venerdì 28 settembre 2012

I see THE DARKNESS

.....ok ok non è Bonnie Prince Billy.....è solo che è tornato Justin Hawkins e non sapevo come dirlo.
Quel simpatico cazzone è tornato dopo 7 o 8 anni dal secondo (e non esaltante) lavoro dei Darkness, inglesi col vizietto del ritornello e del chitarrone.
Così a prima vista sembra che non sia mai andato via, non c'è niente di nuovo se non la buona vecchia e autoironica miscela di AC/DC, Queen e un pò tutto il glam e l'hard rock degli anni 70.
Sembra che per i Darkness gli anni 80 (per non parlare dei decenni successivi) non siano mai esistiti se non per qualche vaga reminiscenza AOR che comunque fa capolino qua e là.
Cialtrone? Molto.
Paraculo? Parecchio.
Ma credetemi, il buon Justin sa dove andare a parare, dove mettere le note giuste e dove mettere i polpastrelli quando suona la chitarra.
Stamani in autostrada con il nuovo singolo a palla cantavo che sembravo uno del coro degli alpini dopo aver vuotato le bocce delle grappa.
EVERYBODY HAVE A GOOD TIME è spassosa, appiccicosa, totalmente infondata e priva di reale motivazione ma talmente goduriosa che ci caschi dentro fino al midollo. E sopporti anche l'ennesimo videoclip non-sense privo di garbo e sobrio come uno sciacquone amplificato col marshall.
Ma loro, per me, sono irresistibili. E non mi fate le solite pippe, non cambio idea.
See ya.


http://video.virginradioitaly.it/tv/episode/view/id/1741

domenica 23 settembre 2012

Blue Oyster Cult I LOVE THE NIGHT


Non potrò mai tralasciare di ascoltare questa fantastica band, ahimè.
Dentro ci sono 5 grandi songwriters, 4 ottimi cantanti solisti, strumentisti raffinati e mai banali provenienti dai circuiti underground newyorchesi degli anni 60.
Dentro c'è la musica rock a tutto tondo, dai Doors ai Led Zeppelin passando per i Blue Cheer e gli Steppenwolf e la psichedelia di fine anni 60.
Erroneamente etichettati come i Black Sabbath americani, in realtà sono un compendio rock di rara ampiezza e spessore, hanno spaziato tra i generi come pochi altri ed hanno anche (penso unici al mondo) tentato di "arricchire" i testi rivolgendosi a famosi autori di Science Fiction (Moorcock, Van Lustbader).
Il sodalizio con il produttore Sandy Pearlman (poi deflagrato in una marea di produzioni rock) costituisce ancor oggi uno degli esempi di come un bravo professionista poteva portare valore aggiunto alla "grezzitudine" di una band.
Vi posto questa che resta da sempre una delle mie favorite, un tune sospeso tra romanticismo e inquietudine (sentire l'arpeggio) che era un cavallo di battaglia della figura di maggior spicco della band, quel DONALD "Buck Dharma" ROESER che imbraccia la Gibson (spesso SG, talvolta Explorer) come pochi altri nel mondo dell'hard rock. E non mi riferisco alla postura. Pezzo contenuto nel controverso album "Spectres", uno dei più discreti e, al tempo stesso, oscuri della loro produzione, contenente grandi anthem da stadio (Godzilla, RU ready to rock), raffinate e sognanti ballad (questa qua e Death Valley Nights), hard rock song complesse e discontinue (Nosferatu, Golden Age of Leather).
Ad ogni modo "questa qua" si chiama I LOVE THE NIGHT.
Buonanotte, folks.

sabato 15 settembre 2012

I Colourfield e un album da riscoprire

Quando uscì "Virgins and Philistines" nel 1985 i Colourfield erano in giro da un anno e avevano già proposto parecchi pezzi. TERRY HALL, personaggio di primissimo piano del periodo (ex-Specials, ex-Fun Boy Three) si unì a due suoi bravi compari di Coventry e fondò la nuova band stanziandola in quel gran crogiuolo musicale che è sempre stata Manchester. 
L'album uscì come una sorta di greatest hits, contenendo gemme preziose ma già edite come appunto "Colourfield", "Take", "Thinking of you" e come la mia preferita "Castles in the air".
Un grande album dove (era il 1985) non ci sono praticamente sintetizzatori, dove domina un pop rarefatto di chiara matrice british (qualcuno ricorda i Prefab Sprout e gli Aztec Camera? siamo da quelle parti lì per capirsi) venato di malinconia.
I Colourfield non ebbero grande fortuna, il disco andò bene nei mercati anglosassoni ma non ci furono mai seguiti interessanti e il tutto si dissolse abbastanza velocemente.
Penso però valga la pena recuperare il lavoro credetemi, sia per chi non lo conosce affatto, sia per chi lo tiene gelosamente nascosto nello scaffale dei vinili come il sottoscritto.

martedì 4 settembre 2012

Chi l'ha visto? (secondo episodio): LA MUSICA

Pochi giorni fa leggevo che alcuni blog di cucina, causa traffico elevatissimo, "devono" diventare impresa ed assumere collaboratori. Ora con tutto il rispetto per la Cucina e per gli amici "food blogger", possibile che la Musica sia ormai relegata a passatempo di nicchia?
Non si vendono più dischi, ai concerti sempre di meno, si formano meno nuove band, non ci sono quasi più programmi televisivi (abbondano invece i talent show di cuochi!!!),  i temerari che ancora tengono in vita dei blog in tema sono costretti a confrontarsi tra di loro come carbonari, non parliamo delle riviste agonizzanti e delle tv specialistiche che spostano il proprio palinsesto sui reality e sui cartoon.
E non parlo neanche di me che scrivo avanzatempo e quando ho voglia, ma di vere e proprie (sulla carta) corazzate editoriali che non riescono più, nonostante la qualità, ad interessare nessuno.
Cosa sta succedendo alla musica?
Mancano sicuramente i contenuti a sfondo sociale che ne hanno sempre accompagnato lo sviluppo, ma non basta a giustificare il quasi totale disinteresse delle nuove generazioni. La Musica bene o male è cultura, non merita questa stagnazione.
Io per ora lancio solo un S.O.S, come facevano a suo tempo i Police, con una delle canzoni più grandiose della fine dei 70. Ammappela, sono già passati 33 anni......