giovedì 31 dicembre 2009

Mettiamo dei fiori nei nostri cannoni

Per gli auguri di fine anno e di inizio 2010 rispolvero una canzone ad hoc.
Tutti quelli che contano stanno improvvisamente diventando buoni, fioccano i volemose bene, i partiti dell'amore e le letterine di pentimento al papa (nientepopodimeno, mica ci si può andare a confessare da un prete qualunque eh).
Mentre gli sfigati e i derelitti li trovano incaprettati e impacchettati in un sacco della nettezza, oppure muoiono dal freddo dopo aver perso il lavoro, la casa, la dignità.
Ed è a loro, a quelli che hanno perso tutto, che dedico la mia personale canzone d'amore.
Signori e signore I CAN'T HELP FALLING IN LOVE WITH YOU!!!!!!!!!
Versione UB 40.
(non la celeberrima versione di Elvis che la stanno usando in questi giorni dentro uno spot-melassa una nota marca di bevande con le bollicine e la cosa mi sta un pò sul cazzo. Perchè anche loro, quelli di Atlanta, vogliono far credere al mondo di essere diventati buoni buoni. Vorrete mica pensare che guadagnamo zilioni di dollari alla faccia vostra eh?)

"NOI VI AMIAMO!" ci dicono in tutte le salse, che al confronto il paraculismo di Renatino sembra uno scherzo.
"VI PERDONIAMO!" ci dicono, anche se siete cattivi cattivi. Anzi già che ci siamo vi perdoniamo ma spero che dopo vi puniscano bene bene, che venga dato il buon esempio. Venti frustate a sangue, però poi dategli un pò di Citrosil. Mica siamo cattivi come voi eccheccazzo.
In questo 2009 che si sta per chiudere abbiamo raggiunto forse i punti più bassi di sempre.
Che il 2010 sia l'anno della risalita, in tutti i sensi. Della svolta. Delle ripartenze, prendendo a prestito dal gergo calcistico.
Peace and love, my friends.
Halleluja!





iConcerts - UB40 - I Can't Help Falling in Love with You

mercoledì 30 dicembre 2009

Il culto dell'ostrica blu

Chi scrive ritiene i Blue Oyster Cult centrali nel panorama hard & heavy (e non solo) internazionale.
BOC erano composti, nel loro tempo migliore, da fior di strumentisti e compositori.
Quale altra band poteva vantare almeno 5 penne in grado di scrivere grandi canzoni ("Buck Dharma" Roeser, i fratellini Bouchard, Eric Bloom e il tastierista Allen Lanier)?
Quale altra band poteva assortire un chitarrista dal gusto sopraffino e dalla manina sciolta come Roeser, un vocalist dal timbro metallico e pulito come Bloom, un paio di cantanti più "dolci" come lo stesso Roeser e come Joe Bouchard e uno dal timbro al vetriolo come il batterista (peraltro un gran batterista, di matrice jazz) Albert Bouchard?
Quale altra band ebbe una collaborazione così proficua con famosi scrittori di science fiction (Moorcock, Van Lustbader) in grado di passare in musica testi esoterici e assolutamente non convenzionali in ambito rock?
Quale altra band (ok vabbè insieme ai Sabs, i Maiden vennero dopo) ebbe il decisivo supporto di Martin Birch nel conferire ai propri lavori un grande spessore?
Quale altra band seppe rimanere così in bilico tra oscurità e potenza, languore e finezza, espressività melodica e ritmica?
Potenzialmente (e la loro produzione lo dimostra) BOC erano in grado di fare qualunque cosa in ambito rock.
Passare dal semi-country (Redeemed, Fireworks) al proto-punk (ME262, Dominance and submission), dall'hard più cadenzato (Godzilla, Cities on flame) e arena rock style (Don't fear the reaper, Burnin for you) a quello più doom e oscuro (Black blade, Vengeance), dall'easy listening (Death Valley Nights, I love the night) alla power ballad (Astronomy, Light years of love) dal rock blues (Harvester of eyes, Buck's Boogie) alle reminiscenze classicheggianti (Nosferatu, Joan Crawford).
Chiunque, e ne sono sicuro perchè li conosco davvero nel profondo, può trovare la "sua" canzone nel repertorio della band. Chiunque sia adulto però.
Perchè l'unico vero grande limite di questo gruppo (nel senso della fama e delle classifiche non certo della reputazione) è di non aver mai fatto cose per ragazzini headbanger o aver assunto pose e look da Kerrang o Circus.
BOC è materiale per persone serie (più o meno...), tranne qualche discusso simbolo esoterico qua e là non hanno mai concesso troppo alla platea se non esecuzioni impeccabili e grande trasporto.
Con tutto il rispetto per la parte più grandguignolesca del rock, non vedrete mai Eddie sul loro palco, nè mascheroni con la lingua di mezzo metro che sputano fiamme.
Anche per questo i BOC sono sempre stati un punto di riferimento assoluto per qualunque gruppo heavy venuto dopo di loro, a partire da quelli (Metallica, li venerano) che rivoluzionarono e rivitalizzarono il genere. 
Questo è uno dei loro pezzi più famosi, in cui si fondono diverse loro anime e in cui Roeser sciorina il suo storico fraseggio chitarristico fatto di memorabilità, lirismo e perchè no un pizzico di cattiveria.

Halleluja!


Blue Oyster Cult - Veteran of the Psychic Wars

domenica 27 dicembre 2009

Big Star - Ballad of El Goodo

Recentemente Zambo ne ha parlato nel suo stratosferico blog.
Amico Agnul ha provveduto a rimpinguare la mia scarsissima conoscenza di questa incredibile band vissuta nei primi anni '70 e condotta dal deus ex-machina di Alex Chilton.
Non voglio addentrarmi in disamine critiche che altri hanno già espresso benissimo prima di me.
BIG STAR furono (n.b. in tempi di progressive e di hard rock!) antesignani del power pop e di un certo tipo di ballads.
Superfluo aggiungere che nonostante dotatissimi e in grado di sfornare canzoni eccellenti come questa, passarono praticamente inosservati.
Io li sto scoprendo adesso e ancora mi chiedo per quale motivo non sfondarono: largo anticipo sui tempi? scarsa visibilità? errata strategia promozionale? assenza di immagine?
Non lo so. Certamente avrebbero meritato di più di essere una cult band da cui moltissimi artisti hanno attinto
Ma fortunatamente oggi esiste la rete e si può rendere omaggio anche a chi nel passato non lo ha avuto.
Halleluja!

mercoledì 23 dicembre 2009

The Pogues and Kirsty MacColl - Fairytale of New York

Converrete con me (e chi non conviene come diceva amedeo nazzari...) che come canzone per fare gli auguri di Natale è ganza.
Superate i denti rotti di Shane, una qualità video che non è il massimo, un pò troppi cori e coretti del pubblico ed entrate in punta di piedi nella magia delle emozioni.
Che sgorgano copiose da questo capolavoro interpretato dai Pogues con Kirsty MacColl.
Come copiosi sgorgano i miei auguri per tutti quelli che si sono affacciati da queste parti nel passato nel presente e perchè no nel futuro.
God bless you, my friends.
E Buon Natale davvero.
Halleluja!

giovedì 17 dicembre 2009

XX (nel senso di XX, non di roba porno)

Diciamo che in tema di "novità" non sono mai stato eccessivamente avido nè veloce, però mi sono ormai ripromesso di non restare fermo sul passato e sto pian pianino recuperando le cose migliori uscite quest'anno anche grazie alle copiose segnalazioni degli amici bloggers.
Dopo Florence & the Machine (per evidenti motivi estetici ma non solo eh) e Grizzly Bear (che restano i miei preferiti del 2009) sono alfine approdato agli XX, di cui molto si è parlato nel bene e nel male.
Che dire.
Che la proposta è interessante, le composizioni sufficientemente originali pur nella loro evidentissima discendenza (siamo dalle parti dei Cure di Boys don't cry et similia con una spruzzatina di Depeche), il mix estetico del gruppo curioso.
Sono nerdissimi anche loro, piatti incolori e bruttini. Sarà che il futuro della musica moderna (la mia amica Farfa direbbe del mondo, I suppose) è nelle loro mani?
Questo pezzo però nella sua semplicità ti entra dentro piano piano e alla fine ti trovi a canticchiarlo senza pensarci.
Effimero, direte voi.
E chi sono io per contraddirvi?
Halleluja!


The xx - Crystalised

martedì 15 dicembre 2009

Radiohead Exit Music live (high audio quality)

Dunque, diciamo alcune cose in merito.
Che i RADIOHEAD siano il gruppo più grande degli ultimi 20 anni è ridondante ma lo ribadisco con assoluta convinzione.
Che questa performance sia ai limiti della perfezione, se solo non ci fossero quei cazzo di urletti da parte del pubblico, pure.
Che Thom Yorke sia il fratello intelligente di Matthew Bellamy (o che Matthew Bellamy sia il fratello scemo di Thom Yorke, fate voi) non mi pare neanche in discussione. Tanto i Muse devono ai Radiohead. In termini di stile, pathos, tensione e propensione al crescendo.
Che questo brano probabilmente lo ascolteremo quando lei se ne andrà e noi rimarremo soli con il nostro blog e la nostra cazzo di testardaggine pare altrettanto pleonastico dirlo.
Insomma, sto dicendo una serie di banalità sconcertanti, ma su questi temi è difficile trovare un contraltare.
Oppure no?
Stupitemi e contestatemi se ne avete il coraggio.
Halleluja!

domenica 13 dicembre 2009

Kraftwerk - Trans-Europe Express

Facciamo un giochino.
Siamo nel 1977.
Siamo in piena era disco-music, ma anche arena-rock e punk e zerofobie, a seconda delle latitudini e delle inclinazioni personali.
Questo celeberrimo brano, questo eccezionale album (ma il concetto si può estendere a tutti i lavori della band degli anni '70....) ALL'EPOCA potevano far pensare solo a due cose:

1. si tratta di alieni
2. sono (almeno) 20 anni avanti.

Il punto 1, ufologi o meno, non era e non è dimostrabile scientificamente. Nonostante l'anno precedente avesse impazzato "Close Encounters of the Third Kind" e i dubbi fossero cresciuti, nonostante avvistamenti vari e cazzi e mazzi.
Il punto 2, nel 1977, non era oggettivamente pronosticabile. Molti pensavano che ci si trovasse al cospetto di qualcosa di enorme ma non avevano il coraggio di dirlo. Io che ero un teen ager guardavo ai Kraftwerk con simpatia ma anche con sospetto: teteschi di cermania, look da SS senza uniforme, ritmi incalzanti e niente chitarre. Oibò.
Insomma se c'è qualcuno che ti fa fare un salto nel futuro e ti mostra che la musica elettronica non è un modo astruso di porti ma un preciso progetto culturale di massa, insomma non te ne rendi conto subito subito.
Diciamo che dell'estrema importanza dei Kraftwerk si ragiona da pochi anni.
Da almeno un decennio sono stati mitizzati ma forse solo adesso si comincia a capire quanto e come hanno rivoluzionato la musica moderna.
Talvolta, anche nella portata rivoluzionaria, li trovo vagamente Wagneriani.
Ma magari mi lascio trasportare dalla geografia.
E dalla passione che nutro per loro.
Sapete, per un bowiano come me è difficile non riconoscere che senza di loro il buon David (assieme al buon Brian) forse non avrebbe mai imbroccato una certa strada. Una strada che con Low e Heroes tracciò il sentiero della nascente new wave....Ma questi son altri temi.
Oggi, anzi stanotte, si celebrano i Kraftwerk.
Non alieni, ma 20 anni avanti sicuramente sì. Facciamo anche 30 va.
Oggi lo possiamo dire con assoluta certezza.
Halleluja!

venerdì 11 dicembre 2009

In verità in verità vi dico

"Every time I listen to this song, it's like looking through a crapbook of my life as the memories come back to me. I can see all the people's faces, all the parties, and good times going way back. I guess as we get older all we really have are our memories, but it's the music that reminds us to reflect on them."
courtesy by http://www.youtube.com/user/MyInnerEyeMike

Ecco. Queste scarne parole pescate/rubate a caso sul tubo a notte fonda, riferite al celebre pezzo dei Sabs ma in realtà universali, contengono un pozzo di verità.
Non credo sia il caso di aggiungere altro.
Meno male che la musica c'è.
Alla prossima.
Halleluja!





Black Sabbath - Laguna Sunrise

mercoledì 9 dicembre 2009

Melissa Auf Der Maur - Followed the Waves

Da una così c'è da aspettarsi di tutto.
Se la incontri in un vicolo di notte potrebbe condurti verso una notte di passione ma anche piantarti un coltello tra le scapole.
E cosa c'è di più eccitante del non sapere cosa attendersi?
Melissa Auf Der Maur, personaggio ambiguo e fascinosissimo, qua in grande spolvero (una volta affrancatasi da quella crosta della vedova Cobain).
Halleluja!

giovedì 3 dicembre 2009

UNA PIETRA ANGOLARE

Il panorama degli artisti emersi nel primo decennio del millennio è francamente desolante.
Non che manchino le novità e gli spunti per l'amordiddio.
Mancano due cose fondamentali: gli album (ormai si vive prevalentemente di singoli) e lo spessore.
Ciò non toglie che, montanellianamente parlando, per evitare di isolarsi in un passato nostalgico fatto della "bella musica che fu" bisogna cercare a tutti i costi di rimanere ancorati alla realtà magari anche turandosi il naso (e qui entro montanelli che vi chiedevate che cazzo c'entrava), però partecipando.
Detto questo, sapete che ogni tanto, qua e là tra i reperti, mi pregio di girarvi video e canzoni "moderni" che in qualche modo hanno attirato la mia attenzione e che mi piace condividere con appassionati di musica e non. Tante volte do solamente eco a cose che altri mi hanno passato a loro volta, in una sorta di passaparola virtuale che è forse il motivo principale che ci spinge a tenere e frequentare blog.
ARCTIC MONKEYS non sono affatto una novità, ma.
Sono arrivati al fatidico terzo album senza perdere colpi e senza disperdersi.
Sono tra i pochissimi ad aver rafforzato il proprio spessore, peraltro già inizialmente percepibile pur nella pubertà dei componenti.
Si sono evoluti musicalmente, al contrario di tanti colleghi contemporanei, e cercano di andare oltre il mero concetto di chart, pur senza sperimentalismi.
Sono forse gli unici ad avere un personaggio potenzialmente interessante (parlo di Alex Turner, il  loro cantante chitarrista e deus ex machina) che si inserisce in scia con i grandissimi british del passato remoto e prossimo.
Insomma ci vedo del buono.
Non saranno mai come erano quelli di prima. Alex non è il nuovo Mick Jagger o Pete Townshend. E neanche probabilmente il nuovo Noel Gallagher. E' solo Alex Turner, ma è dotato di carisma, capacità compositive e di performer e pieno di desiderio di provare al mondo che ci sa fare.
Per questo CORNERSTONE per me è davvero una pietra angolare. Non una pietra miliare, una bella pietra angolare che sorregge qualcosa in posizione molto più strategica dei semplici mattoni.
Una bella e densa ballata matura che non sarà un capolavoro assoluto del rock ma inserisce di diritto le scimmiette artiche tra quelli che ci sapranno dare qualche stimolo negli anni a venire.
Per credere che il rock è ancora vivo, per credere di restare ancora per un pò giovani dentro.
Halleluja!

 


Arctic Monkeys - 'Cornerstone' (Official Video)

mercoledì 2 dicembre 2009

Sono stato contagiato

Con la complicità del mister tenutario di Mediatrek (Ernesto Assante per chi non lo conoscesse) e soprattutto con quella della pubblicità attualmente in heavy rotation di una nota marca automobilistica sono entrato in contatto con una nuova band e la sua appiccicosissima canzone.
Sicuramente Valerio e altri amici ne avranno già sentito parlare.
Ma io, che parto scettico per definizione, sono rimasto preso nella trappola e non riesco a liberarmi.
Un misto di Beatles e Housemartins me lo impedisce.
Ladies and gentlemen, i nerdissimi GRIZZLY BEAR e la contagiosissima "Two Weeks".
Halleluja!


Grizzly Bear - Two Weeks (music video in HD) Veckatimest out now