giovedì 22 maggio 2008

Il mio vicino e un blues

Il mio vicino non so neanche come si chiama di nome (il cognome sì, c’è sul campanello).
Il mio vicino è solo, non se se è vedovo o separato.
Il mio vicino ci ha dei figli, ma non lo vengono a trovare quasi mai.
Il mio vicino è un vecchietto nella media, né simpatico né antipatico, mite come un agnellino.
Il mio vicino parla poco e a voce bassa. A volte in casa lo sento dal muro che parla da solo: per forza, è solo.
Il mio vicino una volta è venuta l’ambulanza poi il dottore poi i figli poi sono andati via tutti prima l’ambulanza poi il dottore poi i figli e lui è rimasto solo ancora una volta.
Il mio vicino esce sempre di casa alle 14, tutti i giorni (ma dove cazzo andrà che non lavora mica).

Ieri passavo ai giardinetti e ho visto il mio vicino seduto su una panchina, di spalle.
Seduta davanti a lui una deliziosa vecchietta coi capelli turchini.
Si guardavano con dolcezza e parlavano piano piano.
Io sono passato senza disturbare e dentro di me mi sono sentito meglio.

BELL BOTTOM BLUES, di Enrichetto con i Dominos, per il mio vicino.

Halleluja!

I don't want to fade away.
Give me one more day please.
I don't want to fade away.
In your heart I long to stay.

venerdì 16 maggio 2008

SOMETIMES IT SNOWS IN APRIL

Prince - Sometimes it snows in april


Prince - Sometimes it snows in april from http://edsperience.vox.com/

Una delle più grandi e meno conosciute canzoni di Prince, una delle più grandi canzoni di sempre.
Con il contributo di Wendy e Lisa, il nostro artista tutto-genio-e-sregolatezza inserì questa gemma in Parade, album molto noto per la ben più nota Kiss.
Ma è in Sometimes it snows in April, canzone per chi ci ha lasciato, che l'album trova il suo epicentro ed il suo cuore.
Sotto il testo.
E un pensiero a chi non c'è più ma...non si sa mai, a volte nevica anche in Aprile....


Tracy died soon after a long fought civil war
Just after I wiped away his last tear
I guess he's better off than he was before
A whole lot better off than the fools he left here
I used 2 cry 4 Tracy ‘cause he was my only friend
Those kind of cars don't pass U every day
I used 2 cry 4 Tracy ‘cause I wanted 2 see him again
But sometimes, sometimes life ain't always the way

Sometimes it snows in April
Sometimes I feel so bad, so bad
Sometimes I wish that life was never ending
And all good things, they say, never last

Springtime was always my favorite time of year
A time 4 lovers holding hands in the rain
Now springtime only reminds me of Tracy's tears
Always cry 4 love, never cry 4 pain
He used 2 say so strong, “Oh, I'm not afraid 2 die?
Unafraid of the death that left me hypnotized
U know, staring at his picture I realize
No one could cry the way my Tracy cried

Sometimes it snows in April
Sometimes I feel so bad, yeah
Sometimes, sometimes I wish that life was never ending
But all good things, they say, never last

I often dream of heaven and I know that Tracy's there
I know that he has found another friend
Maybe he's found the answer 2 all the April snow
Maybe one day I'll see my Tracy again

Sometimes it snows in April
Sometimes I feel so bad, so bad
Sometimes I wish that life was never ending
But all good things, they say, never last
But all good things, they say, never last
And love, it isn't love until it's past

venerdì 9 maggio 2008

Rory Gallagher - A Million Miles Away Irish Tour 1974

Tratto dal documentario del leggendario Irish Tour del '74 vi posto un bellissimo video di una commovente canzone di uno dei più sottovalutati chitarristi di ogni epoca.

Rory Gallagher aveva il blues dentro, senza se e senza ma.
Fino all'avvento di Stevie Ray Vaughan (un mostro che ha messo in riga tutti i chitarristi mondiali tranne un paio di cui uno deceduto...) Rory fu uno dei pochissimi a reggere il confronto con i mostri sacri neri, o mezzi neri.
Rory era uno di quelli che la chitarra ci viveva insieme, se la portava a letto e al cesso.
Durante la sua militanza nei Taste ma soprattutto nel glorioso decennio dei 70 non so quanti altri chitarristi bianchi poterono vantare il suo tocco o saper mostrare la propria anima attraverso la sei corde.
Ed aveva anche una "velocità" interessante, il che certo non guasta.

Rory morì nel 1995, a soli 47 anni, con la sua eterna faccia da ragazzino.

Non ce la fece a sopportare una vita di eccessi alcoolici.

L'intera Irlanda, dove era una specie di eroe nazionale, si fermò.

La BBC mandò in diretta i suoi funerali.

E ancora oggi il mondo rallenta e tende le orecchie quando da qualche parte uno stereo attacca una sua canzone.

Attenzione: Se non siete britannici questo è un post di nicchia, da amatori. Se non lo siete ancora, diventatelo con me che non ve ne pentirete.

Halleluja.

mercoledì 7 maggio 2008

Perfect Day

Certo che l'album da cui è tratta questa canzone è probabilmente uno dei più belli e intensi che mi sia mai capitato di ascoltare.
TRANSFORMER di Lou Reed contiene, oltre alla celeberrima Perfect Day, altre mirabili perle come Walk on the wild side e Satellite of love e Vicious e Hangin' round.
Insomma non si sa da che parte girarsi o meglio anche andando di shuffle si casca sempre bene.
Questa versione di Perfect Day è un curioso collage di interpretazioni di quelli che possono definirsi "various artists", realizzata per non so quale iniziativa benefica nel 1998.
Tra di loro non poteva mancare l'uomo che (assieme al fido Mick Ronson) produsse quel disco e gli dette un'impronta così nitida, ancor oggi scolpita come i faccioni del monte rushmore, rendendo possibile e memorabile quell'album vertiginoso.
Ovviamente la "materia prima" su cui David Bowie lavorò era di eccezionale qualità.
Come allenare il Milan o il Real Madrid o il Manchester United, più o meno.
Talvolta mi chiedo come mai Daviddino sia così bravo in tutto quello che fa (cito anche l'operazione analoga compiuta con Lust for Life di Iggy Pop, altro capolavoro).
Ma poi, senza rispondermi, torno semplicemente a far ripartire lo shuffle.
Tanto, casca sempre bene.
Halleluja e goodnight a tutti.