martedì 29 settembre 2009

California senza surf?

E' da un paio di anni che li ascolto a sprazzi, anche se loro incidono da più di dieci.
Sono di San Diego ma non cercate in loro il sole il mare i coretti da spiaggia.
Dicono siano "indie" anche se per me questa parola non ha più significato.
Fanno musica intensa. Non trovo altre parole per descriverli.
Recentemente l'amico Lucien me li ha ricordati, è in uscita il nuovo attesissimo album.
Non posso fare a meno di pubblicare la loro THE LETTER, tratta da The Spell del 2006.
Un pezzo di quelli che non riesco a smettere di ascoltare. 
Dimenticavo, sono i BLACK HEART PROCESSION.
Un nome che sarebbe andato meglio per un gruppo gotico/dark, tipo i Lords of the new Church.
Ma vi ho mai detto che per me non hanno più significato neanche le etichette?
Halleluja!


The Black Heart Procession THE LETTER

lunedì 28 settembre 2009

Botta e risposta: The HUMAN LEAGUE

Già, avete ragione.
E' praticamente impossibile parlare degli Heaven 17 senza parlare degli HUMAN LEAGUE, l'altro grande gruppo di Sheffield che impazzò nei primi anni '80 in tutto il mondo, tanto le loro storie e destini sono incrociati.
Curiosità: il cantante degli HUman League avrebbe dovuto essere Glenn Gregory (sì, quello che poi formò gli Heaven 17 con Ware e Marsh fuorusciti dai League), ma siccome era impegnato fu reclutato al suo posto PHILIP OAKEY, che poi ne sarebbe divenuto l'emblema. Come dire, due piccioni con una fava.
DARE fu un successo clamoroso. "Don't you want me" (per quanto piacione) ancora riecheggia nelle sale da ballo di mezzo mondo. Fu uno di quei pezzi attorno ai quali si concentra la storia del synth pop.
Ma a me piace ricordare il gruppo (doverosa menzione alle due signorine di gran classe che accompagnavano Oakey ai vocals) con un signor singolo che non sbancò come Don't you want me (o come "Human", il loro canto del cigno) ma che restò comunque abbastanza impresso.
A me piace ricordarli con THE LEBANON.
Un testo impegnato, politico, del tutto in contrasto con la loro immagine apparentemente effimera.
Con un arrangiamento rock-oriented che fece gridare un pò allo scandalo.
Ma furono coraggiosi a inciderlo, e per questo meritano essere ricordati.
Halleluja!


The Human League - The Lebanon

venerdì 25 settembre 2009

HEAVEN 17

Martyn Ware e Ian Craig Marsh, fuoriusciti dalla prima versione degli Human League, quella meno commerciale, fondano gli Heaven 17 (nome tratto da un romanzo di Anthony Burgess, quello di Arancia Meccanica) nei primi anni '80 con il cantante Glenn Gregory. L'ambientazione è il calderone di Sheffield, ai tempi famosa quanto e più di Manchester per la produzione di sound. La Sheffield dei Cabaret Voltaire (fondatori del sound industrial a partire dagli anni '70) che sfociò in una ridondante scena dance negli '80 con appunto Heaven 17, Human League e ABC.
Ne risultò uno dei migliori gruppi in assoluto della scena synth-pop mondiale.
Molto commerciale ma mai ruffiano (Human League di Don't you want me, per intenderci), sintetico, preciso, di classe e spessore. Dance oriented ma non in assoluto. Toccano spesso angolazioni jazz, per esempio (se non ci credete ascoltate la particolarissima "Lady Ice and Mr. Hex" dal secondo album).
PENTHOUSE AND PAVEMENT, album d'esordio, è considerato il loro capolavoro. Contiene quel "(We don't need) this fascist groove thang" che impazza nei locali di tutta Europa e che da un'idea del loro orientamento politico. Ma è con il siuccessivo (e un pò più patinato) THE LUXURY GAP che sfondano.
Dentro questo meraviglioso album ci sono le due megahit mondiali LET ME GO e TEMPTATION.
Ma ci sono anche altri pezzi di maggior profondità e impostazione più decisa e meno studiata per le charts.
Oltre alla succitata Lady Ice and Mr. Hex che vede una grandissima prova di Nick Plytas al piano (un session man reclutato per l'occasione) c'è questa canzone che, contestualizzata nell'ambiente Sheffield ha il suo perchè.
CRUSHED BY THE WHEELS OF INDUSTRY (verrebbe da aggiungere il coretto wooooo wooooo) è un perfetto esempio di industrial synth pop. Un pò sulla stessa lunghezza d'onda del mitico SOME GREAT REWARD di depechemodiana memoria che però vedrà la luce un anno dopo il masterpiece degli Heaven 17.
Meditate gente meditate, che niente nasce mai a caso o da zero.
Heaven 17 sparirono con lo sparire del sound degli '80, non avrebbe avuto senso vederli con le chitarre acustiche a MTV. Anche se tuttora incidono e suonano con estrema dignità.
Vi lascio alla canzone, e ai ricordi.
Halleluja!


Crushed By The Wheels of Industry

domenica 20 settembre 2009

Rock and Roll is here to stay!

Non sono molto conosciuti in Italia, gli SHA NA NA.
Famosi in America per aver portato dentro il Festival di Woodstock una ventata di sano revival del rock and roll anni '50, rivisitato col tono della parodia ma sempre con profondo rispetto.
Giungono al culmine della fama partecipando a Grease e soprattutto con un TV Show omonimo da loro stessi portato avanti in USA dal 1977 al 1982.
Per dirne una, i Ramones erano loro fan accaniti.
Parlare dei membri è impossibile. Se ne sono succeduti a decine, diciamo che SHA NA NA è una community dove si sono sempre confrontate persone con il gusto del vero rock and roll ma anche con una insopprimibile voglia di prendere-prendersi per il culo.
I loro spettacoli traboccavano di ciuffi alla Dennis and the Jets, di lamè attillati ed altri abbigliamenti improbabili, di balletti e controcanti alla beach boys.
Il titolo del post è un loro famoso cavallo di battaglia ma ce ne sono tantissimi altri da Tears on my pillow a At the hop, da Unchained melody a Stuck on you.
Qua vi posto la loro rivisitazione con tanto di bam-bamalama-bamba-benben di un classicone come BLUE MOON, sperando di farvi venire voglia di scandagliare il tubo alla ricerca delle loro esibizioni per farvi quattro grasse risate e passare una mezz'ora spensierata, che ce n'è bisogno.
Halleluja!


blue moon- sha na na- flip wilson

giovedì 17 settembre 2009

Mi arrendo!

Robin Zander: (vocals and guitar), buon cantante e frontman, il "bello" del gruppo.
Tom Petersson: (bass), buon bassista e secondo "bello" del gruppo. Il moro, Robin Zander era il biondo.
Bun E. Carlos: (drums) il buffo travet baffetto con la panzetta. In realtà un duro. E ottimo batterista.
Rick Nielsen:(guitar and vocals) quello col cappellino sulle ventitrè, con le magliette colorate, la gibson explorer e le tiglio. Il vero "deus ex machina" del gruppo.
In una parola i CHEAP TRICK.
Un gruppo di quelli da scrivere sottolineati sotto la voce "underrated".
Non tanto per le vendite, che arrivarono copiose tra fine '70 e inizio '80, quanto per la considerazione della critica.
Si fa prima a dire cosa NON furono i Cheap Trick (peraltro ancora in attività).
Non furono un gruppo di hard rock, anche se li abbiamo spesso trovati in quello scaffale perchè Nielsen pestava duro.
Non furono un gruppo di arena rock, anche se le riempirono eccome le arene. Ma mai in quel modo pesante e pedante come chessò i Journey e gli Styx. L'ironia era una delle loro armi più taglienti.
Non furono un gruppo di hard rock and roll, tipo gli Aerosmith. Mancavano completamente di tamarraggine.
Non furono nemmeno un gruppo pop. Anche se le loro composizioni rimandano moltissimo alla grande tradizione pop, Beatles inclusi.
Furono però un SIGNOR gruppo. E io che all'epoca comprai e snobbai il loro ottimo live AT BUDOKAN (toh, un altro gruppo che registra il live in quel teatro del giappone maicchec'era i'mmiele?). Sti cazzi. Dischi come l'omonimo CHEAP TRICK, come IN COLOR, come DREAM POLICE sono da avere senza se e senza ma. Anche se non ti garbano i coretti e quelli che fanno gli scemi sul palco.
C'è chi mi diceva che li ha scoperti da quel gioco con la chitarra finta come cazzo si chiama guitar hero o qualcosa del genere, pensa te.
Ve ne giro una delle più famose con un ritornello catchy da far paura.
SURRENDER, i Cheap Trick.


Cheap Trick - Surrender - from Budokan DVD

mercoledì 16 settembre 2009

Belle Meteore

Siamo nel 1984.
Loro sono un gruppo di 4 elementi, di cui l'ossatura centrale è il duo cantante chitarrista (Kelly /Coyle se non sbaglio ma vado un pò a memoria, non mi garba documentarmi su wiki).
Si presentano con un look un pò dimesso e faticano ad essere considerati parte del movimento imperante dei New Romantics, che richiede d'ordinanza ciuffi e camicioni rigonfi con le maniche con le pences.
Anche la musica non è esattamente in linea con la moda del periodo.
Anzi, si tratta di un pop malinconico, di matrice acustica, un pelo folk.
Una roba molto intima che penetra nel profondo. Ma che non è esattamente nè un riempipista nè un anthem da classifica.
Durarono lo spazio di un paio di singoli e un paio di album, poi l'oblìo.
Porelli, verrebbe da dire. Ma che vònno? Che vuoi tu che ne scrivi?
Non lo so però c'ho ragione.
Quando sento questo pezzo (che pure non mi ricorda momenti particolari dell'esistenza mia o di qualcun altro) mi prende un pò un groppetto alla gola. Sarà il testo, sarà la melodia nostalgica, sarà il video delavè, sarò io che me stò a rammollì.
Non sono tanti i pezzi che ti causano emoziòne.
Per cui ve la giro, sicuro che molti di voi la ricorderanno, sperando che qualcuno provi quello che provo io.

Ah già, sono i LOTUS EATERS con THE FIRST PICTURE OF YOU.
Halleluja!



Lotus Eaters : The First Picture Of You ((Stereo))

sabato 12 settembre 2009

Kiss e Freddie Krueger

Allora andiamo con ordine.
Per meglio mettere in fila le idee le numero.
1. Ci sono cresciuto, con queste teste di cazzo. Abbiate pietà. Ci son cose anche peggiori nella vita. Tipo gli Zero Assoluto?
2. i Kiss sono come Freddy Krueger, quando sei convinto di essertene liberato per sempre e stai per xxxxxx con la vicina che assomiglia a Jessica Biel dopo aver mangiato la torta di mirtilli arrivano sempre a prenderti alla sprovvista da sotto il letto con tutto il loro armamentario.
3. Ciononostante le loro canzoni sono ormai nell'immaginario medio dell'americano rocker medio. E il bello è che piano piano negli anni hanno anche ispirato legioni di cloni e di (insospettabili) fan. Così come Nightmare nonostante le 45 versioni cinematografiche ha rilanciato il genere horror/splatter e dato il là alla carrierona di Wes Craven che oggi viene considerato regista di culto.
4. Questo pezzo nuovissimo pare estratto da Rock and Roll Over del 1974. O da Dressed to kill dell'anno successivo. Viene direttamente dalle agendine segrete di Paul Stanley rinvenute intatte in un sobborgo del New Jersey da un misterioso ammiratore.
5. Diciamo che il pezzo non sfigurerebbe neanche, in questo maledetto mondo del PARTY ROCK, un genere che pare inventato apposta per nerd brufolosi e segaioli. Non vi fate strane deduzioni. Non lo ero, da ragazzino. Ascoltavo anche altre cose ai tempi (Renato Zero?). C'è il riffone, c'è la ritmica, c'è il mestiere. "C'è figa?" no Gene, c'hai 60 anni e la parrucca stattene a cuccia con i tuoi gioielli di famiglia.

6. Ma una cosa mi manda tutto di traverso. Potrei anche fingere bellamente di ignorare questa uscita discografica da revival. Ma non posso sopportare di vedere una copertina, un lettering, un titolo, una grafica orrenda che solo qualche giapponese ubriaco con le palle girate può gradire. Questo no, cari parrucconi. Non me lo dovevate fare.
 
Halleluja!



KISS - Modern Day Delilah (Full Version - HQ)

martedì 8 settembre 2009

La legge del "Second Best"

In quasi tutti campi essere eccessivamente pionieri non paga.
Magari a babbo morto qualcuno riconoscerà il merito di aver inaugurato un genere o aver intuito una legge della fisica.
Ma mentre sei in attività molto probabilmente i frutti delle tue intuizioni li raccoglierà qualcun altro più furbo o semplicemente più sincronizzato di te con il pubblico.
In musica questa regola è un must.
Vengono in mente tanti nomi.
Restando su tematiche che ho trattato recentemente, per esempio gli Stone Roses.
Ma anche, con ancora minore notorietà acquisita, gli LA's di Liverpool. Un gruppo sul quale recentemente miei colleghi blogger (non ricordo se sul blog o su facebook, ma di certo si tratta di andrea) hanno riacceso i riflettori.
LA's che nel 1990 editarono un disco leggendario, omonimo, dopo 3 anni di avanti-indietro (famoso il perfezionismo del loro leader lee Mavers). Avanti indietro peraltro proseguiti anche dopo visto che i pezzi sono stati riarrangiati più volte dalla stessa band.
Il disco è l'anello di congiunzione tra il pop malinconico e jingle jangle degli Smiths e i primi vagiti del Brit Pop.
Ma è la freschezza generale che ancora oggi colpisce come un'alabarda spaziale.
THERE SHE GOES, utilizzata in miriadi di serial senza che molti sapessero di che si trattasse, è un pezzo ai limiti della perfezione.
Rientra tra quelle geniali canzoni che, mistero della fede, non ti stanchi mai di ascoltare.
Accattetevilla, cumpà. Ne vale la pena.
Halleluja!


The La's - There She Goes

sabato 5 settembre 2009

GET THE KNACK!

Marchiati a fuoco per l'eternità dal megahit di MY SHARONA, bollati per sempre come meteore per non aver saputo dare un seguito all'eccellente album di debutto (GET THE KNACK) e per non essersi saputi affrancare dall'immagine di coverband dei Beatles, in realtà la band di Doug Fieger e Berton Averre (ma non dimentichiamoci i bravissimi strumentisti Prescott Niles al basso e soprattutto Bruce Gary alla batteria, rip) aveva delle doti.
Nel 1979, appena passato il diserbante del punk, c'era bisogno di tornare a suonare robe energiche ma melodiche, toste ma piene di vita e non nichiliste.
Get The Knack assolve (casualmente?) benissimo il compito e fa il botto, affiancando alla celeberrima My Sharona almeno altre tre perle di power pop ancora oggi fresche come rugiada: Let me out (qua in visione), Heartbeat e Lucinda.
Ma tutto il disco è bello frizzante e scorre veloce sulla pelle.
Non so cosa successe dopo, il secondo album ("...but the little girls understand") uscì troppo a ridosso del primo per battere il ferro finchè era caldo. Ma ne risultò la fotocopia sbiadita e la hit single Baby Talks Dirty è quasi un autoplagio di My Sharona.
Io continuo a pensare che la casa discografica (Capitol) volle spremere il limone invece che coltivare la pianta, ma non avremo mai una risposta. Perchè Doug e Berton (i due principali autori) non seppero più ripetersi sui livelli del primo album.
Ai posteri, come si suol dire.
Ma io il mio vinile di Get The Knack col cavolo che lo do via.
(quello di ....but the little girls understand invece se c'è qualcuno...)
Halleluja!

giovedì 3 settembre 2009

The United States Of America-The American Way Of Love

Vi presento The United States of America (da non confondere con i "President of the United States of America" degli anni '90, quelli di Lump per intenderci).
Un gruppo molto interessante che nel lontanissimo 1967 tentò di immettere elementi di elettronica e folk (!) all'interno dell'allora imperante psichedelia.
Un disco che prende 4 stelle da AMG, che probabilmente pochi conoscono (io ero tra questi) ma che meriterebbe senz'altro maggior considerazione.
Questo pezzo è "pieno zeppo di roba", non so come altro descriverlo (ok ok non è molto professionale), ha un groove grandioso che viene interrotto da squarci di mondanità e frizzi e lazzi che hanno del geniale.
Ascoltatelo, as usual, spero che vi interesserà.
Halleluja!