martedì 19 luglio 2011

Motley Crue - Live Wire



C'era una volta un gruppo che si collocava all'ideale crocevia tra Kiss, Rolling Stones, Aerosmith, Alice Cooper e il Glam Rock inglese della prima metà dei seventies.
C'era una volta un gruppo che aveva una sezione ritmica elefantesca nel senso dell'impatto e potente e agile al tempo stesso.
C'era una volta un gruppo che aveva un chitarrista più vecchio degli altri membri capace di vampate e deragliate più giovani di tutti gli altri. Uno sferragliante motore da trattore in una limousine.
C'era una volta un gruppo che si autoprodusse il disco d'esordio autofinanziandosi (Leathur Records) e vendendone da solo le prime corrosive copie in giro per Los Angeles. TOO FAST FOR LOVE fu un ottimo "debut album", sicuramente tra i primissimi nell'heavy rock dei primi anni '80. LIVE WIRE non era il pezzo più orecchiabile e sticky (a proposito di Sticky, dice niente la copertina?) del disco ma ne era certamente l'ossatura portante. Un vero e proprio pezzo speed metal, non è possibile non fare headbangin' sentendolo. E anche le gambe partono da sole. Un inno all'energia, una cavalcata di chitarra incalzante come poche, una batteria a doppia grancassa che neanche Scott Travis e un basso pulsante a sostenere il tutto.
Ma come tutte le belle favole anche quella dei MOTLEY CRUE ebbe fine presto.
E fu così che venne l'Elektra, e li trasformò in un odioso gruppo di hair metal.
E fu così che acquisì importanza il look, e l'unico elemento imbarazzante dei Crue, quel Vince Neil senza voce e senza personalità, venne issato a icona per le gnocche losangeline in calore che ai tempi inseguivano qualunque capigliatura cotonata in odor di rock.
E fu così che le canzoni diventarono meno abrasive e taglienti, prima solo un più anthemiche (il buon "Shout at the devil"), poi sempre più ruffiane e vanagloriose e da classifica e piene di power ballad (l'apice del miele di "Theatre of hate").
E fu così che i concerti da selvaggi che erano diventarono dei palchi pieni di mutandine.
E fu così che io mandai affangala uno dei gruppi che più mi aveva fatto sperare.
Le favole, come si sa, finiscono. Ma non sempre finiscono bene.

Prosit!

11 commenti:

Leandro Giovannini ha detto...

non conosco la storia musicale dei motley crue, certo che passare dalle sonorità del video all'hair rock, questi si son venduti il culo.

Euterpe ha detto...

D'accordo sulla sostanza di Too fast for love rispetto ai tre successivi dischi ( ci metto anche girls girls girls ) che a parte qualche canzoncina qua e là ho sempre trovato abbastanza noiosi però da hair metal incallito quale sono stato DR.Feelgood rimane un classico.Kickstart my heart mi ha sempre fatto andare fuori di testa!

Mr Montag ha detto...

io sono ignorante proprio su questi motley crue
avevo in cassetta girls girls girls e theatre of pain e per qualche mese mi son pure piaciuti, riascoltati oggi sono imbarazzanti, qui invece partirebbe l'headbanging se non mi fossi tagliato i capelli :)

DiamondDog ha detto...

Il fatto è che le produzioni "serie" dei Motley (praticamente tutte, perchè anche il disco d'esordio, vistone il potenziale, fu ri-registrato e rieditato da Elektra) ne hanno ammosciato l'energia e azzoppato l'originalità.
Naturalmente i ragazzi si guardarono bene dal rifiutare il lauto contrattone, le limousine decappottabili, i conti a sei zeri e le groupies all over the world.
E in effetti, umanamente è possibile capirli.
Però il disco d'esordio resta una pietra miliare di un certo tipo di metal "da strada".
Per quanto riguarda il discorso hair-metal ci vorrà un post a parte.
Chiaramente la parte estetica ha sempre offuscato la parte musicale, perlopiù funzionale ai facili ritornelli da classifica.
Ma anche all'interno dell'hair metal esistono cose valide e all'interno di dischi ruffiani qualche bel pezzo vero.
Il gruppo emblematico dell'hair metal per me restano i Dokken, talentuosissimi e di grande caratura strumentale, impantanati tra mille power ballads sdolcinate ma capaci di canzoni fulminanti qua e là.
Ad esempio il pezzo "tooth and nail" fa la sua porca figura anch'oggi accanto a robe sdolcinate e da vendetta come "alone again".

Euterpe ha detto...

Bravo Diamond i Dokken....
taratatà...in my dreams it's still the same your love is srtong it still remains....

unwise ha detto...

ne ho ancora una copia in vinile (import, nientemeno), ma l'unico disco loro che mi piace resta dr Feelgood (sarà perchè ero là quando è uscito, ma anche perchè è uno dei pochi con una produzione decente). ottima sezione ritmica, ma gli altri due un po' sotto standard. vince neil mi ah sempre infastidito con la sua vocetta stridula (idem per axl rose, qui ancora di là da venire), mentre di mick mars mi ricordo solo la Kramer Baretta con l'aerografia di un paio di tette sul retro.. visti ai tempi di "Shout...", direi non poco "cotti".
Dokken? hai detto Dokken? George Lynch rulez!!! (meglio con i "suoi" Lynch Mob però..)

DiamondDog ha detto...

Mr. Scary è uno dei migliori pezzi di chitarra che conosca. Per me George è un semidio e mi stupisco che sia così poco conosciuto fuori dal giro dell'hard&heavy. E' un chitarrista che ha fatto scuola, il suo stile flashy e i suoi legati sono lì a dettare le regole.
In più ha tocco, classe e velocità supersonica.
Quasi il "chitarrista perfetto".

DiamondDog ha detto...

Però tornando a Mick Mars, indubbiamente la sua tecnica non è così sopraffina (per usare un eufemismo..) ma ha un cuore grande come una casa e soprattutto il "suono".
Quando apre l'ampli è immediatamente riconoscibile un vero e proprio trademark per i Crue.
Quel suono un pò sporco, sferragliante, che spesso deraglia per la tangente ma resta sempre a guidare la canzone. Gli assoli poi si arrangia come può.
:-)

Anonimo troll ha detto...

Mi piacerebbe avere maggiori dettagli sulla grande caratura strumentale dei Dokken.
Tipo, il bassista suona a dita ferme o ad assolo di chitarra?
Il cantante ha un'estensione vocale di 12 o 24 ottave?
Il batterista impugna le bacchette con il western grip o a due mani (tipo Bjorn Borg)?
Il chitarrista usa una chitarra Kramer contro Kramer o una Gorni Kramer?
E, soprattutto, di chi è la figa dipinta sulla spalla inferiore della chitarra di cui sopra?

Già che ci siamo, qualche domanda anche su Mr. Scary.
I suoi legati che son lì a dettare le regole danno anche ripetizioni di inglese?
Lo stile flashy si riferisce all'uso della whammy bar?
E' più o meno veloce del muro del suono?
Cioè, velocità supersonica in senso figurato oppure esegue assoli davvero a oltre 1.000 km/h?

Mick Mars invece, hai già detto quasi tutto.
Lasciamolo lì a sferragliare deragliando, per fortuna rimane sempre a guidare.
Avrebbe anche potuto essere uno di quei chitarristi che a metà pezzo vanno via e chissà quando tornano.
Per fortuna gli assoli poi si arrangia come può.
Resta un solo dubbio: quando apre l'ampli, usa un cacciavite a stella o una chiave del 12?

Leandro Giovannini ha detto...

@pokerface
e meno male che dovevi lasciarci in pace. falso come i nick che usi.

Anonimo troll ha detto...

Giusto.
Per curiosità, tu all'anagrafe fai "Harmonica" di nome o di cognome?
:-)