lunedì 30 novembre 2009

The Cure - Hot Hot Hot!!!: 12" Version - Stereo

Toh, quando parlo di loro (come di Daviddino e degli XTC, come dei Van Halen e degli AC/DC, come degli Skynyrd e degli Allman, insomma praticamente sempre...) non sono troppo attendibile.
Robert Smith è un genio.
Senza se e senza ma.
Uno stile musicale UNICO, una voce UNICA, un'immagine UNICA.
Tra le tante cose introspettive e piene di spleen che ha fatto (una specie di pre-emo, però di qualità mica come quei rincoglioniti di oggi) ogni tanto sparava qualche canzone da "dance-floor" di gran tiro.
Questa qua, a suo tempo, spaccò.
Nelle discoteche di tendenza e in quelle burine.
Da rimarcare l'inserzione di tromba imprevista sul finale, suonata da Lol Tolhurtst, collaboratore di Robert di vecchia data, che la tromba non l'ha mai saputa suonare manco per sbaglio.
Ma tant'è.
Halleluja!

venerdì 27 novembre 2009

PROUD TINA

E sono 70 (!). Alla faccia di Mick e Keith.
Uno dei "body" più incredibili che mai abbia calcato le assi del palcoscenico unito ad una voce potente e graffiante come forse nessuna mai, nel rock e nel rhythm and blues.
Qua in versione "giovane e animala" alle prese con la celeberrima PROUD MARY, pezzo forte dei Creedence Clearwater di cui Tina (ancora insieme al manesco Ike) seppe dare un'interpretazione che rese la canzone autonoma dall'originale.
Dal blue collar rock di John Fogerty al sincopato rhythm and blues di Tina&Ike.
Tina, che questa canzone la cantava e la recitava, anima e corpo, senza risparmiarsi niente.
Tina, che ancora è lì. Non solo viva e vegeta, ma anche poco incline a farsi da parte e a fare finalmente la nonna (o bisnonna?).
Tina, un monumento vivente, una donna che è già nella leggenda.
Poco importa che di lei io non abbia manco un disco. Oddio forse c'ho da qualche parte Private Dancer, il best seller con cui ritornò di prepotenza sul tetto del mondo, ormai 44 enne, per ricordare al mondo che l'unica inimitabile "queen bitch" era solo lei. Anche chi non ama il suo genere e le sue canzoni non può non riconoscerne l'assoluta grandezza e chiedersi quando mai ne rivedremo un'altra così.
Auguri Tina! Cento di questi giorni.


Tina & Ike Turner - Proud Mary

mercoledì 25 novembre 2009

Foo Fighters - The Pretender [Later... with Jools Holland]

Anche se io non ho mai amato particolarmente questo gruppo che trovo un pò carente di personalità, bisogna dire che spesso azzeccano le canzoni.
THE PRETENDER, non nuovissima, lo è. Azzeccata. Articolata, potente ma non heavy, con un bel riff e soprattutto un ottimo ritornello.
Un'altra delle innumerevoli incarnazioni di Mister DAVE GROHL, uno dei principali "personaggi-zelig" circolanti nel music business degli ultimi venti anni.
Zelig nel senso del film di Woody Allen, non della trasmissione comica.
Dai Nirvana ai Queens of the Stone Age, passando per i Foo Fighters e, latest, i già criticatissimi Them Crooked Vultures di cui non parlerò (l'han già fatto tanti, e ancora il disco non è digerito ma pare non essere niente di che) .
Da ricordare anche innumerevoli collaborazioni come quella con Lemmy nel progetto Probot.
Insomma, più che un uomo un prezzemolo.
Non un genio ma bravissimo a fare tutto.
Noi ce lo teniamo comunque molto volentieri, può stare dietro ai tamburi ma anche a cantare suonare la chitarra scrivere canzoni.
Lui grazie a Dio è qua con noi e non vorremmo mai che fosse di là con Kurt. Grande Dave, solo per essere "sopravvissuto", te le perdoniamo tutte.
Halleluja!

PS a proposito, notizie di Novoselic?

domenica 22 novembre 2009

Thin Lizzy - Bad Reputation

Ok bon, passo ai credits.
PHIL LYNOTT bassista e voce dall'enorme personalità prematuramente scomparso.
BRIAN ROBERTSON e lo stilosissimo SCOTT GORHAM alle chitarre.
BRIAN DOWNEY ai tamburi, uno dei più grandi batteristi del rock.
Signori e signore, i THIN LIZZY.
Quanto di meglio l'Irlanda abbia saputo partorire a prescindere da quei quattro famosi.
Un rock mai troppo heavy da sembrare per headbangers e mai troppo soft da sembrare per impiegati del catasto in libera uscita.
Un rock giusto, l'anima del rock (e a Roma aggiungerebbero e de li mort....).
BAD REPUTATION è un gran pezzo della band (no, non "quel gran pezzo dell'ubalda ecc. ecc.) dall'incedere cavalcante su cui dominano le rullate di batteria di Downey e un assolo piuttosto diluito ma caldo come d'estate a milano di cavallo pazzo Gorham.
Ma diobonino, come si fa, anche volendo, a non essere nostalgici?
Halleluja!

venerdì 20 novembre 2009

Beck - Novacane

Sicuramente uno degli artisti più eclettici degli ultimi 15 anni.
BECK HANSEN, dalla celeberrima "Loser" in poi, ha inanellato una serie di lavori impressionante per creatività, originalità e capacità di confrontarsi col reale anticipandolo sempre di uno zic.
Concettualmente quindi ricorda David Bowie, e non può ovviamente non piacermi.
"Odelay" (album da cui è tratto questo pezzo) e "Sea Change" sono due must che chiunque dovrebbe avere tra gli scaffali.
Insomma godetevi questa quasi psichedelica e funkeggiante NOVACANE, piena di citazioni come tante altre canzoni di Beck.
Siamo al cospetto di uno degli autori guida di fine secolo / inizio millennio.
Halleluja!

mercoledì 18 novembre 2009

THRASH THRASH THRASH



Sono perfettamente consapevole che il THRASH METAL non sarebbe mai partito senza i primi due album dei Metallica (e senza qualche spunto anteriore by Judas Priest e Motorhead....).
Ma cazzo.
Questi 3 gruppi SONO il thrash metal.
Due ho già avuto la fortuna di vederli assieme ai Priest. Devo dire che sia Megadeth ma soprattutto gli incredibili Testament mi impressionarono e non poco. Entrambe le band dotate di grande repertorio, molto compatte e spedite ma anche precisissime e dotate di fior di strumentisti (Skolnick, Bostaph, Lo Menzo e via andare).
Slayer invece non li ho mai visti. Ma nessuno può mettere in dubbio la loro centralità nel mondo del thrash.
Insomma "IL" thrash metal sarà di scena a partire da stasera con un bel tour nordamericano: The American Carnage Tour (vedi locandina).
Cosa augurarsi se non che magari in primavera facciano un giretto anche nelle nostre lande?
Halleluja!

lunedì 16 novembre 2009

Kansas - Dust In The Wind

Non so quali percorsi mentali mi abbiano portato sin qui.
I KANSAS di Kerry Livgren non sono esattamente il mio gruppo di riferimento, anche se non li disdegno affatto.
Immersi e dispersi nel gran calderone dell'arena rock però con una buona dose di originalità dovuta sia all'utilizzo del violino che agli arrangiamenti virati prog (ehi qualcuno li definì i Genesis americani), hanno sempre navigato bene oltreoceano ma poco poco poco qua in Europa.
Strumentisti ovviamente molto dotati (tra loro per un certo periodo anche Steve Morse) e mai banali, non si pongono però certamente come innovativi o seminali.
Con questo cosa voglio dire. Non lo so.
Però qualche segno nella storia i Kansas di "pagoda" (i capelli...) Livgren l'hanno lasciato. Chessò, "Carry on wayward son", "Play the game".... e assolutamente questa gemma qua.
Una proto power ballad, ma non banale come la maggior parte delle power ballad.
DUST IN THE WIND ogni tanto riaffiora alla memoria come la panna nel latte. E meno male.
Halleluja!

giovedì 12 novembre 2009

Limp Bizkit Behind Blue Eyes live at wetten dass 2004

Una delle più belle canzoni che il Rock ricordi, uno di quei dieci pezzi che ascolterei in loop all'infinito, qua resa "benino" (eh dai il confronto con Daltrey / Townshend ammazzerebbe chiunque....) dal buon Fred Durst e i suoi Limp Bizkit.
Son pezzi che si prestano ad essere reinterpretati come power ballads, dateci sotto. Magari spruzzandoci qualche elemento di modernità qua e là.
Il Rock non è morto, solo che ha bisogno che si ricordino ogni tanto dove sono le sue fondamenta.
Halleluja!

lunedì 9 novembre 2009

AC/DC The Jack - Live

Chi mi conosce sa quale sconfinato amore porti ai canguri.
Che per me incarnano l'essenza del rock, come pochi altri (Motorhead? Kinks? Who?).
Ogni tanto ne riparlo ma mi perdonerete; cos'è un blog se non un ampex della tua vita? Ci son cose che tornano e tornano e tornano.
Mi fa tenerezza ancor'oggi vedere il caro vecchio etilico Bon Scott alle prese con il suo cavallo di battaglia "bluesy" THE JACK.
Sì perchè per chi ancora non avesse capito AC/DC nasce dal Blues.
Nello spirito, nel groove, nel sound.
Dispiace, ma intenerisce e inorgoglisce vedere Bon al massimo della forma. Ok, grande Brian. Ma io resto di quelli che pensano che Bon Scott fosse un grandissimo eversivo laddove Brian è un grandissimo professionista.
Sorprende ancora vedere il ventenne Angus scorrazzare sul manico della sua Gibson SG nel solco della tradizione dei grandi.
Poche, clamorose, sentitissime note per quello che resta uno dei moderni maestri della chitarra rock-blues.
Dove non arriva con la tecnica arriva col fisico e con il cuore.
Oggi AC/DC è ancora sorprendentemente (per alcuni) in pista.
Ma non c'è da stupirsi.
Come tutti i grandi bluesmen, AC/DC probabilmente moriranno sul palco suonando l'ultima nota della serata.
Halleluja!

venerdì 6 novembre 2009

Enzo Jannacci - Faceva il Palo

Enzino non si discute.
Mai e poi mai.
Lui e Giorgio sono state le cose "migliori" prodotte da Milano nel secolo scorso.
E ogni tanto ci torno, anche se non ho da dire niente di nuovo.
Lascio parlare lui, la sua sensibilità, la sua capacità di lettura del reale tragicomica e al tempo stesso lievissima, la sua ironia tagliente ma mai volgare, la sua onestà intellettuale che non l'ha fatto mai sputtanare.
Grande, ma che dico grande. Fottutamente grande.

mercoledì 4 novembre 2009

TEARS FOR FEARS

OK bon, andiamo per punti.
1) Ronald Orzabal aveva grandi capacità compositive.
2) Il suo talento è andato sprecato dopo i primi album sfavillanti di malinco-pop in compagnia del fido Curt Smith.
3) "The Hurting", "Songs from the Big Chair" e "Sowing the seeds of love" sono dei grandissimi lavori, degni della migliore tradizione pop britannica. Dopo, il vuoto o quasi. Inspiegabilmente.
4) Curt Smith cantava meglio di Roland, ma la megalomania di Roland era più forte della realtà e si è preso dei pezzi che era meglio fare cantare a Curt.
5) TFF dal vivo erano scarsini. Li ho visti. Replicavano il disco paro paro senza metterci molta anima. Peccato.
6) Il pezzo che vi giro oggi è di una bellezza più unica che rara. Oltre a tutto quanto detto sopra, si avvale infatti della collaborazione di Oleta Adams, un'artista che avrebbe meritato maggior successo, scovata nei piano bar di Kansas City e assunta alla fama grazie alla collaborazione i TFF ma poi rapidamente e ingiustamente dimenticata, a parte qualche altro bell'intervento (Don't let the sun go down on me nell'album tributo a Elton John "Two Rooms" e un solo album prodotto dallo stesso Orzabal). Ecco, Oleta è stupenda, e riesce a valorizzare in pieno questo storico pezzo: WOMAN IN CHAINS. Dotato anche di un bel testo che il cui contenuto viene fatto intuire subito dal titolo.
Qua in versione live (io preferivo quella da studio, ma sul tubo è stata disattivata....)
Halleluja!


Tears for Fears - Woman in Chains (live) with Oleta Adams

lunedì 2 novembre 2009

Belinda Carlisle - Circle In The Sand

Ok, musica semplice senza pretese.
Leggera e rinfrescante come una bibita all'ombra del bar dello stabilimento balneare.
Ma resta un pò il mistero di come una donna di così rara bellezza e presenza scenica non abbia raccolto (tutto) il successo che meritava. Perdiana, nell'era dell'estetica.
Eppure le premesse c'erano, faceva parte di uno dei gruppi più "stilosi" e frizzanti d'America, quelle GO-GO's che rinnovarono e perpetuarono la tradizione dei gruppi musicali al femminile. Con la fida Jane Wiedlin e le altre infilarono una serie di hit e svariati album tra cui l'eccellente VACATION.
Poi la carriera solista, altri successi come questo (Heaven is a place on earth, Mad about you), e un lento ma inesorabile oblìo in parallelo con le rughe nuove.
Eppure BELINDA CARLISLE cantava meglio di Madonna, era più "rock" di Madonna, era molto più bella e solare, aveva un'enormità di classe in più rispetto a tutte le sue post-colleghe del pop americano.
Qualcuno ha suggerito che forse non ha "tenuto" perchè in realtà nei suoi dischi, nei suoi concerti e nei suoi video non ha mai "venduto sesso" come invece hanno praticamente sempre fatto miss ciccone e le sue figliocce, da britney alla aguilera per arrivare alla recentissima lady gaga.
Pezzi ambigui promossi da video scosciati, upskirt e perez hilton, scandali e scandaletti vari.
Fosse che fosse la spiegazione giusta? Mumble mumble.
A voi (e ai posteri).
Halleluja!