domenica 31 gennaio 2010

Per sempre Scianaia

Ora, io vado sostenendo da tempo immemore che Scianaia (come la chiamano di là) sia "anche" un'ottima cantante.
Inoltre ha venduto camionate di dischi, ha sposato uno dei produttori più famosi del mondo (Robert John Mutt Lange, artefice di parte del successo planetario di Def Leppard, AC/DC, Bryan Adams, Cars ecc.), ha in repertorio blockbuster come questo ("That Don't Impress Me Much") un pezzo che a suo tempo ha fatto il giro del mondo ed è uscito da quel pezzo di terra compreso tra la east e la west coast lanciando la carriera di scianaia anche oltre oceano.
Scianaia è a tutti gli effetti considerata una grande nel country e nel pop a stelle e strisce.
Però io dico.
Scommettiamo che ce la ricorderemo "solo" perchè è la più grande gnocca mai apparsa sui palchi della musica leggera contemporanea?
Beata donna.......
Halleluja!

venerdì 29 gennaio 2010

Journey - Faithfully

C'è molta America in questa canzone, in questo video.
Il viaggio, i JOURNEY.
C'è la melodia, la ballatona triste, il songwrting di lusso.
C'e anche l'AOR, il rock un pò cafone da arena, il kitsch.
C'è l'arrangiamento smielato, le chitarre strappacore di Neal Schon e le tastierazze di come si chiama non mi ricordo.
C'è l'amore, la strada, l'abbandono, la promessa.
C'è innanzitutto uno dei più grandi cantanti che si ricordino.
Che oggi non c'è più ma che ci starebbe ancora bene in questo mondo.
C'e STEVE PERRY. La sua voce. La sua interpretazione.
A volte mi mancano queste cose.
Non so perchè.
Ci son momenti così.
Buonanotte, gente.
E, come sempre, halleluja!
(ma sottovoce)

mercoledì 27 gennaio 2010

UB40- Kingston Town

Allora....i puristi del reggae li snobbano da sempre, un mio amico appassionato dice che al reggae sunsplash festival (o come diavolo si chiama la manifestazione più importante del panorama reggae internazionale) li hanno spesso fischiati,.....
I dediti al pop li giudicano troppo legati ai ritmi in levare.......
Quelli che se ne intendono li pensano troppo leggeri.........
Quelli che non se ne intendono li credono troppo sofisticati......
Io che vi devo dire.
Non sono certo un fanatico degli UB40 ma li ho sempre seguiti nelle loro uscite discografiche, li trovo garbati e dotati di buone capacità tecnico-compositive, mica sono i laidback...hanno al loro attivo un 2 o 3 album di valore (tra tutti Labour of Love).....e un bel greatest hits non lo disdegno affatto..... e soprattutto
QUANDO ASCOLTO QUESTA CANZONE MI METTE ADDOSSO UN'ILLOGICA ALLEGRIA.
(Giorgio scusa la citazione impropria ma ci stava bene!!).
Halleluja!

lunedì 25 gennaio 2010

Nitty Gritty and Friends "Will the Circle be Unbroken" live

Credo che questo "traditional" sia dei Monti Appalachi, probabilmente originato da immigrati di origine scozzese.
L'hanno cantata praticamente tutte le star del Country e non solo, io ho sempre trovato irresistibile questa versione della Nitty Gritty Dirt Band.
Mi sa che molta della musica odierna (almeno di stampo a stelle e strisce, impapocchiata o meno col blues dei campi e del delta) deriva da qua, quindi probabilmente questa volta ho centrato il topic.
O no?
:-)
Halleluja (e God Bless You)!

domenica 24 gennaio 2010

Shakira Live Concert --Back in Black-- AC/DC

Per capire quanto i canguri siano entrati nella storia del rock and roll e della musica in generale non servono i miei consueti pistolotti.
Serve vedere un pezzo storico come BACK IN BLACK reso alla grande anche da una diva del r'n'b come Shakira. Come la "sexy" Shakira (che io, per inciso, ho avuto la gioia di vedere live e vale veramente la pena, se non ti piace la sua miscela di hip hop pop e r'n'b almeno ti rifai gli occhi).
Back in Black e altre canzoni degli AC/DC hanno sfondato i confini del rock duro e sono piombate come stukas sul mondo della musica leggera producendo anche mostri (la leggendaria cover di celine dion e anastasia di you shook me all night long citata come peggior cover di tutti i tempi) ma dimostrando che la musica degli australiani è ormai entrata nella cultura popolare a tutte le latitudini.
Non per niente AC/DC sono una delle 5 band più vendute di tutti i tempi e non suonano certe canzonette pop.
Con tutto il rispetto delle canzonette pop, ci mancherebbe.
Per cui beccatevi sta cover da concerto che inizia con un cantato/parlato alla jessica rabbit e poi approda al consueto rock and roll massiccio anche un pò troppo didascalicamente.
Ma vedere Shakira serpeggiare sul palco vale la pena, sentire Back in black pure quindi non potete far altro che collegarvi e andare.
Halleluja!

mercoledì 20 gennaio 2010

Fu vera gloria?

Allora, visto che siamo in finale di decennio e che impazzano ovunque, dalla carta stampata ai blog, le classifiche dei 10 migliori dischi della prima decade del duemila e visto che i tizi in questione sono spessissimo presenti diciamo che mi sentivo prima o poi di parlarne.
Si parla degli STROKES.
Per essere meno prosaico vado per punti.
E' evidente che gli Strokes hanno influenzato col loro stile una marea di giovani band venute dopo di loro.
E' altrettanto evidente che gli Strokes non hanno inventato nulla, solo dato una loro personale e contestuale (al periodo, alla metropoli) interpretazione del rock "urbano" con una spruzzatina appena appena di garage e di new wave.
E' altresì innegabile come i loro album siano estremamente freschi e godibili, andando vieppiù (bello eh?) in direzione del pop che del rock vero e proprio.
Insomma Casablancas e company, che non si capisce mai se sono sciolti del tutto oppure no, hanno avuto un bel peso nella prima decade del millennio.
Ma la sensazione generale è che quando si scelgono gli Strokes come "i più influenti" o quando si sceglie "Is this it" come album della decade, lo si faccia soprattutto per esclusione.
Ci si mette a pensare.....mumble mumble.......è vero che molti indicano Radiohead e Kid A, ma insomma Thom Yorke e company sono principalmente il gruppo guida dei novanta, i duemila non è che.....e allora dopo aver guardato un pò di qua (QOTSA?) e un pò di là (Arctic Monkeys?), un pò di sotto (Amy Winehouse?) e un pò di sopra (White Stripes?) sì insomma alla fine e per non scontentare nessuno si scelgono i ragazzi americani a rappresentare la "carenza" di spessore del decennio.
A me gli Strokes sono sempre piaciuti, niente fanatismi ma un sano apprezzamento per chi ha avuto il coraggio di proporre quelle cose lì mentre nessuno sembrava volerle.
Di tutti i pezzi quello che ho sempre amato più di tutti (ebbene sì, anche per gli evidentissimi riferimenti stilistici al Punk e ai Cure), resta REPTILIA.
Halleluja!



The Strokes- Reptilia

lunedì 18 gennaio 2010

Quelle che non ci stanca mai di ascoltare 2.0

Loro sono il gruppo più seminale dopo i Velvet Underground.
Senza i PIXIES non ci sarebbe stata la scena dell'alternative rock quale oggi la conosciamo.
Senza i PIXIES probabilmente i Nirvana non sarebbero stati uguali.
Senza i PIXIES il mondo della musica sarebbe stato un pò diverso.
Non troppo, un pò.
Ma è quel "pò" che differenzia un gruppo seminale da uno che passa e va.
Questo brano celeberrimo fu reso ancor più celeberrimo (è possibile un superlativo del superlativo?) inserendolo nel gran finale di FIGHT CLUB, la scena madre in cui davanti agli occhi di Edward Norton e Helena Bonham Carter esplodono i grattacieli.
Per me WHERE IS MY MIND? ha un riff che non mi stanco mai di ascoltare. Talvolta mi stanchicchio di ascoltare Smell like teen spirit, ho bisogno di far passare qualche tempo prima di risentirlo con soddisfazione.
Questo non succede con il pezzo dei Pixies, mai.
Una di quelle canzoni che, appunto, non ci si stanca mai di ascoltare.
Halleluja!

sabato 16 gennaio 2010

Quelle che non ci si stanca mai di ascoltare 1.0

C'è tutto un filone di musicisti-pianisti (vi piacciano o meno) che deve quasi tutto a due tizi.
Uno è Sir Reginald in arte Elton John e per parlare di lui ci vorrebbe la threedogs.
Un altro è quello di Brooklyn (o era del Queens? Non ricordo).
Quel piccoletto arrabbiato che suonava il pianoforte colle dita a martelletto ma era anche capace di smuovere il corazon e che vanta nel suo repertorio almeno 2 delle canzoni più suonate nei piano bar di mezzo mondo (indovinate quali).
Insomma av(r)ete capito che sto parlando di Billy Joel.
Non è mai stato "il mio genere".
Ma non ho potuto fare mai a meno di ascoltarlo durante la sua ormai più che trentennale carriera.
Enciclopedico il suo GH. Lascio fare (se ne ha voglia) ad amico Agnul. Leggendo un pò di titoli qua e là commenterete tra voi e voi (azz.....anche quella era sua!).
Vi lascio solo una delle sue prime canzoni, composta proprio quando era un pianista di piano bar. Con una introduzione che più classica non si può ma con un excursus che sembra quasi una folk song irlandese e che l'avrebbero potuta inscenare anche i Pogues.
Una canzone che io personalmente infilo tra "quelle che non ci si stanca mai di ascoltare".
Quelle che puoi mettere in loop all'infinito.
Un genere su cui tornerò presto, che comprende canzoni non famosissime e ne esclude invece di famosissime.
Signori e signori, per il momento, PIANO MAN.




PS Title concept courtesy by harmonica

mercoledì 13 gennaio 2010

VIENNA The Album


Astradyne
New Europeans
Private Lives
Passing Strangers
Sleepwalk
Mr. X
Western Promise
Vienna
All Stood Still

Chi ama questo album conosce a memoria ogni singolo passaggio, ogni singolo beat, ogni singola nota.
Senza entrare nel megapolemicone meglio Ultravox - John Foxx o Ultravox - Midge Ure (vi prego, sono due gruppi diversi e imparagonabili) per il quipresente VIENNA resterà per sempre album che ha segnato un'epoca.
Ogni canzone trasuda romantico decadentismo e grigiore barocco ma con una grinta decisa, senza nichilismi.
Ogni arrangiamento colpisce al petto ed allo stomaco prima che al cuore ed alla mente.
La voce di Midge è stupenda, la sezione ritmica battente, le chitarre (sempre di Midge) graffianti, le tastiere e gli archi inquietanti.
Risulta quasi impossibile scegliere una canzone da proporvi.
Inutile proporre Vienna, a parte che già l'ho fatto in una precedente incarnazione del rocksaloon, ma sarebbe scontato eleggerla a rappresentare quest'album.
Stavo per propendere sull'epica e maestosa PASSING STRANGERS, ma anch'essa è troppo nota così come NEW EUROPEANS. Escludendo la title track capolavoro, la sussurrata e ritmata SLEEPWALK è probabilmente alla lunga la mia preferita.
Ma insomma alla fine metto la chiusura di ALL STOOD STILL dove emerge prepotentemente l'anima rock degli Ultravox.
Che in fondo, new wave e anni '80 non me ne vorranno, dalle mie parti sempre lì si va a parare.
Halleluja!





Ultravox - All Stood Still

lunedì 11 gennaio 2010

WATERFRONT!

Diciamo che questo pezzo non fa parte dell'album maggiormente innovativo del gruppo, il duplice Sons and fascination / Sister feelings call che resta a mio avviso insuperato.
Diciamo anche che questo pezzo non fa parte dell'album "perfetto", quel New Gold Dream 81-82-83-84 che definì compiutamente uno stile e marchiò un'epoca.
Diciamo pure che ci son pezzi e dischi che, seppur meno significativi, hanno però riempito classifiche e chart della presenza di Jim Kerr e compagni (che dire di Don't you e di tutto Once upon a time?).
Diciamo tutto quello che vogliamo ma SPARKLE IN THE RAIN è assolutamente l'album più POTENTE dei Simple Minds.
Quello con la produzione dell'allora imperante Steve Lillywhite che seppe dare al sound della band un suono secco e duro come mai prima e mai poi.
Quello che contiene un mazzetto di ottime canzoni più un paio di pezzi riempitivi, più due capolavori assoluti.
Upon the catwalk è uno, con quella tastiera incredibile a fare da contrappunto al tema ricorrente.
Ma è WATERFRONT il vertice.
Qualche giorno fa l'hanno passato a Virgin Radio mentre ero in auto e, saltando sul seggiolino, sono quasi sbandato quando entra la batteria.
Inizia con il basso elementare e pulsante Tum TuTum TuTum......e con alcuni armonici di chitarra.
Entra poi una batteria cadenzata e pesante come quelle dei mid-tempos dell'heavy metal e in contemporanea un riff tagliente di chitarra che Charlie Burchill non si è mai sognato di fare in altri momenti.
McNeill, genio del gruppo, resta un pò in sordina ma contribuisce a creare il tappeto sonoro che lo ha reso giustamente famoso e senza il quale la band ha perso irrimediabilmente molte delle sue peculiarità.
Insomma non resta che risentirlo, al massimo volume.
Ma mi raccomando: non mentre guidate eh.
Halleluja!




Simple Minds - Waterfront

venerdì 8 gennaio 2010

Rock 'n' Roll Suicide - HAMMERSMITH '73

Non ci sono parole per descrivere cosa provarono i fan presenti a questo leggendario concerto.
Oltre alla grandiosa performance (documentata da una totale ripresa live e video) ci fu l'annuncio shock di David che si trattava dell'ultimo concerto della tourneè e dell'ultimo concerto che avrebbe mai fatto. Ascoltate cosa dice introducendo la canzone (e che canzone, testo e musica passati alla storia).
Naturalmente il volpone quando parlava di appendere le scarpette al chiodo parlava come Ziggy Stardust (and the Spiders from Mars, una delle band migliori che mai lo abbia accompagnato) non come Bowie.....
Ma credo che ai fan presenti il coccolone venne lo stesso.
O no?
Halleluja!

mercoledì 6 gennaio 2010

Cantautori, parte seconda.

"Stava immobile nel letto con le gambe inesistenti
e una piaga sulla bocca che seccava il suo sorriso
mi parlava rassegnato con la lingua di chi spera
di chi sa che e' prenotato sulla Sedia di lilla'
Ogni volta che rideva si stracciavano le labbra
e il sapore che ne usciva era di stagione amara
le sue rughe di cemento lo solcavano di rosso
prontamente diluito da una goccia molto chiara
"penso troppo al mio futuro" mi diceva delirando
"penso troppo al mio futuro, penso troppo e vivo male
penso che fra più di un anno cambieranno i miei progetti
penso che fra più di un anno avro' nuove verita'
tu non farmi questo errore vivi sempre nel momento
cogli il giorno e tanto amore cogli i fiori di lilla'"
"Quanti amici hanno tradito" continuava innervosito
"quanti amici hanno tradito per la causa dell'Amore"
sono andato a casa sua sono andato con i fiori
mi hanno detto che era uscito che era andato a passeggiare
ma vedevo un'ombra appesa la vedevo dondolare
l'ombra non voleva stare sulla sedia di lilla'"


Continuo sull'onda del revival cantautori che imperversa nei nostri blog, ecco, mi pareva giusto iniziare dal testo, vero pezzo forte di questa canzone memorabile di Alberto Fortis.
Alberto, un cantautore troppo polemico per avere davvero un successo universale e troppo instabile per averlo duraturo.
Eppure l'esordio fu folgorante.
Con la benedizione della santa PFM e con quella delle classifiche incantate dal suo irriverente "Milano e Vincenzo", Alberto Fortis sfondò subito ma non fu un bene.
Si ripetè più avanti con l'album La Grande Grotta (molto Lennoniano a partire dalla foto di copertina), fece qualche altra cosina di valore poi sparì salvo ricomparire mestamente in un reality di qualche anno fa assieme a Baccini, Dolcenera, Califano, Fiordaliso e altri sfioriti.
Insomma Alberto Fortis non ha avuto una carriera continuativa ma aveva lasciato intravedere all'inizio tanta stoffa.
Lo ricordo con questo suo pezzo dal testo toccante dedicato probabilmente a un amico handicappato o sofferente di sclerosi multipla. Non la so con sicurezza ma poco importa, è veramente un bel testo: LA SEDIA DI LILLA'.
La musica poi completò l'opera e ancora si ricordano oltre alla amara melodia gli acuti finali a-la-giginthesky (con tutto il rispetto) del granfinale.
Qua in strepitosa versione live con la PFM, bassissima qualità video ma vale veramente la pena.
Halleluja!


Franz Di Cioccio ,Alberto Fortis La Sedia Di Lillà

lunedì 4 gennaio 2010

Pierangelo Bertoli a muso duro

Chi mi conosce sa quanto sia restìo ad entusiasmarmi per la musica italiana.
Lo so, è un mio limite.
Ma tranne rari ed eccezionali esempi (gaber, jannacci, faber, ciampi, tenco, edoardo bennato, samuele bersani, elio....) ho sempre guardato con sospetto all'italica attitudine di "scopiazzare" stili e quant'altro dall'estero. Dalla Francia e da Dylan per tutto il fenomeno cantautorale, dal rocchenrolle per tutti i baracconi che si proclamano "rockers" nostrani, per non parlare di quel ridicolo fenomeno dell'hip hop nostrano, involontaria parodia di un genere che già di per sè non suggerisce niente di buono.
Insomma pensare che in tutto questo io sia un fan di PIERANGELO BERTOLI fa un pò strano.
Non c'entra niente l'handicap, sgombriamo subito il campo.
C'entra la schiettezza. La schiettezza che mi trasmettevano le sue canzoni, sempre belle ma mai eccezionali da passare alla storia.
Canzoni dirette come un pugno nello stomaco, talvolta delicate e amare (lasciatemi citare la poco conosciuta "So che sembra facile" da Album) talaltra ariose e ottimistiche.
Il faccione di Pierangelo non nascondeva niente, nè la felicità nè la rabbia. La voce stupenda pre-Ligabue (eh caro mio quanto devi a Pierangelo eh? Altro che sogni di rock and roll....)  ti permeava di calore e spessore, ti dava un che di Emilia buona, mica come quei due là.
Insomma a me piaceva tantissimo e sono rimasto malissimo quando morì.
Ieri sera ho visto un'intervista a Fiorello che rimembrava di quando chiuse uno dei suoi varietà televisivi ("Stasera pago io") proprio intepretando questa che è una delle canzoni migliori che (ipse dixit) conosca.
Ecco, non è che Fiorello sia diventato improvvisamente un maitre a penser, ma diciamo che da ieri sera mi sta un pò più simpatico.
Halleluja!


A muso duro - Pierangelo Bertoli

domenica 3 gennaio 2010

........Yanez? ..........Lopez? !.........Perez? Ah, già: GOMEZ!!!!!!!!!!!

Se c'è un gruppo che soffre di mancanza di immagine e vaga da sempre in una sorta di anonimato consapevole sono i GOMEZ.
Indie-rock inglese da Southport.
Uno dei gruppi inglesi più americaneggianti, nel senso buono.
Con profonde radici blues a marcare i coraggiosi lavori usciti da BRING IT ON in poi, da circa 10 anni a questa parte.
Sembra lo facciano apposta a schivare le luci del successo, non dotandosi di look all'uopo predisposto e non infarcendo i loro dischi di canzoni da classifica sicura.
Ciononostante sono in grado di colpire duro l'ascoltatore attento. Facendo sempre più forte la convinzione che siano fra i pochi ad avere inciso davvero negli ultimi dieci anni. Senza passare dalle psichedeliche e vibranti Get Miles e Bring it on, superbi capolavori di fine millennio che mi auguro tutti conoscano, vi passo io una chicca su andamento quasi-country che merita un ascolto non distratto: See the world.
Ah, attenzione al testo, che ha del filosofico.
Halleluja!


Gomez : See The World