stato il più grande cantautore di tutti i tempi, resta una delle migliori canzoni italiane di quegli anni, E non invecchia neanche male, ad ascoltarla oggi è molto meno datata di Musica Ribelle.
Augh!

mercoledì 10 ottobre 2012

una pazzia contagiosa!!!

in verità in verità vi dico. ma cosa vi dico?
vi dico che sono stufo di vedere gruppi hipster tutti tesi ad essere i più cool o ad essere i più in linea con la moda del momento.
dai discendenti degli arctic monkeys alla scena di brooklyn si vabbè c'è qualcuno che mi intriga ma siccome io sono un pò ondivago e non troppo normale mi mancano quei gruppi pazzi e sregolati da cui puoi aspettarti di tutto, dalle cazzate al capolavoro.
insomma non so se si è capito che mi mancano i MADNESS!
lo so che ancora sono in giro e fanno dischi ma non raccontiamocela.
gli anni 80 sono stati nobilitati da poca gente, tra questi la scena proveniente dallo ska revival e poi allargatasi a molti altri tipi di suoni sono tra i maggiori.
ci metto anche gli SPECIALS di Terry Hall (tra parentesi Ghost Town è uno dei miei pezzi preferiti di sempre) ma il "quid" di follia che avevano i Madness non ce l'aveva nessun altro.
d'altronde......mai la parola NOMEN OMEN fu meglio spesa.
adsalut, people.