venerdì 25 settembre 2009

HEAVEN 17

Martyn Ware e Ian Craig Marsh, fuoriusciti dalla prima versione degli Human League, quella meno commerciale, fondano gli Heaven 17 (nome tratto da un romanzo di Anthony Burgess, quello di Arancia Meccanica) nei primi anni '80 con il cantante Glenn Gregory. L'ambientazione è il calderone di Sheffield, ai tempi famosa quanto e più di Manchester per la produzione di sound. La Sheffield dei Cabaret Voltaire (fondatori del sound industrial a partire dagli anni '70) che sfociò in una ridondante scena dance negli '80 con appunto Heaven 17, Human League e ABC.
Ne risultò uno dei migliori gruppi in assoluto della scena synth-pop mondiale.
Molto commerciale ma mai ruffiano (Human League di Don't you want me, per intenderci), sintetico, preciso, di classe e spessore. Dance oriented ma non in assoluto. Toccano spesso angolazioni jazz, per esempio (se non ci credete ascoltate la particolarissima "Lady Ice and Mr. Hex" dal secondo album).
PENTHOUSE AND PAVEMENT, album d'esordio, è considerato il loro capolavoro. Contiene quel "(We don't need) this fascist groove thang" che impazza nei locali di tutta Europa e che da un'idea del loro orientamento politico. Ma è con il siuccessivo (e un pò più patinato) THE LUXURY GAP che sfondano.
Dentro questo meraviglioso album ci sono le due megahit mondiali LET ME GO e TEMPTATION.
Ma ci sono anche altri pezzi di maggior profondità e impostazione più decisa e meno studiata per le charts.
Oltre alla succitata Lady Ice and Mr. Hex che vede una grandissima prova di Nick Plytas al piano (un session man reclutato per l'occasione) c'è questa canzone che, contestualizzata nell'ambiente Sheffield ha il suo perchè.
CRUSHED BY THE WHEELS OF INDUSTRY (verrebbe da aggiungere il coretto wooooo wooooo) è un perfetto esempio di industrial synth pop. Un pò sulla stessa lunghezza d'onda del mitico SOME GREAT REWARD di depechemodiana memoria che però vedrà la luce un anno dopo il masterpiece degli Heaven 17.
Meditate gente meditate, che niente nasce mai a caso o da zero.
Heaven 17 sparirono con lo sparire del sound degli '80, non avrebbe avuto senso vederli con le chitarre acustiche a MTV. Anche se tuttora incidono e suonano con estrema dignità.
Vi lascio alla canzone, e ai ricordi.
Halleluja!


Crushed By The Wheels of Industry

6 commenti:

Euterpe ha detto...

Non trovi che, al di fuori da ogni plagio,ci fossero elementi in comune con i Talkin heads,amche per quanto riguarda i video clips?

Joyello ha detto...

Ottimi gli H17. ne approfitto per dire che andrebbero ricordati anche per essere stati gli artefici del rilancio di Tina Turner. Non fosse per loro, probabilmente Tina oggi lavorerebbe in una rosticceria. E' stato grazie alla collaborazione per una cover di Ball of Confusion (The Temptations) che Tina cantò in una album realizzato da Ware e Marsh (chiamato B.E.F., British Electric Foundation come la società da loro creata), che la voce della signora si fece risentire dopo molti anni di oblìo.. ed è sempre merito dei due se Tina incise l'album che lo riportò in classifica (Private Dancer).
Inoltre indimenticabile anche il primo disco di Terence Trend D'Arby, formidabile e inossidabile disco brit-soul anni 80...

Per chiudere, vorrei spezzare una lancia nei confronti dell'album "DARE!", opera che gli ex colleghi (rimasti legati all'ex ragione sociale The Human league) fecero dopo la dipartita di Ware e Marsh.
Quel disco, e in particolare il singolo "Don't You Want Me" era tutt'altro che ruffiano. All'epoca QUEL tipo di sound non era per niente di moda, quindi era impossibile prevederne il successo. Si tratta di un disco estremamente innovativo che, dopo così tanti anni e con così tanti brani che ne hanno imitato il suono, sembra sciocchino e banale. Cosa che allora non era. E credetemi: sono sufficientemente anziano per ricordare... :-)

Con ciò detto... pare che Heaven17 siano in studio per un disco di inediti dopo il successo di "Naked as Advertised" del 2008 che conteneva nuove vesrioni di vecchi pezzi (inclusi quelli dei primi tre album di The Human League)...
Lo sapevo, sono stato prolisso, chiedo scusa. :-)

DiamondDog ha detto...

Ehi, diciamo che non ho usato il termine ruffiano in senso dispregiativo.
Per me un pezzo è ruffiano quando fa il piacione, ecco magari piacione è più corretto.
Don't you want me (che tra parentesi pur'io comprai in plurime dosi -45, mix, lp) fa di tutto per piacere.
E lo fa benone!
Concordo sul fatto che Dare sia un ottimo album.
E che la Tinona a quei due dovrebbe dare la metà dei suoi guadagni post rilancio.

DiamondDog ha detto...

euterpe, i TH in quegli anni li rivedevi un pò dappertutto tanti segni lasciavano in giro....

Anonimo ha detto...

ma che facevano?
"tanti segni lasciait in giro" ???

allora sono loro che mi rigano l'auto, al parcheggio del centro commerciale !!!
e io chemmiccredevo fossero i soliti "centri sociali" sobillati da Valerji/Traspa...

Anonimo ha detto...

anche a me piaceva "dont'you want me", quando qualcosa è fatto bene e ti muove le articolazioni va riconosciuto. Anche "We don't need .." degli H17 era buono, nel complesso parecchie cose dell'electric pop erano più che degne, forse una spanna sopra gli altri erano i Depeche che infatti sono durati altri decenni.
In definitiva si potrebbe paragonare una parte degli ottanta, quella "electronic-dancer" al beat dei sessanta, anch'esso parte (maggioritaria in quel caso) della musica dell'epoca: la stessa spinta energetica, la stessa pretesa di innovare con semplicità, uguali disimpegni e venature malinconiche.
Formulette mai più riproposte.

arc