mercoledì 27 maggio 2009

Ratti Norvegici e Folie Feline

E sempre dalla provincia (la creatività non soggetta alle fighettate modaiole....eccetera) arrivavano questi tizi qua, dall'immagine a dir poco tetra ma molto intensa.
Emersi nella scena punk della seconda metà dei '70 ma non propriamente una punk band (famosa la polemica sul loro uso del synth...).
Tracimati nel calderone New Wave ma non propriamente una band New Wave. Nè sponda Dark nè sponda Pop/Dance.
Ancora oggi a mio avviso restano un gruppo, un "signor" gruppo, da decriptare.
E Hugh Cornwell, il loro frontman, un leader oscuro e potente. Ma al tempo stesso sfuggente.
Ci lasciano alcuni ottimi albi, tutti quelli che vanno dal 1977 al 1982 (ma anche Aural Sculpture non è brutto..) da ascoltare preferibilmente la sera, ma anche no.
Nella loro produzione per chi non li conosce bene si trovano pezzi duri e tirati come l'acciaio ma anche ballate walzerate e harpsichordate (e anche un filino beatlesate) come questa qua.
Che resta in assoluto uno dei più bei pezzi di fine millennio.
Non cercate significati nel testo, oscuro come da contratto, chè gli stessi STRANGLERS paragonarono al test di Rorschach (oh cazzo si scriverà così?) nel senso che l'ascoltatore ci legge ciò che vuole.
Caro pubblico, godetevi (per la prima o per l'ennesima volta, ma non stanca mai) GOLDEN BROWN.
Halleluja!




Golden Brown - The Stranglers 1981 High Quality sound

lunedì 25 maggio 2009

Chiedi chi erano i Beatles

No prendetemi per pazzo.
Lo so benissimo che senza i Beatles la musica oggi sarebbe diversa.
Lo so benissimo che si trattò di una band irripetibile.
Lo so benissimo che i loro brani saranno trasmessi da qui all'eternità.
Lo so benissimo che la band conteneva almeno un genio assoluto, almeno un grandissimo compositore ed almeno un eccellente musicista (mettete pure voi i nomi tranne uno: Ringo non posso neanche considerarlo, scusate).

Eppure io i Beatles non li ho mai "incontrati" appieno.
Sarà che Morandianamente parlando amavo di più i Rolling Stones e la faccia sporca del Rock.
Sarà che quando ho iniziato a bazzicare duro nel mondo musicale dei Beatles mi sono arrivati solo gli echi.
Sarà che ogni volta che ho iniziato a ripercorrerne le gesta, per un motivo per l'altro, non ho mai avuto l'occasione di esserne totalmente e definitivamente rapito.
Penso che sia solo una questione di "sincronia", non è che sto qua a sminuirne il valore solo perchè io ancora oggi non ho saputo comprenderli a pieno.
Ma questo stato di fatto un vantaggio me lo dà, senza alcun dubbio.

Quando mi accosto alle loro canzoni non lo faccio mai col dejavù, con la sensazione di two balls l'avrò sentita milioni di volte (ok a parte le più famose...), con la consapevolezza del revival.
Quando mi accosto alle loro canzoni, non di fascia A diciamo, lo faccio ancora con grande ATTESA emotiva. Parola magica che dà significato all'intero percorso musicale di un ascoltatore.
E ce ne sono alcune che, pur conoscendole, quando le becco mi tirano letteralmente giù.

BLACKBIRD è una di queste.
Definirla "bozzetto capolavoro" (per quanto in parte mutuata da Bach, come si dice in giro) è ancora riduttivo.
Una canzone che metterei in loop a giornata intera, potendo.



Halleluja!

venerdì 22 maggio 2009

DEAR GOD!!

Andy Partridge e Colin Moulding sono due miei miti.
Penso che abbiano ricevuto molto molto molto meno di quello che hanno dato alla Musica.
Ma forse in fondo non erano neanche troppo interessati nè alle charts nè allo stardom, come dimostra tutta la loro coerentissima carriera senza troppa ambizione pilotata da quel di Swindon, anonima provincia inglese (toh, il concetto che più volte emerge nei miei post che dalla provincia arrivano cose che voi umani....).
XTC, e lo dico senza tema di smentite come ho sempre fatto, è la migliore pop band inglese di tutti i tempi.
Beatles fuori classifica, ovviamente. Ma dopo gli scarafaggi abbiamo Partridge e Moulding.
Non si contano gli album eccellenti. Ognuno di noi fan ne ha uno in particolare nel cuore. Io ci ho English Settlement (ma anche un pò Non Such) perchè è quello della "folgorazione".
Bisogna tuttavia riconoscere che SKYLARKING è uno dei migliori tre.
Un album di assoluta e sfolgorante bellezza, che contiene anche la celeberrima (vabbè, dai siamo tra fan....) DEAR GOD.
Insomma io credo di credere, un pò a modo mio....con dei seri dubbi sul Vaticano.....con delle modalità molto personali.....senza aver mai chiarito cosa veramente provo.....però diciamo che penso che ci sia una qualche forma superiore all'uomo. Se non altro per essere un pò ottimista, che altrimenti il genere umano in sè non è che dia così tante rassicurazioni.
Quindi tutto sto bla-bla per dire che non condivido il testo celeberrimo (aridajje) di DEAR GOD.
Ma debbo anche ammettere che, affrontato face to face, in modo totalmente razionale, sia molto difficile non aderirvi con la ragione.
Andy Partidge scatena la sua rabbia verso un Dio presente, ma suo modo assente.
E quindi conseguentemente "colpevole".
Roba non da atei, ma da cristiani incazzosi.
Al tempo la canzone, per quanto non troppo diffusa a livello mainstream, generò discrete polemiche e attirò sulla band di Swindon una fama di anticristi che francamente è l'ultima cosa a cui verrebbe di pensare, conoscendoli.
Nel video c'è il testo, per chi ancora non la conosce è un'ottima occasione di ampliare la propria conoscenza musicale con questa eccellente canzone.

Halleluja!
(cioè insomma....)


XTC-Dear God

mercoledì 20 maggio 2009

IN CADUTA LIBERA

Il frullatore delle ultime notizie:
Chi presenta un certificato medico falso può finire in carcere (ah, la cura Brunetta..).
Chi corrompe un avvocato per mentire in un processo può utilizzare le formule "uso politico della giustizia", "toghe rosse non avrete il mio scalpo", ecc. (eh, ma solo se sei il Presdelcons..).
Catturato un boss della camorra, di cognome Letizia (ehi, ma allora......).
La Ventura dice di no a X Factor.
L'Inter ha vinto ancora la Coppa Tim e Ancelotti va via perchè uno solo, del Milan, lo desidera.
Martina Stella dice no a Muccino. Cioè al remake.
Poi dice che uno si butta sul Rock.......
.......and I'm free!!!!! Free Falling!!!!!!!




Tom Petty & the Heartbreakers - Free Fallin'

lunedì 18 maggio 2009

DEVO PARLARNE!

Ora io sarò anche ripetitivo ma continuo a pensare che le cose veramente più innovative siano state espresse tra la fine dei '70 e gli inizi degli '80.
Non ho detto che in quegli anni si sia prodotta la migliore musica di sempre. Non sarei onesto.
Ho detto che in quegli anni si è sicuramente spinto l'acceleratore verso qualcosa di nuovo, di diverso.
Tentativi di rompere sempre di più gli schemi, dopo (o mentre) che il punk aveva dato lo scrollone.
Provate a pensare intensamente se oggi, 2009, tra un reflusso di alt-folk, un guaito di nu-metal e un generale back to the roots si presentassero alla porta delle case discografiche gente come i Kraftwerk, i Devo, i B-52's, i Wall of Voodoo. Sai che porte in faccia.
Per concludere questo excursus dedicato al periodo d'oro della creatività mancano sicuramente i DEVO.
Anche loro provenienti dalla sterminata e sconosciuta provincia americana (Akron, Ohio) dove forse si poteva osare di più.
Perchè c'erano meno mode e perchè non si doveva fare i fighetti come a New York o Londra.
E ci si poteva sbizarrire senza tema di spernacchio tanto sai chi ti vedeva.
Fu da lì che partì la "rottura" dei DEVO (la teoria della de-evolution eccetera, non mi fate sproloquiare che per quello ci sono i critici ufficiali).
La band dei doppi fratelli (Casale e Mothersbaugh) più l'intruso Myers fecero vedere cose incredibili, partendo dal look a metà tra un cartoon e un impresa di pulizie e finendo con una musica che mischiava in modo rocambolesco punk, elettronica, dance e rock and roll. Ma in modo che è difficile distinguerli, davvero.
Non posterò per la milionesima volta il prequel di Satisfaction, ma altre cose carine.
Qua una delle più fragorose hit

E qua una celeberrima degli inizi, quella Mongoloid che ancora oggi ritroviamo in numerose antologie punk, visto il tipo di impostazione (ma attenti alle tastiere!).


OK gente, alla prossima.
Halleluja!

giovedì 14 maggio 2009

B-52's Private Idaho

Ecco io sono abbastanza convinto che se oggi uscisse un gruppo così spaccherebbe.
Dalla sterminata provincia americana negli anni post punk uscirono una sequela di band genericamente legate tra loro dal termine "new wave", parola che forse identificava uno stile abbastanza definito in Gran Bretagna ma non poteva farlo in un paese dalle tradizioni radicate e dalle distanza incolmabili come gli Stati Uniti. Come non risentire in questo celeberrimo pezzo (ma anche in Rock Lobster...) echi di chitarre twangy, sonorità anni '60 alla mamas and papas e tante altre belle cose. La band poi ebbe larghi successi in ambiti più danzerecci ma rimase (e lo è tutt'oggi ascoltare per credere l'ottimo Funplex) una splendida realtà isolata.
Un pò come i Pere Ubu.
Un pò come i Devo.
Un pò come i primi REM, anche loro di Athens come i B-52's.
Gente che appunto veniva dal "nulla" e che non assomigliava ad altri se non a sè stessi e che portava dentro echi del passato.
Cindy e Rick Wilson, Fred Schneider e Kate Pierson e Keith Strickland.
Allucinati, folli, sgargianti e colorati come la loro musica.
Halleluja!

martedì 12 maggio 2009

pere che il pompelmo feccia mele

Ora c'è bisogno che io vi dica che i PERE UBU del fantasmagorico David Thomas, l'antirockstar più incredibile che abbia mai visto, siano probabilmente uno dei gruppi più "seminali" che siano mai esistiti?
L'album che li consacra alla storia è sicuramente THE MODERN DANCE, in cui albergano molti pezzi più estremi di questo "Breath", che comunque se non altro ha il merito di porceli su un piano più normale e di permettere di entrare nel loro universo con più gradualità.
C'è anche da dire che sul Tubo non c'è quasi niente del periodo d'oro e allora la scelta è quasi obbligata.
Ma cercate di beccare roba come Non-alignment pact o Life stinks o Laughing (o la primordiale Final Solution, giudicato uno dei singoli rock più influenti ogni epoca, non presente in alcun album ufficiale, una specie di rilettura dissonante di Summertime Blues di Eddie Cochran) e non ve ne pentirete mai.
Ma mai.
Halleluja!


Pere Ubu, "Breath"

giovedì 7 maggio 2009

Ti "Ricordi" gli Husker Du?

Nella prima metà degli anni '80 due gruppi gettano le basi per i futuri sviluppi commerciali della musica Punk.
Una musica Punk che, sempre meno rabbiosa e nichilista e ricordando la lezione immensa dei RAMONES, inizia a fondersi sempre più con le melodie e con il pop.
Ok, i "duri & puri" storsero e storgeranno sempre il naso.
Ma se oggi esistono gruppi come i GREEN DAY (a torto o a ragione uno dei gruppi che vendono di più al mondo e uno degli act che registrano maggiori presenze ai concerti, insomma uno dei 4 o 5 nomi più importanti del mainstream rock di oggi) lo dobbiamo essenzialmente a due band.
I BAD RELIGION (ma oggi non ne parliamo) e gli HUSKER DU.
Che probabilmente non volevano sortire questo effetto quando diedero alle stampe ZEN ARCADE ma tant'è. Essere gruppi "seminali" implica appunto "seminare" e non sapere in anticipo cosa germoglierà dal tuo lavoro.
Zen Arcade è un doppio album immenso, denso, pieno, che esplode il punk in direzioni multiple e, appunto, getta le basi per almeno un paio di decadi a venire.
Qua vi giro il sound (no video) di una delle canzoni più note, I APOLOGIZE, tratto da NEW DAY RISING, il successore di Zen Arcade, per chi non ha ancora una conoscenza approfondita di questa band che a me è stata "inoculata" dal mitico Bonzo.
Un grande personaggio che ne sapeva parecchio, e che purtroppo non si fa più vivo da un pò.
Vediamo se questo post riesce ad "evocarlo"......
Halleluja!


Husker Du-I Apologize

sabato 2 maggio 2009

ALL THE YOUNG DUDES....

Ok, bon andiamo con calma. Siamo al 20 di Aprile 1992. Freddie Mercury è morto da un pò e a Wembley va in scena il Freddie Mercury Tribute, il secondo raduno rock più famoso degli anni '90 dopo il Live Aid. Insomma siamo a Londra, a casa sua, Daviddino aveva un ottimo rapporto con i Queen (Under Pressure, do you remember?) e figura per forza tra i nomi top che vanno a rendere omaggio alla memoria del grande Freddie. Un Daviddino in crisi invero, dopo alcuni anni di vacche magre e ancora in attesa di un Outside che gli risollevasse le terga dal pavimento.
Allora David  che fa, va lì e canta qualche schifezza da Tonight e/o Never Let Me Down? No di certo. E allora giù di best of, di oldies but goldies, di colpi sicuri. Che il Duca nella sua provata preveggenza sa già che dopo n anni esisterà qualche cazzo di TV via rete che manderà ancora in onda le sue gesta. E mica può fare brutta figura proprio in questa occasione....
E butta là con nonchalance una grande versione di ALL THE YOUNG DUDES.
Ma non così alla cazzo, con chitarra a tracolla e via.
Intanto si fa accompagnare dai tre Queen rimasti in vita. Che si dessero una scrollata.
Poi chiama Ian Hunter, che insieme a Mick Ralphs era l'ossatura dei Mott The Hoople, glorioso gruppo britannico a cui Daviddino regalò quella canzone, uno dei suoi pezzi più strepitosi di sempre, e che ricambiò il Duca offrendone al mondo una versione che lo stesso Duca non seppe mai eguagliare in nessuna occasione. Uno Ian Hunter che qua canta in faccia a David senza sfigurare anzi.
Becca due dei Def Leppard che passavano di lì (Joe Elliot e Phil Collen) e li mette ai cori. Loro eseguono quasi intimiditi al cospetto di un bel gruzzolo di leggende del rock.
E poi, mica contento, chiama al proscenio anche sua Maestà "un uomo un suono" MICK RONSON (nato a Hull), uno dei tanti artisti su cui poggia gran parte del successo di Daviddino (in effetti Bowie è uno al cui cospetto il concetto di "culo di Sacchi" gli fa una pippa).
Insomma Mick Ronson, un chitarrista incredibile che marchiò a fuoco una stagione intera e offrì in dono al pantheon della chitarra elettrica alcuni degli assoli più belli mai sentiti (quello su Moonage Daydream al concerto di addio di Ziggy per esempio). Tra l'altro mica era lì per caso, il buon Mick. Non solo aveva fatto parte della vita di Bowie, ma anche aveva suonato per alcuni anni del buon rock con Ian Hunter e, udite udite, fatto parte brevissimamente nel 1974 dei Mott stessi.
Azz....come dite? Come intarsio non è malaccio...
Il finale però non è da cinema hollywodiano. Il buon Mick, andato là per celebrare la dipartita di Freddie (tra l'altro entrambi nati nel 1946) e per ricordare al mondo la sua esistenza dopo anni di anonimato, ebbe l'originale idea di passare a miglior vita appena un anno dopo (vabbè più qualche giorno) precisamente il 29 Aprile 1993. Andando ad ingrossare le fila dei morti prematuri famosi del rock a soli 47 anni.
Halleluja.....halleluja.....e rest in peace.


All the young dudes (live Freddie Mercury Tribute)