lunedì 28 settembre 2009

Botta e risposta: The HUMAN LEAGUE

Già, avete ragione.
E' praticamente impossibile parlare degli Heaven 17 senza parlare degli HUMAN LEAGUE, l'altro grande gruppo di Sheffield che impazzò nei primi anni '80 in tutto il mondo, tanto le loro storie e destini sono incrociati.
Curiosità: il cantante degli HUman League avrebbe dovuto essere Glenn Gregory (sì, quello che poi formò gli Heaven 17 con Ware e Marsh fuorusciti dai League), ma siccome era impegnato fu reclutato al suo posto PHILIP OAKEY, che poi ne sarebbe divenuto l'emblema. Come dire, due piccioni con una fava.
DARE fu un successo clamoroso. "Don't you want me" (per quanto piacione) ancora riecheggia nelle sale da ballo di mezzo mondo. Fu uno di quei pezzi attorno ai quali si concentra la storia del synth pop.
Ma a me piace ricordare il gruppo (doverosa menzione alle due signorine di gran classe che accompagnavano Oakey ai vocals) con un signor singolo che non sbancò come Don't you want me (o come "Human", il loro canto del cigno) ma che restò comunque abbastanza impresso.
A me piace ricordarli con THE LEBANON.
Un testo impegnato, politico, del tutto in contrasto con la loro immagine apparentemente effimera.
Con un arrangiamento rock-oriented che fece gridare un pò allo scandalo.
Ma furono coraggiosi a inciderlo, e per questo meritano essere ricordati.
Halleluja!


The Human League - The Lebanon

6 commenti:

Euterpe ha detto...

il mio singolo preferito degli human league!si vede che anche le pop stars apparentemente dismpegnate facevano pezzi su temi di attualità.ti ricordi Cambodia di Kim wild?

DiamondDog ha detto...

Mi ricordo Cambodia ma soprattutto mi ricordo di Kim Wilde....:-)
She's a looooove blond!

Henry ha detto...

kim wilde è ancora in giro! l'anno scorso a amsterdam ho visto la locandina di un suo concerto...

porillo ha detto...

Sono commosso.

andrea sessarego ha detto...

Ma una vena politica c'è sempre stata negli Human League, sia prima che dopo lo scisma, anche se forse si pensava fosse più farina del sacco di Martyn Ware (esempio "Dreams Of Leaving" su "Travelogue" con visioni di un futuro plumbeo), però già su "Dare" c'era "Seconds" (la mia preferita del disco) dedicata all'omicidio di Kennedy. Certo che Philip con quella pseudo-barba finto-impegnata era un pò ridicolo! Ridateci i capezzoli col piercing! (i primi che abbia mai visto in vita mia).

Anonimo ha detto...

E soprattutto le inutili-coriste-veline Susanne e Joanne. Ma quant'erano "bone"...