mercoledì 9 giugno 2010

Il Progetto di Alan

Alan ParsonS(grazie unwise, mi ero scordato la "s"), chi era costui.
Sound engineer di Dark Side of the Moon, per esempio.
Un album da "audiofili" nel senso che come suoni era avanti almeno 20 anni rispetto al suo tempo.
Parsons veniva dal giro Martin/Beatles, avendo partecipato alle registrazioni multitraccia (all'epoca veramente innovative) di non so quali album dei fab four ma penso Abbey Road.
Alan Parsons insomma E' a tutti gli effetti nella storia del rock.
Anche a prescindere dall'esperienza con gli Alan Parsons' Project.
Già, ve li ricordate?
Con il decisivo contributo di Eric Woolfson (morto l'anno scorso), grande e misconosciuto songwriter scozzese negli anni 60 e 70, e ricorrendo volta per volta a nutrite schiere di famosi session men, il nostro Alan dette vita ad uno dei gruppi più controversi della storia del rock.
Un gruppo ovviamente avantissimo per produzione e suoni ma che restò sempre troppo in bilico tra sperimentazione elettronica e pop da classifica per poter essere considerato realmente innovativo.
Con gli anni l'ago si spostò inesorabilmente verso il secondo settore, il pop da classifica, e tutti oggi si ricordano ad esempio di "Eye in the sky" o di "Don't answer me".
Pezzi peraltro godibilissimi ma lontani anni luce dalle canzoni di "Tales of mystery and imagination", "I Robot", "Pyramid" o "The turn of a friendly card", dischi che a cavallo tra i 70 e gli 80 misero d'accordo critica e pubblico.
Album che mantenevano un bell'equilibrio e che anche i puristi non potevano fare a meno di apprezzare pur storcendo un pochino lo snob-naso.
Gli APP sono poi scivolati nell'enorme limbo del dimenticatoio.
Ma qualche volta passano quasi in sordina alla radio, la notte.....mentre pochi se ne accorgono.
E, senza magari provare particolari moti di nostalgìa, ti viene da chiederti come mai oggi nella musica in genere non vi sia quasi più quel tipo di professionalità.
Non parliamo di talento che quello magari c'è ancora. Di professionalità.
A voi l'ardua risposta.
E un ritorno indietro delle lancette con un pezzo storico (tratto da "Pyramid") utilizzato come sigla di programmi televisivi nelle emittenti di mezzo mondo.



Alan Parsons - Hyper Gamma Spaces

14 commenti:

Maurizio Pratelli ha detto...

che viaggio nel tempo....

unwise ha detto...

anche se li ho sempre trovati un pochino "by numbers", non mi dispiacevano, almeno fino a The turn of a friendly card. suoni di livello anche dal vivo(si sentiva bene anche all'alcatraz!)
non è Parsons con la s finale?

Leandro Giovannini ha detto...

piacevano anche a me, specialmente i primi due album. occhio, stai usando una parolaccia: "professionalità". oggi nel mondo della musica la parola d'ordine è un'altra: "pressapochismo".

DiamondDog ha detto...

@maurizio
un bel viaggio, direi
@unwise
grazie per la "s"!
@harm
non a caso ho usato quel termine eheheheh.....

Euterpe ha detto...

Potrai facilmente immaginare che ho tutti gli album degli APP,e l'anno scorso quando è morto woolfson mi è dispiaciuto molto.
Non so se ti ricordi di una band i Keats della metà degli anni 80 che era praticamente uno spin-off degli APP

Totonno58 ha detto...

Grazie DD!!che combinazione!! proprio qualche giorno mi è ritornato in mente questo brano, volevo ascoltarlo usando I tube ma non ci sarei mai riuscito perchè non ho mai imparato il titolo...ora chi so' scorda 'cchiù!!!
A proposito della svolta pop degli APP, devo dire che mi è stata sempre sulle p. "Eye in the sky", mentre mi è sempre piaciuta la affine ma forse meno ruffiana Prime Time...what about?

http://www.youtube.com/watch?v=ISTSUoXpDq4&feature=related

DiamondDog ha detto...

@euterpe
no doubt, sentivo che ce li avevi...i Keats però non me li ricordo.
@totonno
Prime Time ottimo pezzo, però eye in the Sky aldilà dell'effetto saturazione etere che produsse (e che la rese antipatica al mondo) resta un pezzo pop che rasenta la perfezione a livello compositivo e di arrangiamento. Strepitosa la chitarrina ritmica smozzicata.

allelimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
DiamondDog ha detto...

Non attacca Ale, non con me.
A me piaceva ricordare un gruppo che si è distinto per alcuni aspetti.
Produzione, suoni, composizione, ricerca di equilibri sonori all'incrocio tra più generi.
E che faceva tutto questo con altissima professionalità.
Punto.
Poi come dice harmonica ci sono sicuramente in giro cialtroni che copiano a man bassa, che suonano in modo incerto e che non riescono a registrare canzoni in modo decente neanche nel 2010.
Ma per quanto mi riguarda non è un post contro questa gentaglia, è un post sugli Alan Parsons Project.
Songwriting.
Capacità tecniche.
Gran lavoro in sala d'incisione.
Caratteristiche che travalicano i generi e che non sono rintracciabili, a mio avviso, con tanta frequenza.

allelimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
ReAnto ha detto...

Mi piaceva il primo...poi nel limbo.

zero in-coscienza ha detto...

nei primi anni di università mi capitò di trovare sul tram 14 un porta CD smarrito da qualche passeggero distratto. Dentro, tra le altre cose, c'era questo CD.E' così che l'ho conosciuto.
Da allora mi ritengo una persona molto fortunata.

Anonimo ha detto...

Bella roba.

porillo

Totonno58 ha detto...

Uh, un altro singolo che mi piaceva era "Let's talk about me":)

http://www.youtube.com/watch?v=OOBP2hmubpA&feature=related