giovedì 15 marzo 2012

Shot Down in Flames e i "veri" AC/DC

Ormai sono dei vecchi babbioni ma trovatemi da qualche parte, andando avanti e indietro con il cursore del tempo, un'altra band capace di stare in bilico magicamente tra blues e hard rock come loro. Una chitarra semplice ma dal suono unico (quelle note, cazzo, nessuno le suona così intense a due all'ora), un cantante abrasivo come Bon, un mostro della chitarra ritmica (e autentico riff maker) come Malcolm.
Non sono uno di quelli che rimpiange i tempi andati, sono uno di quelli che rimpiange gli artisti.
Non ne verranno più così, ma anche prima di loro non ce n'erano stati di uguali.
Meglio o peggio sì, uguali mai.
Genuini, grezzi, potenti, diretti.
Rock and roll allo stato puro.
Qua in una delle incarnazioni migliori, prima del "gigantismo" post Highway to Hell che portò i canguri sul tetto del mondo snaturandoli un pò.

PS Non è che non abbia seguito il gruppo con Brian Johnson ma personalmente l'ho sempre trovato un pò meno originale. Non tanto per il timbro di Brian diverso da quello di Bon, quanto per le scelte stilistiche della band che virarono verso produzioni più monumentali e poderose. Ovviamente Back in Black è una pietra miliare ma gli AC/DC più scattanti agili "sporchi" e diretti resteranno per sempre quelli degli anni 70, quelli prodotti da Vanda & Young (George, zio dei fratelli e leader degli Easybeats). Highway to hell fece assaggiare la mano di Mutt Lange alla produzione ed esplodere il fenomeno a livello mondiale, seminando i germi del cambiamento. Poi la morte prematura di Bon Scott completò l'opera.
Ancora oggi, per chi volesse cimentarsi con la vera natura della band senza pregiudizi, io consiglio di ascoltare il live "If you want blood, you've got it" e di vedere il film "Let there be rock". Scoprirete i veri AC/DC, quelli che per me resteranno per sempre impressi nella storia del rock. Senza nulla togliere agli album degli anni 80 e successivi che vanno però per la loro strada. 

16 commenti:

brazzz ha detto...

sempre diffidato di un adulto in calzoni corti...
eh..ciao amico carissimo..

DiamondDog ha detto...

ehi ma Angus quando iniziò a suonare in calzoncini e con la divisa da scolaretto aveva 15 anni!!!!! E quando la band fece il botto internazionale con Highway to Hell ne aveva appena 21 (ed era già un veterano dei palchi).
Poi magari ci si è affezionato e non se li è tolti più magari per scaramanzia.....
:-)

allelimo ha detto...

Avrei voluto commentare ma un black-out me lo impedisce...

Alexdoc ha detto...

Una delle più grandi conferme alla mia teoria del cambio di cantante che fa cambiare anche genere e filosofia a una band, anche se non si tratta del suo leader. Vedere per credere: Van Halen, Black Sabbath, Iron Maiden, Genesis, Marillion. La mia infanzia e adolescenza è stata accompagnata da questa band, dalla carica incendiaria primitiva di gran lunga superiore al punk. Hai scelto il primo loro brano da me ascoltato, avrò avuto 9 anni, fu un soprassalto (mio cugino 17enne mise su Highway to Hell partendo dal lato B, che inizia con questa). Incomparabili con nessuna band prima e dopo, i loro show nei lontani anni australiani di Bon Scott, con la stessa carica elettrica ad alto voltaggio, ma un’estetica grezza e spartana, un minimalismo selvaggio all’opposto del "gigantismo", come dici tu, e degli effetti scenici che hanno da tempo. Nessuna colpa però al simpatico ma per me fastidioso urlatore scozzese della “seconda fase”. Personalmente, che una band con questi suoni e questa voce abbia ottenuto un successo monumentale che ora diamo per scontato, è abbastanza incredibile. Se fossi un cantante di Sanremo vorrei Brian Johnson come ospite per i duetti internazionali. Immagina le sue leggendarie urla su un qualsiasi pezzo a caso di quel festival: un sogno.

DiamondDog ha detto...

Concordo, Alex, su tutta la linea.
Ho sempre pensato che se non fossero venuti su in Australia questa band sarebbe stata quasi ignorata.
Una terra dove le regole (anche genetiche) sono un pò diverse e dove i pregiudizi sono più flebili ha consentito agli AC/DC di svilupparsi in un periodo (1974-1979) in cui nel resto del mondo succedevano tutt'altre cose.
Fossero stati di Sheffield forse sarebbero rimasti nel novero delle band da pub.
Meno male che i genitori dei fratellini ebbero la brillante idea di emigrare......comunque per chiosare, al posto del cannone di For Those About to Rock e del campanone di Hell's Bells io voto cento volte Angus che suona l'assolo fulminante di Let There Be Rock sulle spalle solide di Bon....in una fusione laocoontica totale.

Alexdoc ha detto...

In particolare proprio questi due brani "Johnsoniani" con effetti speciali da te citati non riesco più ad ascoltarli. Mi sembrano una violenza gratuita ma fine a sé stessa, con un'iperproduzione levigata che è l'antitesi della rozza espressività degli album Bonscottiani. Poi quelle grida belluine: non ho mai capito perché uno che sapeva cantare, come si sente nei Geordie, la sua prima band, si è autolimitato a urlare, quel continuo strillo assurdo. Non ringrazieremo mai abbastanza i genitori Young per quella coraggiosa ma decisiva, e vista oggi geniale, idea: tutto il mondo aveva bisogno di quei 5 pazzi scatenati, guai se fossero rimasti confinati alla sola madrepatria "down under". Per finire il discorso, due equazioni matematico-rockettare, sintesi da sviluppare in eventuali post futuri.

Van Halen : Black Sabbath = Van Hagar : Heaven & Hell (con tanto di reunion della formazione originaria)

Iron Maiden 1977-81 : Ac/dc 1974-79 = Iron Maiden 1982-2012 : Ac/dc 1980-2012 (l'unica differenza è che Paul Di'Anno non è morto, ma è come che lo sia)

DiamondDog ha detto...

Avendo speso fiumi di parole (jalissianamente parlando) su van halen riprenderei volentieri il discorso sui Maiden prima/dopo.
Di base quello che apportò Dickinson fu forse superiore a quello che persero con DiAnno (Bruce compone, è un leader, ha idee su tutto).
Ma in effetti i primi Maiden erano meno "omologati", più grezzi, più immediati. Anche grazie all'esplosività di Dennis Stratton.
Che poi Steve Harris però è talmente grande che ha saputo omogeneizzare i due periodi forse più di quanto fosse tecnicamente possibile....comunque bel tema.

Alexdoc ha detto...

La mia era solo una riflessione sulla storia simile delle due leggendarie bands (peraltro, due pianeti distanti anni luce tra loro per impostazione lirico-musicale): da pub-band dallo spirito punk senza suonarlo, a superstar riempistadi con scenografie esagerate e armamentario monumentale.

DiamondDog ha detto...

"da pub-band dallo spirito punk senza suonarlo, a superstar riempistadi con scenografie esagerate e armamentario monumentale"

a parte il pub....me ne vengono in mente tante di band che hanno seguito questo scellerato percorso.....perfino i Clash! Il problema è che quando arrivano allo stadio-esagerato solitamente sono a corto di idee (es. U2). Pochissimi quelli che, coerentemente con il loro passato, smettono (es. Clash, che arrivati alla dimensione planetaria si resero conto di non aver più senso).

Alexdoc ha detto...

Giustissimo, ma volendo restare in ambito Hard&Heavy, Ac/dc e Iron sono accomunati dalla particolarità del cambio di cantante (per motivi ben diversi...) nel momento del "salto in alto". E' un "mistero buffo" del Rock come due band di questo genere abbiano potuto ottenere un successo planetario "Pop" di tali dimensioni (intendiamoci, mistero gradito, essendo un fan di entrambi). In particolare che "Back in black", un disco durissimo, cattivissimo, urlato dalla prima all'ultima nota (senza variazioni sul tema) sia uno dei 10 album più venduti della storia.

Leandro Giovannini ha detto...

ecco, io mi sono fermato con la morte di scott, l'urlatore che arrivò dopo non l'ho mai digerito.

allelimo ha detto...

Io invece, pensate un po', non ho nemmeno atteso la morte di Scott, mi sono fermato direttamente quando è nato... :)

Euterpe ha detto...

Avendo vissuto per questioni anagrafiche con maggior coscienza il periodo di Brian, resto cmq molto legato alla sua voce pur apprezzando molto anche quanto fatto dal suo predecessore.
Sul gruppo in generale trovo sorprendente che siano idoli di ragazzini che potrebbero essere loro nipoti

Alexdoc ha detto...

Anch'io per questioni anagrafiche ho vissuto "in diretta" i dischi con Brian (Bon l'ho recuperato "in differita") ma pur restando affettivamente legato a loro, da anni ho avuto un "rigetto" e faccio fatica ad ascoltarli dopo il 1979. Idoli di potenziali figli e nipoti. Giusto, e fa riflettere, anche se non sono gli unici.

popsylon ha detto...

Forse sarò l'unico al mondo ma non mai ascoltato una (1) canzone per intero degli AC/DC. Il perchè non lo mai capito

Totonno58 ha detto...

Il mio commento, caro DD, è che comunque te voglio 'bbene assaje!!:):)...tra l'altro anche tu sopporti le mie fisse (vai alla post@..)