mercoledì 29 settembre 2010

Pavement - Spit On A Stranger

Con questa canzone (+ o -....) i PAVEMENT di Stephen Malkmus svanivano come la neve al primo sole di primavera.
Era il 1999 ed io, reduce da un decennio orrendo quasi senza musica (orrendo per il mio tempo libero), ancora non li avevo conosciuti.
Si vabbè. Capirai.
No, non è una cosa da poco essersi persi una band di tale portata, emersa dal mondo della musica indie vera (la gloriosa Matador) e andata a riempire cuori inquieti per quasi dieci anni.
Con una melancholia sempre mai troppo smielata mai troppo triste.
A mezz'asta. Una malinconia a mezz'asta che non lascia spazio per gli estremi, per il pianto o per il disinteresse. Tante sono le canzoni che poi, frammento dopo frammento come un archeologo minuzioso, ho recuperato nel corso degli anni. E mai che ne abbia incocciata una che mi faceva cagare. Spesso invece veri e propri masterpiece post-beatles, post-pop, post.
Forse di tutte HERE è la mia preferita in assoluto, ma ondeggio ancora come un quasi-trentenne (secondo me il loro core target) sulle note di questa meravigliosa "SPIT ON A STRANGER".
Peccato non averli potuti seguire mentre esistevano. Peccato.
E la recente reunion, per quanto ne abbia sentito parlare solo bene, non riesce a togliermi dalla mente e dal cuore questa strana malinconia a mezz'asta che mi prende la gola ma non riesce a farmi uscire il pianto.
Grazie di esistere, ragazzi.

giovedì 23 settembre 2010

The Stranglers - Peaches

Una delle band più atipiche che mi ricordi.
Troppo di spessore per essere solo punk (i fiati! orrore!).
Troppo rock per essere new wavers o dark.
Troppo colti per essere da classifica.
Troppo adult oriented per essere sul New Musical Express oh yeah.
Hugh Cornwell e soci sono da sempre tra i miei preferiti.
Tra le cose che hanno fatto, molte di buon livello alcune leggendarie, mi riesce difficile trovare ben poche pecche o sbadigli.
Certo da "Aural Sculpture" in poi qualche pezzo se l'erano perso per la strada ma porcaboia trovatemi un'altra band capace di saltare coerentemente e con stile dal valzer clavicembalato della celeberrima GOLDEN BROWN al punk cupo di NO MORE HEROES, al reggae con i fiati di questa superba PEACHES. Una bass line elementare ma entrata nella memoria collettiva come unique.
Forse nemmeno i Police al loro apice osavano tanto.
Insomma walking on the beaches looking at the peaches!!!!!!!

venerdì 17 settembre 2010

Divine Wind

Faccio parte del Culto dell'Ostrica Blu fin dalla tenera età.
In particolare mi hanno sempre affascinato le originali tematiche science fiction dei testi, le atmosfere musicali sempre a metà tra cupo e ombroso, la loro impostazione sonora sempre al confine tra hard rock di maniera e un rock variegato di maggiore profondità con influenze blues, jazz, country.

DIVINE WIND fu scritta nel 1980 ai tempi della vicenda degli ostaggi americani in Iran, in epoca che precorreva l'attuale facendo presagire i futuri scontri di civiltà.
La presa di posizione molto filo-americana fece alquanto discutere ma in realtà il pezzo, se svincolato da questi discorsi pseudo politici e sociali, resta un tostissimo mid-tempo con in evidenza la voce tagliente di Eric Bloom e la chitarra infiammata di Donald "Buck Dharma" Roeser, uno che non aveva certo bisogno di raccomandazioni per essere considerato un big dello strumento, per capacità espressiva, tocco, classe e scelte melodiche.

DIVINE WIND faceva parte anche di uno degli album più massicci che il gruppo avesse mai dato alle stampe, dopo le sbandate pop della fine dei '70 (Don't fear the reaper) che offrirono ai BLUE OYSTER CULT le classifiche e le vendite ma spersonalizzandoli.

CULTOSAURUS ERECTUS, a partire dall'incredibile copertina che raffigura una specie di mitologico dinosauro con fanoni, era veramente un disco oscuro pesante e compatto. Che oltre alla canzone postata conteneva almeno un paio di altri masterpiece: la cadenzata e potente Black Blade e la malinconica Deadline.

I BOC risposero così all'invadenza della New Wave of British Heavy Metal (Maiden, Leppard, Saxon, Priest ecc.) che stava spalmandosi su tutto il pianeta: risposero con fermezza e con mestiere.
Dando ai loro fan una delle perle più belle di una carriera sempre e comunque interessante.

martedì 14 settembre 2010

Everytime You Go Away LA VERITA'



Mi piace postare questa canzone per vari motivi.
1 perchè daryl hall e john oates (e la loro band storica con t-bone walk, ge smith e mickey curry) sono stati due grandi artisti a tutto tondo (e chi dice che sono tamarri ha in mente solo il loro look anni '80 ma cazzo sono durati almeno 3 decenni!)
2 perchè le capacità compositive POP del duo (più daryl che john ma insomma non voglio far torti) erano di primissimo livello ma davvero
3 perchè la voce di daryl hall ancora oggi a riascoltarla mette i brividi per complessità e sfaccettature, senso ritmico e coinvolgimento
4 perchè john oates pur non protagonista è il miglior backing vocalist di tutti i tempi mai un fuori tempo una sbavatura sempre valore aggiunto al main
5 perchè cazzo questa canzone ancora oggi c'è una marea di gente che pensa che sia di Paul Young! Con tutto il rispetto per il simpatico pennellone canadese inglese (ooops, grazie porillo) come è possibile che passi un eresia simile?
Halleluja!

sabato 11 settembre 2010

E' successo davvero

Tra gli esponenti di punta del Glam Metal, i RATT scorrazzarono a suon di milioni di copie vendute per almeno un paio di album verso la metà degli anni '80 posizionati come i rivali fighetti dei ben più fortunati (commercialmente parlando) Motley Crue.
Il video che vi inoltro è bello perchè nel suo trash totale manda un flashback su un periodo che nel bene e nel male molti di noi hanno vissuto e che nel bene e nel male ci ha comunque segnato.
Quello che vedrete non è Second Life, queste robe qui sono successe davvero e hanno imperversato per un decennio. Nei teatri tenda, nei Rock Pub, su VideoMusic, nei negozi di dischi specializzati: luoghi che per molti delle nuove generazioni sembrano immaginari.
Erano sinceramente secoli che non riascoltavo questo pezzo ma non posso fare a meno di notare alcune cose.
1) per gli appassionati: il potente riff sta sicuramente tra i primi venti di sempre del rock duro;
2) per gli appassionati 2: Warren De Martini era un grande chitarrista, e nei Ratt non era stretto, era compresso come il gas nelle bombole;
3) per tutti: il resto dei Ratt era francamente trascurabile, particolarmente irritante il cantato ed il modo di porsi di Stephen Pearcy, vocalist poco dotato di qualsiasi dote si parli;
4) per chiunque anche per chi non ama la musica: ma come cazzo si vestivano le gnocche in quegli anni là?
5) per quelli che pensano che osare sia sempre meglio che non farlo: unire Glam e Metal fu comunque un'idea originale, per quanto portatrice dei peggiori incubi di look mai visti;

OK bon, uno dei tanti scheletri che mi obbliga a tenere in casa un armadio a 18 ante è stato dissotterato.
Che anche i Ratt vadano in pace. Halleluja!

mercoledì 8 settembre 2010

The Golden Age

sapete che davidbowie è il mio idolo e io sono un suo discepolo, ma diciamo che bisogna anche andare avanti nella vita e che nonostante i tuoi ascolti ti portino più o meno ovunque e ci sia tanta roba buona dappertutto ogni tanto c'è bisogno di ritrovare un idolo che sia ancora vivo e non già leggenda morto e (quasi) imbalsamato.
daviddino purtoppo, vuoi per l'età vuoi per il colpo che gli prese qualche anno fa è poco affidabile e nonostante il mio cuore trabocchi di gratitudine per lui per avermi reso la vita meno difficile e per avermi tenuto lontano da tante cazzate e per avermi fatto capire che il rock non è solo musica ma arte anche complessa e comunque multimediale insomma daviddino ormai è nel mito nel culto nel cielo nel santino nel calendario.
ho bisogno però di qualcuno in terra per affidargli molte delle mie speranze di una musica migliore di una voglia di stupire di una necessità di non omologarsi progredire evolvere essere sempre un passo avanti alla marmaglia.
dato che anche andy partridge è in stasi creativa da secoli e che anche ray davies ormai è più nonno che altro, e che tra le tante belle persone che ci sono in giro spesso la regola è l'una tantum, l'illusione del nuovo messia ma solo fino al secondo o al terzo disco insomma tra i vivi e attivi e continuativi non restano molte alternative di persone che hanno voglia di NON ripetersi crescendo artisticamente per più di un decennio, magari per più di due.
BECK DAVID CAMPBELL o meglio BECK HANSEN o più semplicemente e familiarmente BECK ormai è da alcuni anni il mio faro non dico che mi piace tutto quello che fa ma so che è uno che guida, uno che non scende a compromessi uno che alla fine fa sempre un pò il cazzo che gli pare e che trova sempre il modo per interessare il tuo orecchio e il tuo cervello.
fare il cazzo che ti pare: garanzia ultima di genuinità per chi ti ascolta e crede in ciò che fai.
fare il cazzo che ti pare, senza pensare piacerò non piacerò sono in trend non sono in trend sono di moda non sono di moda magari sono su billboard magari no.
ormai sono passati alcuni anni dalle vette creative eppure so che BECK è ancora lì pronto a dare la zampata.
senza riesumare la potenza metafisica di "Loser", brano epocale, diciamo solo che "Odelay" e "Sea Change", tra i migliori album degli ultimi 20 anni, sono sempre lì a dirci chiaramente chi è lo spirito guida. Radiohead permettendo, Beck E' la luce.
Almeno per me gente. Abbiate pietà di uno che ogni tanto cerca dei segni e non solo delle soddisfazioni.
Halleluja!

lunedì 6 settembre 2010

Sahara All Stars Of Jos-Take Your Soul

so pochissimo di queste cose, lo ammetto senza problemi.
il FUNKY non è mai stato il mio pane.
ma mi è sempre piaciuto il groove che c'è dentro i pezzi funky.
solo che mi hanno sempre detto che il funky è roba da neri americani, da james brown in poi, dio lo benedica. che passa per i funkadelic (!) e i parliament e arriva a quella carnevalata degli earth wind and fire.
e che in africa la musica è ferma ai bonghi e poco più.
ma io sono un ignorantone riguardo la musica afro, penso ancora che fela kuti sia un dittatore dello zambia anni '70 e che ali farkà tourè giochi come mezzala nell'arsenal.
però poi salta fuori 'sta roba che un amico mi aveva detto che a Lagos (Nigeria) negli anni 70 c'era anche un discreto giro di band che nei club ci dava dentro di brutto con un tiro che anche il bel Prince dei bei tempi dovrebbe inchinarvicisisisi.
o magari ha anche scopiazzato qualcosina eh (scusami Nelson, lo sai che ti ho sempre adorato).
non so chi siano questi sahara all stars of jos ma sicuramente non giocavano a pallacanestro.
ma so che se fossi un diggei questo pezzo lo manderei ogni sera, diobon.
halleluja gente, dance with me.

venerdì 3 settembre 2010

Goodbye Horses

Pezzi che tanti canticchiano e che nessuno sa chi li canti davvero e che canzoni siano e quando diavolo siano state ascoltate.
Un tema che mi ha sempre affascinato.
La canzone priva del videoclip che però mannaggiattè hai in testa e a volte riecheggia beffarda nella tua testa sotto la doccia o dentro la metro.
Fa capolino tra i tuoi ricordi e prende per il culo l'hard disk con dentro i tuoi neuroni.
Solleva sensazioni senza apparente motivo.
Ti mette anche un pò di angoscia.
Non troppa, un pochino.
Ma non sai perchè...........
Chissà da dove cacchio viene...vediamo chi indovina. Senza andare a smanettare con wiki o col tubo eh, che me ne accorgo.
Halleluja!