lunedì 29 agosto 2011

Depeche Mode - See You



La cosa che più mi ha impressionato, rivedendo il video di questo piccolo capolavoro del pop moderno (contiene in sè tutto lo spleen agrodolce dei Depeche Mode) è quanto fosse giovane David Gahan.
Praticamente poco più di un bambino. E Martin (Gore) non era certo più grande di lui.
Ecco, questo spunto per dirvi cosa.
Che aldilà della grandezza di una band che non smetterò mai di celebrare, i primi dischi dei Mode li fecero dei ragazzini!!! Nerd, perdipiù. E' probabile che un "A broken frame" appaia acerbo al cospetto del monumentale "Songs of faith and devotion". Ma conteneva già tutti in fieri tutti gli elementi che avrebbero reso celebre la band.
E quindi, quando oggi guardo guardiamo con sospetto le band di ragazzini che sembrano scopiazzare i dischi del passato, oggi che ascoltiamo millemila "next big thing" che ormai il tumultuoso mondo degli mp3 ci propina a raffica, dovremmo sempre ricordarci che i nostri idoli già da giovanissimi ma rivisti a posteriori avevano già in sè i segni della futura grandezza.
Quindi diamoli un pò di fiducia anche oggi, ai giovanissimi che non sappiamo decifrare. Giovanissimi a cui consiglio solo di cercare vie originali come al tempo seppero fare i Depeche Mode.
Poi comunque il tempo tirerà le somme: anche se in cuor mio sono piuttosto certo che certi livelli creativi non si ripeteranno mai più, magari tra dieci anni scopriremo che uno di questi gruppetti è diventato qualcosa di importante per davvero.



mercoledì 24 agosto 2011

Non sparate sulla croce rossa!



In questi giorni in cui tutti sparano su Vasco come sulla croce rossa voglio andare un pò kontrokorrente.
E' del tutto evidente e oggettivo sostenere che il Vasco nazionale ha cessato di "dire" qualcosa da anni e anni, come qualsiasi rockstar entrata nella fase "dinosauro". Come i Rolling Stones, come gli U2, come tanti altri rocker da stadio (ci metto anche il Boss? massì) anche Vasco da anni è la macchietta di sè stesso.
Ma tralasciando il ruolo di rottura degli schemi che, tra la fine dei '70 e l'inizio degli '80, consentì a Vasco di assurgere al titolo di "unica vera rockstar nostrana", argomento complesso su cui si potrebbe scrivere e annoiare per ore, e tralasciando anche il ruolo mistico e talibano (nel senso che provati a contestarlo e i suoi fan ti lanciano la fatwa) di "Miticovasco" (citando Paolo Madeddu di cui sono fervente ammiratore) che egli ha incarnato nell'asfittico panorama musicale italiano degli ultimi anni, insomma tralasciando annessi e connessi cosa volevo dire.
Volevo dire che il Vasco, anche in fase calante (come qua, nel 1996, quando editò Nessun pericolo per te), ogni tanto bagnava il naso ma anche le ascelle a qualsiasi aspirante al titolo di "unica vera rockstar nostrana".
Il nostro furbacchione, dotatosi di accompagnatori e produttori e tecniche/studi di registrazione di gran livello, seppe sostenere il suo successo con un minimo di spessore anche quando ormai la creatività era ridotta al lumicino.
Già ne "Gli spari sopra" (1993) Vasco innerbò il sound con arrangiamenti e chitarre pesanti di matrice heavy (con il buon Stef Burns Vasco a tutti gli effetti pescò l'asso in grado di sostenere la coda della sua carriera), cosa che proseguì imperterrita per tutto il decennio arrivando a mio avviso al culmine in questo pezzo qua.
GLI ANGELI, dedicato all'amico Maurizio Lolli ucciso prematuramente da un tumore, è la classica ballatona alla Vasco (senza dimenticare il contributo fondamentale di Tullio Ferro nel songwriting). Ma la scelta di virare verso la power-ballad di chiara matrice heavy portò su territori se non nuovi del tutto, almeno più intensi di prima.
E come ciliegina sulla torta l'assolo di elettrica finale, affidato non già al comunque bravissimo Burns (ex Alice Cooper, ex Giuffria che comunque eseguiva l'assolo dal vivo nel tour) ma nientepopodimeno che al preparatissimo e raffinatissimo Mike Landau, proveniente dal mondo del jazz ma grandissimo nel calarsi nel ruolo di rocker.
Questa canzone vale il disco, come si diceva una volta quando non si compravano solo singoli su itunes.
Se poi pensate che dentro "Nessun pericolo per te" c'è anche SALLY (perla unica e inimitabile dell'intera produzione vaschiana) e vabbè perchè non ce l'avete almeno per far contenta qualche fidanzata passata presente o futura?
Per questo oggi, vecchio malandato e spernacchiato perchè prende gli antidepressivi e si rompe le costole (sperando non sia niente di peggio), incapace di fare un album di degno livello, responsabile di una delle peggiori cover di ogni tempo (mi riferisco a Creep, ovviamente), non riesco ad allinearmi ai lanciatori di pietre.
Vasco era qualcuno tanti anni fa, ha perfino continuato ad esserlo a tratti come in questa canzone qua, oggi è un dinosauro che porta male gli anni e che si estinguerà perchè il cibo di cui viveva scarseggia sempre di più.
Che però resta sempre spanne sopra a qualsiasi altro aspirante al titolo (ogni riferimento a Ligabue è puramente voluto) e senz'altro merita il nostro rispetto.
So long.

lunedì 15 agosto 2011

The Adventures of Rain Dance Maggie Red Hot Chili Peppers *New Single* W...


Siccome che parlavo di tormentoni estivi nell'ultimo post e siccome li sto vivendo in diretta non posso fare a meno di segnalarvi la nuova traccia dei nuovi Red Hot Chili Peppers.
Che nel frattempo hanno riperso John Frusciante.
Che io continuo a considerare la vera "anima" del gruppo, con il suo personalissimo chitarrismo sghembo.
Ma si dia il caso che le mie orecchie sono martellate giorno e notte da questo pezzo qua, si dia il caso che mi pare del tutto in linea con le hit del passato (ok gente non vi aspetterete mica che cambino stile adesso eh siamo seri), si dia il caso che il nuovo chitarrista Klinghoffer non cerchi assolutamente di imitare Frusciante nè di fare il figo come Navarro preoccupandosi piuttosto di dare nerbo alla canzone con un sound tra Joe Perry e gli Stones di Black and Blue, si dia il caso che in ferie girano meno le palle e si accettano anche cose per cui immersi nello stress quotidiano si storcerebbe un pò il naso, insomma a me questa canzone sta piacendo e quando la sento partire l'ascolto volentieri.
Per ora.
Poi, come tutte le caduche cose estive, finirà nel dimenticatoio. Come ha sempre giustamente sostenuto anche il Califfo (mi riferisco alla celeberrima "un estate fa").
Alla prossima che fra poco sono a casa.

giovedì 4 agosto 2011

sarei un pò in ferie eh

..diciamo che qua il collegamento con la chiavetta usb è simpatico come un cactus nel culo ma insomma di che mi lamento? Tormentone estate 2011 sicuramente "Mother" dei Blondie.
Non il miglior pezzo dell'album, sulla falsariga di "Maria" di qualche anno fa, ma sempre un capolavoro della storia dell'arte al cospetto della danza kuduro o come diavolo si chiama.
Eppoi sapere che lei c'è ancora mi commuove.
Debbie forever, 65 o non 65 sei ancora la numero uno.
See you soon!!!!!!!!!!!!