martedì 18 novembre 2008

AC/DC e Black Ice: ULTIMI DINOSAURI?

Chi mi segue sa che ne ho già dibattuto su molti blog e forum.
Ebbene sì, volenti o nolenti, BLACK ICE degli AC/DC è “il” caso discografico dell’anno.
A 8 anni dall’ultimo lavoro, il nuovo disco dei canguri, uscito il 17 Ottobre più o meno in tutto il mondo, è andato dritto al numero UNO in 29 nazioni.

Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania, Argentina, Australia, Italia, Nuova Zelanda, Canada, Francia, Svezia, Giappone, eccetera eccetera.
Non si possono accusare come al solito i nipponici di essere di bocca buona o gli australiani di essere di parte.
E' andato al numero uno dovunque.
Italia compresa(?).

Negli Stati Uniti sono state commercializzate circa 800.000 copie nella sola prima settimana di vendita (dati ufficiali di Billboard).
Numeri che sarebbero stati enormi nel mercato discografico degli anni 80 ma che oggi, in epoca di musica digitale e scaricamenti vari, non sono da record.
Sono molto di più.

Tutto questo a prescindere dall’effettivo valore del disco in questione.
Che io, come fan, giudico di ottimo livello.
“In gran spolvero” è l’espressione che meglio si attaglia al momento dei canguri.

Ma si tratta di un disco che nella sua gradevolezza non è assolutamente paragonabile ai 2 (o 3..) capolavori in passato registrati dalla band.

Siamo di fronte ad un fenomeno di massa di dimensioni impensabili fino a qualche giorno prima.

E va bene che il marketing si è mosso da Dio.
E va bene che il fascino carismatico dei canguri sia ancora intatto.
E va bene che i singoli (Rock and Roll Train, che vi mando dal tubo) stavolta abbiano fatto da traino davvero come ai bei tempi.

Ma non si spiegano solo con questo le oltre 5 milioni di copie già vendute e le 10 previste entro fine anno.

La mia sensazione è che si siano attivate varie sinergie di reazione tutte insieme.
E da parte di pubblici molto vari, dai teen agers ai nonnetti.
Tutta gente che prima o poi è entrata in contatto con una delle ultime rock and roll band rimaste in pista. E che per l’occasione non ha voluto mettere l’ennesimo mp3 nel cazzo di Ipod e ha privilegiato l’acquisto dell’oggetto, del manufatto da conservare come reliquia o solo come elemento di una collezione.

FORSE PENSANDO CHE SIAMO DI FRONTE ALL’”ULTIMO” DISCO DI ROCK AND ROLL?
(nel senso che non ce ne potranno essere mai più)
(come quelli che vanno a vedere gli Stones pensando sempre che sia l’ultima tourneè? Io ci sono cascato già un paio di volte).

A voi ed ai posteri la risposta.

Halleluja!

6 commenti:

Anonimo ha detto...

L'ultimo magari no, ma "uno dei pochi veramente buoni" di sicuro. Guarda, mi hai fatto venire voglia di prendermelo... ;)
E credo anche che recentemente (in me come nel mondo) l'orgia da mp3 stia lentamente decrescendo: non sparirà affatto, ma credo si stia tornando a prestare attenzione, nei dischi per i quali "ne vale la pena" (il giudizio è ovviamente individuale), all'immagine di copertina, alle scelte di impaginazione (che sono pur sempre arte e complementari all'ascolto), alla track list, alle foto interne... all'oggetto reale; in fondo gli mp3 sono... incorporei, anonimi; vanno bene se devo impararmi un brano, ecco. Ma per l'ultimo disco "del mio rocker preferito" no, non bastano...

DiamondDog ha detto...

Io ne sono fermamente convinto.
Non so però se la cosa valga anche per i ventenni, anche se a giudicare dalle copie vendute, mi sa che almeno in questo caso tutti-ma-proprio-tutti hanno privilegiato l'ascquisto dell'oggetto rispetto all'immateriale file digitale.

Anonimo ha detto...

Hola a tutti...

apparizione, son tornato...almeno in occidente, se pure nel virtual bloggher world non sono sicuro.

ciao
Valerio

PS in topic - L'immateriale file digitale non esiste. Black Ice e' disponibile solo su CD (non so se pure in vinile)

DiamondDog ha detto...

Ciao Valè, bentornato.
Confesso che questa non la sapevo.
Vuoi vedere che per vendere dischi basta non editare niente in formato digitale?
Altro che canguri, allora.
Meglio chiamarli volponi, semmai.

Anonimo ha detto...

lo hanno fatto, ufficialmente, addicendo che vogliono che i Fans ascoltano tutto l'album e non solo una o poche canzoni.

devo aver toppato 13 congiuntivi, ma il succo si capisce...

Anonimo ha detto...

Per alcuni artisti vale senz'altro la pena comprare l'intero album, e gli AC/DC sono fra questi. Diciamo che... ci si può fidare. Nel senso che sai che, più o meno, sarà un bell'album, e lo compri anche a scatola chiusa. Non hai paura che ti rifilino un pacco, come invece succede spesso con tante altre band (singolo strafigo e resto dell'album da buttare nel cesso).
Lunga vita ad Angus & Co. ^_^